NATO: è partita oggi a Napoli l'esercitazione Trident Juncture 2016
Ha preso il via presso la base Nato Jfc di Lago Patria, a Napoli, l’esercitazione Trident Juncture 2016. La Trident Juncture 16 vedrà impiegati 2600 uomini ed è un evento promosso dal Comando Alleato Trasformazione (ACT) finalizzato ad addestrare, esercitare e valutare il JFC Naples e le componenti di comando ad esso subordinate nella conduzione dell’azione di comando e controllo sulla Forza di Reazione Rapida nel 2017 (NRF 17). L’esercitazione fornirà quindi un contesto nel quale ottenere la certificazione NRF 2017. Questa esercitazione non vede schierate truppe sul terreno ma è coinvolto un numero cospicuo di personale Nato sia a Napoli che in Gran Bretagna, Belgio e nella base di Stavanger in Norvegia, dove opera la cabina di regia. Ne ha riferito l'agenzia di stampa italiana Nova.
Secondo quanto ha spiegato il capitano di fregata Bill Lauste della marina militare Britannica, nel corso di una conferenza stampa nella base militare di Lago Patria, “l’esercitazione si prefigge di dimostrare ai valutatori che questo comando e i comandi subordinati sono in grado di condurre e portare a buon fine un’operazione militare garantendo che le decisioni siano prese con tempestività e tenendo conto del giusto livello di consiglio qualificato. Il personale del comando fornisce consulenza al comandante in vari settori specialistici”.
Lo scenario dell’esercitazione è una zona fittizia dell’area Baltica denominata Skolkan. Si tratta di un gruppo di paesi che si affacciano sul Baltico legati da stretti rapporti economici, culturali e storici; meno stretti sono i loro rapporti politici. Il più grande è un paese, chiamato Botnia, considerato monopartitico e dotato di una forza armata molto capace che minaccia un paese Nato come l’Estonia. L’esercitazione si basa infatti sulla minaccia di una guerra ibrida e prevede che in Estonia ci possa essere una folta comunità di questo paese fantomatico, la Botnia, che proclami l’indipendenza in una regione ad ovest di Tallin, spingendo così l’Estonia a chiedere l’applicazione dell’articolo 5 della Carta della Nato che prevede l’intervento dei paesi alleati in caso di attacco.
Si tratta, dunque, dell'inevitabile corollario operativo della dislocazione di una forza di intervento rapido da parte della NATO nell'area baltica, annunciata la scorsa settimana dal Segretario Generale dell'alleanza Jens Stoltenberg che ha suscitato contrastanti reazioni in Italia ed in Europa e che si configura come un atto provocatoriamente aggressivo nei confronti della Russia, a ridosso dei suoi confini.
Secondo quanto ha spiegato l’ammiraglio Michelle Howard della marina statunitense, vicecomandante del Comando Interforze di Napoli, “In quanto alleanza militare, compete alla Nato garantire la pace e la stabilità di oltre un miliardo di persone. L’Alleanza si fonda su valori comuni e su principi quali la democrazia, le libertà individuali, I diritti umani e lo stato di diritto. Lo scenario della sicurezza, sempre più variegato, imprevedibile ed impegnativo in questi ultimi anni, ha dato l’occasione alla Nato di dimostrare la propria capacità di adattamento”. Per questo l’ufficiale statunitense ha sottolineato come “nel 2014 al summit di Galles, la Nato ha introdotto le Misure di Rassicurazione e dato avvio al Piano di Risposta che, seguendo varie vie, si prefigge di rendere la Nato pronta ad affrontare le sfide attuali e quelle eventuali”.
Per quanto riguarda l’esercitazione “Trident Juncture 16”, il vicecomandante del commando interforze alleato di Napoli, Alain Parent, ha spiegato che sono 17 su 28 le nazioni che partecipano e che “addestrano, esercitano e certificano i propri reparti avvalendosi di un protocollo di valutazione nazionale ma che ricalca gli standard Nato”. Dopo questa esercitazione il prossimo anno ci saranno altre attività di questo tipo come la Noble Jump, una dimostrazione reale sui sistemi di allerta che si svolgerà in Romania, Bulgaria e Grecia nella prima metà del prossimo autunno e la Trident Joust, una dimostrazione del rischieramento del comando Nato in una località che non è ancora stata resa nota che si terrà entro la fine dell’estate 2017.
Nel corso della conferenza stampa si sono toccati anche temi di attualità che riguardano la Nato. In particolare sul problema dell'immigrazione l'Alleanza Atlantica “non ha ricevuto alcun mandato per occuparsi dei migranti nel Mediterraneo”. E’ quanto ha affermato l'ammiraglio Howard. “L’Unione Europea si occupa della questione dell’immigrazione nel Mediterraneo con le missioni Frontex e Sophia – ha affermato l’ammiraglio – noi ci basiamo sul messaggio uscito dalla recente conferenza di Varsavia e sulla necessità di una maggiore cooperazione tra l’Ue e la Nato. Al momento non abbiamo alcun mandato per agire in questo senso da parte del Consiglio Atlantico”. L’ufficiale ha poi aggiunto che “alla Nato compete garantire la pace e la stabilità di oltre un miliardo di persone e di affrontare minacce di vario tipo”.
Inoltre Howard ha spiegato che la Nato sin dalla sua fondazione “monitora le attività delle navi russe”. Commentando la frase del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che a Bruxelles ha affermato che la Nato sta "monitorando il dispiegamento e il movimento" della flotta navale della Federazione russa”, l’ammiraglio statunitense ha spiegato come sin dal 1949 l'Alleanza atlantica "ha avuto il compito di monitorare le attività prima dell’Unione Sovietica e ora della Russia. Noi continueremo a svolgere questa attività e vedremo quale atteggiamento assumere in risposta alle loro azioni”. A proposito invece della preoccupazione della Nato per la situazione nell'enclave di Kaliningrad, Howard ha aggiunto che “noi non dobbiamo solo considerare questo scenario ma tutti quelli che ci si presentano davanti, per considerare le sfide che globalmente ci vengono poste”.