Il Kazakistan in un mondo multipolare in via di sviluppo

06.09.2023
Discorso alla Conferenza globale sul multipolarismo, 29 aprile 2023.

Il Kazakistan è un partecipante all'ordine mondiale, non un suo sviluppatore. Durante i 30 anni di indipendenza, Astana ha cercato di integrarsi nella comunità internazionale e nell'economia mondiale consolidata alle condizioni imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali e dalle norme vigenti per i Paesi in via di sviluppo. Essendo ricca di risorse primarie, come altri Stati post-sovietici, la Repubblica è diventata un concorrente nel mercato esterno delle risorse naturali, poiché il suo potenziale industriale ereditato dall'epoca sovietica non era richiesto dall'economia mondiale. Circa l'80% delle esportazioni kazake è costituito da risorse primarie, soprattutto petrolio greggio e metalli. Astana non ha mai cercato di cambiare l'ordine stabilito, né nella regione né nell'arena globale, e la strategia delle risorse in cambio di tecnologie e fondi in valuta estera si adatta alla sua politica internazionale ed estera. Per tre decenni la Repubblica è stata in equilibrio tra gli interessi di potenze mondiali e regionali come Stati Uniti, Cina, Russia, Unione Europea e Turchia. Durante la presidenza di Nursultan Nazarbayev, la Repubblica ha perseguito progetti di immagine nell'arena globale, come la mediazione nella crisi siriana, l'adesione non permanente al Consiglio supremo delle Nazioni Unite e la presidenza dell'OSCE. Con il governo del nuovo presidente Kasym-Zhomart Tokayev, la Repubblica si concentra più sugli affari interni che su quelli esterni, non investendo sulla propria posizione nell'arena mondiale.

Nell'attuale crisi geopolitica, definita dall'attuale Presidente "tempesta geopolitica", in Kazakistan prevale un atteggiamento attendista, comprensibile per la sua dipendenza finanziaria dai partner esterni e per la minaccia reale di sanzioni secondarie che potrebbero rovinare la sua economia. Il mondo multipolare è studiato e discusso in Kazakistan in modo positivo, ma non è ciò che il Paese promuove nell'arena globale. Perseguire la politica multivettoriale, che è alla base della strategia kazaka negli affari esteri, diventa sempre più difficile, poiché tutti i principali partner della Repubblica insistono sul fatto che il Paese debba scegliere da che parte stare. A livello istituzionale, il Kazakistan si trova nel gruppo dei Paesi eurasiatici guidati dalla Russia, il che è ovvio se si considera la sua appartenenza all'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva in termini militari e all'Unione Economica Eurasiatica in termini di cooperazione economica. Le condizioni più difficili che non permettono al Kazakistan di scegliere di entrare a far parte del polo eurasiatico guidato dalla Russia sono la sua dipendenza finanziaria dal dollaro e dai crediti concessi da Paesi stranieri e istituzioni internazionali e la dipendenza dai suoi acquirenti di petrolio greggio e altre risorse naturali.

Nonostante le potenzialità e le capacità di Russia e Kazakistan siano diverse (la Russia è una grande potenza mondiale, mentre il Kazakistan è più un candidato alla leadership regionale), la cooperazione con Astana è estremamente importante per la Federazione Russa. Il Kazakistan per la Russia è una porta verso l'Asia, poiché il confine con il Kazakistan è allo stesso tempo un confine con l'Asia centrale. Attualmente, la presenza della Russia in Asia centrale si basa su attività politico-militari, cooperazione economica, energetica, culturale e umanitaria, e in tutti questi settori la cooperazione con il Kazakistan è essenziale per la Federazione Russa. In termini economici, grazie alle preferenze all'interno della CSI e dell'UEEA, la Russia continua a dominare il mercato dell'Asia centrale e le iniziative di integrazione dell'UEEA, come il mercato comune dell'energia, permettono di promuovere la Federazione Russa come potenza energetica sulla scena mondiale.

Traduzione di Costantino Ceoldo