Montenegro e multipolarità

23.06.2023
Discorso alla 1a Conferenza globale sul multipolarismo, del 29 aprile 2023

Poštovani gospodine Dugin, organizzatori, cijenjini učesnici i pratioci današnje konferencije. Pozdravljam vas ispred redakcije portala IN4S, Saluti dal Montenegro!

Come sapete, stiamo parlando dell’ex repubblica jugoslava, oggi paese NATO, che, per ammissione dell’ex primo ministro, era contraria all’adesione a questa criminale alleanza militare nella percentuale dell’85%.

E sì, per avere un quadro più chiaro dell’importanza di quella decisione, bisogna tenere a mente due fatti.

In primo luogo, gli abitanti del Montenegro sono certamente i più russofili del pianeta.

In secondo luogo, il Paese stesso ha una popolazione di poco più di mezzo milione di abitanti, un’area così piccola che, oggi, quasi 1300Montenegrini possono essere collocati sul suolo della Federazione Russa.

Gli anni Novanta, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che per lungo tempo era stata un concorrente o aveva partecipato alla costruzione di un mondo bipolare, hanno portato in scena quella che Fukuyama ha sapientemente formulato come la fine della storia e il trionfo finale della democrazia, ma che in realtà si configura come la supremazia assoluta, intoccabile, globale degli Stati Uniti d’America in tutti i campi – soprattutto militare, economico e culturale.

Gli anni Novanta, quindi, hanno portato all’affermazione di un nuovo paradigma chiamato Nuovo Ordine Mondiale. Siamo testimoni del fatto che il tempo del mondo unipolare sta passando e che il nuovo mondo multipolare, e questo è ben formulato dalla Russia stessa, dove, credo che lo abbia detto lo stesso Presidente Putin, ha detto che la Russia non ha un’ideologia da imporre agli altri, si rimpicciolisce e si sviluppa in modo inarrestabile.

Affronterò il tema dello spazio nazionale serbo e di una parte del mondo serbo, oggi, ripeto, purtroppo, senza mettere in discussione la volontà del popolo, parte dell’alleanza NATO.

La riscrittura aggressiva della storia, che è stata citata come un fatto nella stessa Russia, è stata valutata come inammissibile e inaccettabile per la Russia. Se si cercano le cause del conflitto odierno nell’est dell’Europa, più precisamente nell’area dell’ex URSS, e ancor più precisamente alla periferia della civiltà russa, è chiaro che sono proprio lì, nel desiderio dell’Occidente di riscrivere aggressivamente la storia e cercare di cambiare la coscienza collettiva. Intere nazioni. Ecco perché, oggi, non sorprende che sul campo di battaglia nelle steppe ucraine si vedano scene di distruzione, ad esempio, di attrezzature militari tedesche, più precisamente di sistemi antiaerei e carri armati tedeschi, proprio come è già successo una volta, nella memoria storica di tutta l’umanità.

Quello che va in scena è quindi un tentativo di cambiare la coscienza collettiva e la memoria collettiva di intere nazioni.

A titolo esemplificativo, torniamo all’esempio dell’Ucraina, dove, soprattutto negli ultimi dieci anni, è stato portato avanti il processo di riscrittura della memoria storica. Dapprima la lingua russa è stata soppressa e poi praticamente bandita. Inoltre, sono state attuate varie modalità di intimidazione della popolazione russa e ucraina che viveva sotto l’egida del modello di civiltà russo.

Chi si opponeva a questa politica delle autorità fantoccio ucraine veniva poi ucciso.

Ricordiamo le decine di omicidi e i disumani crimini di guerra commessi continuamente, soprattutto con crudeltà, contro la popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk, dall’esercito del regime fantoccio di Kiev, addestrato, incitato, armato e finanziato dagli Stati membri del patto NATO.

Come possiamo vedere, tutto questo ha portato a un’escalation del conflitto nel modo peggiore possibile, con la costante minaccia di una guerra nucleare.

Ho fatto questa introduzione, forse un po’ più ampia, per arrivare alla storia del Montenegro, in cui si è verificato fino a poco tempo fa un processo del tutto simile a quello dell’Ucraina, dove il regime criminale di Milo Djukanovic è stato finanziato e mantenuto in buona parte dall’Occidente, e che è durato più di 30 anni! Cambiato in modo diametralmente opposto a come la cosiddetta Rivoluzione arancione è stata portata avanti in tutto il mondo, sotto la direzione dell’Occidente.

Anche nel nostro Paese è iniziata con la soppressione della lingua serba nazionale, insieme alle inevitabili pressioni economiche e politiche sul popolo serbo storicamente radicato, per passare, come nel caso ucraino, all’aperta persecuzione della Chiesa ortodossa serba canonica, che opera nel territorio dell’odierno Montenegro.

Il popolo, quindi, attraverso il magnifico movimento litico, in completa unità con la propria Chiesa, in modo pacifico e gandhiano, senza una sola scena di violenza documentata, pacificamente e quasi silenziosamente con raduni pacifici di massa, marce litiche, giorno dopo giorno, fino alle elezioni antidemocratiche, ripeto le elezioni non libere, del 30 agosto 2020, ha rimosso pacificamente il governo del partito di Milo Djukanovic. Nelle recenti elezioni presidenziali, in un’atmosfera molto più libera, la carriera politica di Milo Djukanovic, durata quasi quattro decenni, si è conclusa con una convincente sconfitta.

Purtroppo, in questi giorni vediamo che il regime ucraino della paura sta cercando di portare a termine un altro lavoro, istruito, guidato e finanziato dall’esterno, sulla soluzione finale e sulla resa dei conti con il Metropolitanato di Kiev, storicamente russo, e la Chiesa, che trova la sua origine e il suo legame secolare nell’Ortodossia russa. Ciò solleva certamente delle domande sulla situazione futura del Montenegro. La nostra liberazione nazionale e la libertà della nostra Chiesa saranno nuovamente minacciate? Oppure, come vuole il popolo, il Paese si troverà in una società di uguali, in un mondo multipolare, dove ci sarà posto per tutti sulla base della libera volontà e della cooperazione senza imporre soluzioni.

Il nostro popolo serbo, proprio come il popolo russo, come molti altri popoli del mondo, vuole e spera in un MONDO MULTIPOLARE in cui gli Stati e i popoli vivranno e coopereranno sulla base della comprensione, della non imposizione di soluzioni e della vera libertà.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini