Il congresso di Lega Nord: il duello è Salvini-Fava, all’ombra di Bossi
Il congresso di Lega Nord ha tenuto 21 maggio a Parma. Era uno momento decisivo nella confrontazzione tra il vecchio presidente della Lega Umberto Bossi e attuale capo del partito famoso politico italiano Matteo Salvini.
Il congresso di Parma ha re-incoronato il segretario per il suo secondo mandato, dopo il plebiscito ottenuto contro l’assessore lombardo Gianni Fava (82 a 17%). Ma ha vissuto momenti inediti per la storia del Carroccio: durante il suo intervento, il fondatore Bossi è stato contestato da una parte della platea.
Bossi ha detto: “Io sono europeista, non la penso come Salvini”. Il fondatore della Lega ha anche aggiunto che “La questione settentrionale è stata messa da parte da Salvini, ma in politica se lasci un vuoto viene riempito da altri”, lasciando intendere di non condividere nemmeno la svolta federalista del movimento, che adesso punta ad una grande Italia federale, unita da Nord a Sud.
Ma Bossi era contestato dalla platea al congresso: lui si interrompe e se ne va. Un gruppo ha cominciato a urlare: “Fuori, fuori” ed ha alzato dei cartelli con scritto “Salvini premier“. Bossi ha così deciso di terminare quasi subito il suo discorso invitando i congressisti a seguirlo nel suo slogan storico: “Padania libera”.
Salvini ha detto: “Io accetto i suoi vaffanculo”
E’ qui però che entra in scena il “vaffanculo“, citato più volte all’inizio dell’intervento conclusivo del segretario federale Matteo Salvini. “Bossi – dice – mi insultava 15 anni fa e quindi può farlo anche oggi, non proverò mai rancore. Sono abituato ai suoi insulti da 15 anni e vorrei continuare anche per i prossimi 15”. Quanti ricordi: “Mi ricordo – ricorda Salvini- quando Umberto Bossi mi chiamava per un vaffanculo 15 anni fa alle due e mezza, quando ero segretario a Milano. A Umberto dico: ‘Questa è la sua famiglia, questa è la sua casa e la sua comunità’. Diceva che non capivo niente allora, dice che non capisco niente anche oggi. Prendo e metto in saccoccia il vaffanculo di Umberto Bossi, perché ha fatto quello che ha fatto. Ma il vaffanculo di qualcun altro di chi lo imita non me lo prendo. Quelli no, non sono fesso”. Il segretario ha auspicato che Bossi non lasci il movimento, come raccontano in questi giorni alcuni giornali: “Noi non siamo il partito delle correnti e io non butterò mai fuori nessuno” ha assicurato Salvini. “Dico a Umberto che questa è la sua famiglia, la sua casa e la sua comunità”.
Salviniha dechiarato anche: “Pd e M5s hanno scelto gli immigrati”
Il discorso conclusivo di Salvini, subito prima di essere proclamato segretario, si è incentrato sulle consuete parole d’ordine, a partire dalla cosiddetta “invasione di migranti”. “Penso che la Lega sia l’ultima speranza – spiega – Il Pd è il partito degli immigrati, delle cooperative che sfruttano gli immigrati. I 5 Stelle hanno scelto. Li abbiamo visti ad Assisi strizzare l’occhio al Vaticano. M5s ha scelto gli immigrati a cui vogliono regalare 800 euro di cittadinanza. Hanno scelto immigrati e assistenzialismo“. Il segretario ha ricordato di aver portato la Lega dal 3 al 13 per cento, ma – promette – “è un punto di partenza” e quel 13 “può diventare un 26” e le amministrative di giugno – se la Lega vincerà a Genova, Alessandria, Como, Padova, Verona – possono far cadere il governo e portare tutti alle elezioni. Salvini assegna a Romano Prodi il “premio Nobel per la coglioneria” per aver portato l’Italia nell’euro. E mentre Silvio Berlusconi sui giornali auspica di tornare a parlare con il Partito Democratico sulle questioni costituzionali, lui replica: “Berlusconi ha detto che spera di tornare a ragionare seriamente con il Pd. Chi voterà Lega sappia che a noi non interessa ragionare con il Pd né adesso né mai”.