Io sono Darya
Non è mai facile decidere il titolo per una pubblicazione, e a maggior ragione risulta difficile per un testo come il presente, soprattutto per quel che vuole significare. Il titolo di un libro deve, ovviamente, essere suggestivo e al contempo rappresentativo del contenuto: per un editore la scelta è dunque sempre frutto di innumerevoli pensamenti e ripensamenti. Alla fine, dopo lunga meditazione, si è optato per “Io sono Darya”, titolo nei confronti del quale permaneva alla fine una sola riserva: che tale titolo sembrasse fare il verso ad una nota politica italiana che urlando si declina con il “Io sono…”, tormentone giustamente finito a battere il ritmo in social tipo “Tik Tok”. La riserva è stata alla fine superata, perché ci si è convinti che questo testo finirà tra le mani di persone speciali, che si mantengono ben lontane da certe dimensioni da avanspettacolo; persone che per saggezza ben conoscono la differenza che passa tra l’urlato in palcoscenico e il vissuto al servizio di una militia autentica, dove la declinazione identitaria è sobria e avviene con ben altro registro, ovvero è comunicata con l’essere nell’agire, con l’esempio, col rigore – e si palesa metafisicamente.
Questo libro vuole essere un omaggio a Darya Aleksandrovna Platonova-Dugina, redatto impersonalmente dai suoi consimili italiani e realizzato riportando frammenti del suo pensiero composti ed esposti nell’arco di un decennio. Nel selezionare tali frammenti si è prestata attenzione a scegliere quelli che, nel loro complesso, fossero rappresentativi della matrice culturale di Darya e si prestassero come testimonianza e incarnazione non di ciò che è stata ma di ciò che Darya è e resta oltre la sua fisicità. Fisicamente non c’è più, fisicamente, umanamente è stata, ma come anima espressasi per via culturale Darya è qui e ce lo dice: io sono. Con il suo esempio e con la sua azione – non solo culturale e intellettuale – Darya ha interagito con le nostre anime, le ha condizionate finendo, per così dire, con l’incarnarsi nei suoi consimili. Il titolo scelto, a nostro avviso, intende significare proprio questo: «Io ci sono e sono. E heideggerianamente sono qui, ora, attraverso i principi che ho incarnato, principi che in quanto tali sono eterni, non soggetti a revisione così come possono esserlo i valori, principi che mi trascendono come io sono fin dal nome che mi è stato dato. Nel mondo della Tradizione il caso non esiste, tutto è pre-ordinato e dunque non è un caso, ma semmai una omologhia, che il mio nome, Darya (dal persiano Dārayavahuŝ e, per via greca, Dareios) significhi proprio: “colei che possiede il bene”».
Ed è proprio questo significato a rendere ancor più suggestivo il titolo Io sono Darya: in lei, fedele discepola di Platone, il Bene è Bellezza e Verità. Darya, allora, è il nostro Bene, lo è in un presente che non dismette, un presente che non è interposto tra passato e futuro: senza tempo è e tale resta per tutti i suoi consimili.
INDICE:
Nota di presentazione
L’addio a Darya a Ostankino con le parole del padre
Riflessioni sulla “metafisica della frontiera” (di Pavel Kiselev)
La guerra in Ucraina uno scontro di civiltà globalista ed eurasiatica
L’Europa è il campo di battaglia fra due visioni del mondo (Darya)
Post-politica vs politica esistenziale (Darya)
Gli africani contro il neocolonialismo francese. Il Punto di vista di Darya Dugina: «È ora che Parigi se ne vada» (di Matvey Arkov)
Il Panafricanismo di oggi: dal colonialismo alla multipolarità (Darya)
Operazione russa in Ucraina: amici e nemici e la battaglia per il Rimland (Darya)
Chi vuole veramente la guerra in Ucraina? (di Sofia Metelkina)
Kultur
Risorgi Europa! (di Darya e Lorenzo Maria Pacini)
Viviamo nell’Era della Fine (Darya)
La Terza Roma contro il globalismo (Darya)
Esiste una filosofia politica nella tradizione neoplatonica? (Darya)
La filosofia politica del neoplatonismo: Proclo Diadoco (Darya)
Elogio Funebre
Ricordando Darya
Dal mio diario
(*) Il testo contiene 13 fotografie di Darya