Quando cadono le maschere: russofobia, plagio, genocidio degli slavi

04.05.2022

Negli ultimi tre decenni, vivendo in Europa, ho servito il Logos russo. Lo studio dei classici russi e del dizionario di Dahl, del pensiero filosofico e religioso russo – tutto questo in parallelo con lo studio dell’eredità greca antica da Omero a Nonno di Panopoli, nonché l’immersione nella filosofia tedesca e francese – mi hanno permesso di scolpire uno stile russo unico, allo stesso tempo mi ha trasformato in un grande ricercatore umanista della modernità. Oltre venti libri e tremila articoli pubblicati in una dozzina di lingue; tesi di dottorato su Nabokov e Nietzsche; insegnamento in due università – la Sorbona e l’Università di Nizza – e successivi seminari gratuiti in cinque lingue; attività politica in Francia e Svizzera con previsioni del futuro insolitamente accurate, già più volte giustificate, mi ha reso il bersaglio di attenzioni benevole e inevitabilmente demoniache.

La mia esperienza di un terzo di secolo mi ha permesso di osservare dall’interno dell’università, editoria, giornalismo, …sistema occidentale in genere, come il Logos russo attirasse branchi di marmaglia beffarda, spesso completamente analfabeta, che si autoproclamava “specialista in questioni russe”, e che iniziò immediatamente a fare – con la sacra eredità di Lomonosov e Pushkin – l’unica cosa in cui queste creature riuscirono davvero: prostituirsi.

Ho visto la marmaglia della “quinta colonna” russa pronta a vendere la propria madre, e non solo il Logos russo, per un invito alla prossima conferenza dei mascalzoni russofobici a Parigi (naturalmente, con visto, biglietto e albergo pagati tramite strutture globaliste), transazioni di marmaglia, diventando agenti dei servizi di intelligence occidentali in Russia (ovviamente, pur continuando a ricevere stipendi come dipendenti statali della Federazione Russa da università, giornali e riviste). Mi sono anche imbattuto in miliardari che nell’aprile di quest’anno hanno messo a nuovo i loro passaporti israeliani, ma poi hanno risucchiato le viscere della Russia e sono venuti a Parigi per contrattare l’ordine della “Legione d’Onore” in cambio dell’istituzione di pro-Fondi Sodoma a Mosca per plagi professionisti. Dal 24 febbraio 2022, tutti loro hanno lasciato cadere le loro maschere, mostrando il loro muso russofobo.

Tuttavia, all’inizio del XXI secolo, la quinta colonna in Russia ha organizzato la censura del mio lavoro nelle redazioni di Mosca e San Pietroburgo, che ricevono sussidi dalla Federazione Russa. Era impossibile anche raccontare agli scienziati russi (in ambito accademico) il plagio della mafia neo-kazara della mia tesi di dottorato su Nabokov e Nietzsche! Era vietato avvertire i russi del “paradiso” di Sodoma preparato per i loro figli nelle facoltà occidentali! I miei libri pubblicati a Mosca non possono essere neppure menzionati sulla pagina di Wikipedia in russo, che è stata censurata dagli stessi editori russi precedentemente pagati a Parigi e Gerusalemme. E se, in merito alla pubblicazione del mio ultimo romanzo, ZHOM, il quotidiano moscovita Zavtra scrive di me: “Anatolij Livry compie 50 anni quest’anno. È improbabile che questa data venga in qualche modo celebrata al di fuori della sua cerchia personale: l’autore è decisamente controverso e oltraggioso…“, va notato che tutto questo sorosismo pubblicizzato per dollari, che “ha sottolineato le polemiche e l’oltraggio” non è molto correlato con la realtà, è il risultato di molti anni di menzogne, regolarmente pagate dall’Occidente dai calunniatori della quinta colonna russa. In effetti, in qualche Sorbona non riescono ancora a calmarsi dopo che loro stessi mi hanno invitato a partecipare alla manipolazione trotskista della storia russa e alla prostituzione del Logos russo, e sono rimasto disgustato dalla loro squadra di farabutti, e io, come l’eroe del mio romanzo della Sorbona Recupero, ho abbandonato il raduno di ignoranti russofobi e altri razzisti anti-bianchi, sbattendo la porta.

Solo così funziona questo bazar “slavo” per finanziare la quinta colonna della Russia, nonché per identificare nuovi potenziali agenti per l’Occidente tra i lavoratori con passaporto russo – non ho dimenticato tutto questo! Ricordo come davanti a me, dall’interno del negozio pseudo-scientifico russofobo, si giocassero costantemente tutti i volgari schemi per assumere dottorandi russi senza pretese per attività sovversive nella Federazione Russa (questo sabotaggio universitario naturalmente si estendeva anche alla Bielorussia). Quante nuove commedie devo scrivere sulla mia esperienza accademica di allora! Dopotutto, non ho dimenticato un solo nome dei truffatori della quinta colonna russa, né quante persone hanno ricevuto contanti e/o sono stati pagati in natura: visti Schengen e americani, hotel gratuiti, biglietti aerei, assegni per il cibo nei ristoranti parigini forniti di un tale “servizio alcova per un giovane ricercatore”, si batterono anche per queste posizioni di prostitute.

Solo molti anni dopo appresi che per lo sviluppo di armi biologiche dirette contro gli slavi nei laboratori americani in Ucraina, gli “scienziati” locali venivano pagati alle stesse tariffe minime dei “filologi” russo-bielorussi della quinta colonna, vale a dire in visti Schengen, biglietti aerei per conferenze occidentali, hotel, cimici e cibo gratuito. È logico: alcuni (biologi del regime di Kiev) si stavano preparando a distruggere i corpi degli slavi, altri (“umanisti”) – le anime. Il prezzo per il genocidio è lo stesso.

Traduzione di Alessandro Napoli