La carenza di “coscienza collettiva” dei liberali
Secondo Émile Durkheim, uno dei padri fondatori della sociologia, ogni società del mondo ha una coscienza collettiva, un insieme di credenze, atteggiamenti e idee condivise che ogni membro di quella società dà per scontate e “trova già formate” alla nascita: “modi collettivi di azione o di pensiero, [che] hanno una realtà al di fuori degli individui che in ogni momento del tempo vi corrispondono” [Opere scelte, p. 71]. Questa coscienza collettiva dà alle persone un senso di appartenenza e identità, infonde ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, accettabile e anormale. Durkheim, che proveniva da una lunga stirpe di devoti ebrei francesi, sviluppò questo concetto per spiegare come le società sono legate tra loro, come gli individui con interessi personali e familiari contrastanti raggiungono valori consensuali ed evitano la “guerra di tutti contro tutti” hobbesiana.