Le falsità degli Stati Uniti sulla Cina – Parte 3: la diplomazia coercitiva

06.07.2022

Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un documento dal titolo “Reality Check: Falsehoods in US Perceptions of China”, nel quale si elencano alcune falsità che la propaganda statunitense diffonde sul conto della Cina. Di seguito l’analisi della terza menzogna anticinese.

Falsità 3: la nostra diplomazia si basa sulla collaborazione e sul rispetto degli interessi reciproci, mentre la Cina pratica la diplomazia coercitiva contro altri Paesi e si vendica incautamente. Il nostro compito è dimostrare ancora una volta che tutti i paesi saranno liberi di tracciare i propri percorsi senza coercizione.

Realtà: sono gli Stati Uniti che hanno inventato la “diplomazia coercitiva” ed eccellono nell’intimidire Paesi terzi. Nel corso degli anni, imponendo blocchi economici, sanzioni unilaterali e altri mezzi, gli Stati Uniti hanno praticato la diplomazia coercitiva in tutto il mondo con esempi da manuale.

  • Nel 1971, lo studioso statunitense Alexander George avanzò per la prima volta il concetto di “diplomazia coercitiva” per riassumere la politica degli Stati Uniti nei confronti di Laos, Cuba e Vietnam in quel momento. Il governo degli Stati Uniti ha costretto il governo militare di Haiti a dimettersi nel 1994, definendolo “un esempio da manuale di diplomazia coercitiva”. Nel 2003, ha definito esplicitamente 30,3 miliardi di dollari USA di spese militari aggiuntive come spese sostenute per la “diplomazia coercitiva”.

Il governo degli Stati Uniti ha congelato sette miliardi di dollari USA della banca centrale afgana per punire i talebani afgani e ha persino rivendicato come proprio il “denaro salvavita” del popolo afgano, il che ha provocato il deterioramento della situazione umanitaria in Afghanistan. Mohammad Naeem, portavoce dell’Ufficio politico talebano a Doha, ha affermato che il sequestro è “indicativo del livello più basso del decadimento umano e morale di un Paese e di una nazione”.

Per costringere il parlamento nepalese ad approvare l’accordo Millennium Challenge Corporation (MCC), gli Stati Uniti hanno apertamente emesso un “ultimatum”, dicendo che gli Stati Uniti rivedranno i loro legami con il Nepal se non ratificherà il patto.

Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha istituito la “Task Force KleptoCapture” per trovare, congelare e sequestrare yacht, appartamenti, jet privati e enormi depositi di cittadini russi negli Stati Uniti e in Europa. Ciò dimostra pienamente che il “diritto inviolabile e sacro alla proprietà” propagandato dagli Stati Uniti è solo una bugia. Gli Stati Uniti hanno costretto altri Paesi a schierarsi e hanno fatto pressioni su di loro affinché si unissero alle sanzioni contro la Russia. E chi si rifiuta di farlo pagherà un “prezzo”.

Dopo che la Cina e le Isole Salomone hanno firmato un accordo quadro sulla cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, gli Stati Uniti hanno inviato nel Paese alti funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale, facendo tutto il possibile per ostacolare la legittima cooperazione tra Cina e Isole Salomone. Un articolo del Solomon Star ha sottolineato: “Washington DC, che ha letteralmente dimenticato le Isole Salomone dalla seconda guerra mondiale, si è finalmente svegliata e sta facendo pressione sulle Isole Salomone affinché abbandonino il patto di sicurezza”.

Nel maggio 2022, alla vigilia dell’incontro virtuale di alto livello del Gruppo degli amici della Global Development Initiative (GDI), gli Stati Uniti hanno esercitato pressioni su più agenzie di sviluppo delle Nazioni Unite per ostacolare la loro partecipazione e hanno minacciato di “tagliare i fondi”.

  • Il programma “Clean Network” lanciato dalla precedente amministrazione è un altro esempio da manuale di diplomazia coercitiva statunitense. Con il pretesto di difendere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e la privacy dei cittadini, il programma richiede esplicitamente che le società cinesi come Huawei, Baidu e Alibaba vengano eliminate da cinque aree: operatori di telecomunicazioni, app store mobili, app mobili, servizi cloud e cavi ottici sottomarini. L’allora Segretario di Stato americano Mike Pompeo e altri politici statunitensi fecero pressioni in tutto il mondo, costringendo Paesi e regioni a unirsi alla loro cosiddetta “rete”. Un alto funzionario degli Stati Uniti ha persino minacciato Cipro e altri Paesi di non lavorare con i fornitori cinesi di 5G, altrimenti ne avrebbero sopportato le conseguenze. L’ex ministro degli affari e dell’industria del Regno Unito Vince Cable ha affermato che la decisione del governo di vietare le apparecchiature e i servizi 5G di Huawei “non ha nulla a che fare con la sicurezza nazionale” ed è perché “gli americani ci hanno detto che dovevamo farlo”.
  • Gli Stati Uniti non mostrano pietà nel costringere i loro alleati. A causa dei loro interessi geopolitici ed energetici, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al progetto del gasdotto Nord Stream 2 da dicembre 2019. Dallo scoppio del conflitto Russia-Ucraina, gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alle società collegate e al personale, anche se la Germania aveva già annunciato la sospensione del processo di certificazione del progetto.
  • Uno studioso statunitense ha sottolineato che la politica estera americana sin dalla seconda guerra mondiale si è basata su un’idea semplice: “O sei con noi o contro di noi. L’America dovrebbe guidare, gli alleati dovrebbero seguire e guai ai Paesi che si oppongono al suo primato”. Le sue parole mettono a nudo la natura della diplomazia coercitiva degli Stati Uniti.
  • La Cina non si impegna mai nella diplomazia coercitiva e si oppone fermamente alla diplomazia coercitiva di altri Paesi. La Cina non minaccia mai gli altri Paesi con la forza, non crea mai alleanze militari, non esporta mai ideologia, non si intromette mai negli affari interni degli altri, non cerca mai una guerra commerciale e non impone mai un’oppressione ingiustificata alle imprese straniere. Detto questo, tuttavia, la Cina ha il diritto di fornire le risposte necessarie e legittime ad azioni che minano la sovranità, la sicurezza, i diritti e gli interessi della Cina.

Pubblicato su World Politics Blog

Le falsità degli Stati Uniti sulla Cina – Parte 1: l’ordine mondiale a guida USA 

Le falsità degli Stati Uniti sulla Cina – Parte 2: la nuova Guerra Fredda