Anche in Liguria si educano i bambini al gender
L'ideologia gender è propagandata un po' in tutta Italia. Le amministrazioni locali si danno da fare più di quella centrale: forse perché al Governo non c'è una maggioranza bulgara come in diversi Comuni e Regioni, forse perché nei piccoli centri la gente si fida di più - mediamente - degli amministratori che bene o male si conoscono in faccia: non si aspettano che persone "normali" propongano cose tanto "anormali".
Per esempio in Liguria, vicino Genova.
Nei comuni di Busalla, Campomorone Sant’Olcese e Ronco Scrivia il regolamento per gli asili comunali all'art. 2 dice che, tra le finalità istituzionali dell'educazione dei piccoli da 0 a 3 anni, bisogna che i bambini sviluppino capacità critiche e “senso di responsabilità, in un rapporto di solidale convivenza basato sulla pratica della libertà; realizzando esperienze di vita che superino la divisione dei ruoli maschile e femminile”.
Si rendono conto che stanno parlando di bambini da 0 a 3 anni? Bambini che ancora a tutto pensano meno che al sesso e al genere, che normalmente si scambiano i giochi e, se alla fine le femmine preferiscono le bambole e i maschi i trenini lo fanno proprio per natura, e non per cultura. Quale divisione dei ruoli si vuol superare?
Un consigliere dell'opposizione, Giacomo De Andrea, ha proposto un emendamento: cambiare la frase evidenziata inserendo "collaborazione con le famiglie", "reciproco rispetto", specificità di "ruoli complementari".
Non solo la sua proposta è stata respinta con una maggioranza schiacciante, ma il De Andrea è stato immediatamente beffeggiato come vecchio, retrogrado e bigotto.
Speriamo, per i piccoli utenti dei nidi comunali, che gli insegnanti e i genitori siano un poco più assennati degli amministratori.