Perù: l'ex presidente Toledo al centro di un intrigo internazionale

Lunedì, 13 Febbraio, 2017 - 13:15

Accusato di aver intascato 20 milioni di dollari di tangenti dall'impresa brasiliana Odebrecht, l'ex presidente del Perù Alejandro Toledo è al centro di un teatrale intrigo internazionale.

Alla fine della settimana scorsa, quando la giustizia disponeva 18 mesi di carcerazione preventiva, Toledo si trovava negli Stati Uniti. Dinanzi al rischio che i distinguo recapitati dai legali celassero l'intento di evadere la giustizia, il presidente Pedro Pablo Kuczynski non ha voluto correre rischi e tramite l'Interpol ha chiesto a 190 paesi di tenere gli occhi aperti e consegnare il politico a Lima. Nel fine settimana, una fonte coperta del ministero dell'Interno peruviano faceva sapere che Toledo era in procinto di partire per l'Israele, patria della moglie Eliane Karp. Un tam tam che in breve ha spinto il governo israeliano a chiarire che le frontiere sarebbero rimaste chiuse fino a quando Toledo non avesse regolato i conti con la giustizia di casa sua. Kuczinski manda una lettera di ringraziamenti a Netanyahu e poi alza il telefono per chiamare la Casa Bianca: sarebbe il caso, fa sapere a Donald Trump, che il dipartimento di Stato valutasse l'opportunità di estradare Toledo e rimetterlo alla giustizia peruviana.

Alla fine di una intensa giornata di attività diplomatiche, il capo di Stato va in televisione per spiegare ai peruviani come intende trasformare l'ombra della corruzione proiettata dalla Odebrecht nel paese, in un meccanismo virtuoso di selezione delle aziende che devono operare sul territorio: mai più contratti pubblici alle imprese con la fedina penale sporca e mai più lavoro pubblico per i funzionari coinvolti in attività illecite. Con Toledo, presidente della Repubblica quando Kuczynski era primo ministro e ministro dell'Economia, "abbiamo adottato tutte le azioni che ci permette la legge a livello nazionale e nelle giurisdizioni internazionali".

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