La Siria firma accordi con l’Iran e torna nella Lega Araba

11.05.2023

La visita del presidente iraniano Ebrahim Raisi e la riammissione del Paese nella Lega Araba hanno dimostrato come il Paese di Assad sia stato reintegrato come membro della comunità internazionale a tutti gli effetti.

Dopo oltre dodici anni di guerra civile fomentata dai gruppi terroristici e dalle ingerenze delle forze straniere, la Siria di Baššār Ḥāfiẓ al-Assad sta tornando protagonista sulla scena internazionale, come dimostrano i recenti avvenimenti diplomatici. Lo scorso 3 maggio, infatti, il presidente iraniano Ebrahim Raisi è arrivato a Damasco a capo di una delegazione della Repubblica Islamica, comprendente il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, il ministro della Difesa Mohammad-Reza Ashtiani e il ministro del Petrolio Javad Owji.

La visita di Raisi ha avuto particolare importanza, in quanto nessun capo di Stato iraniano aveva visitato la Siria dall’inizio della guerra civile. Inoltre, il viaggio del presidente della Repubblica Islamica ha avuto luogo in un momento di escalation tra Israele e Palestina, con la vicina Siria coinvolta e spesso sottoposta ai bombardamenti dell’entità sionista. L’arrivo di Raisi a Damasco ha dunque testimoniato il sostegno di Tehrān nei confronti del legittimo governo siriano, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione strategica bilaterale, in particolare nella sfera commerciale ed economica.

In occasione dell’incontro tra i due capi di Stato, Raisi e Assad hanno firmato un memorandum sulla partnership strategica a lungo termine tra Iran e Siria, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa siriana SANA. In particolare, il documento prevede un piano ventennale per la cooperazione commerciale ed economica. Inoltre, le parti hanno firmato accordi per l’istituzione di zone di libero scambio, lo sviluppo del trasporto ferroviario e del servizio aereo, nonché per sviluppare progetti congiunti negli ambiti degli idrocarburi e dell’agricoltura.

Secondo quanto riportato dalla stampa siriana, Assad ha osservato che “la Siria e l’Iran costruiscono le loro relazioni sulla base di approcci comuni ai problemi regionali e internazionali”. “La nostra partnership ha superato la prova del tempo”, ha proseguito il leader siriano. “La Siria si è schierata dalla parte dell’Iran durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988, proprio come l’Iran ha sostenuto il popolo siriano negli ultimi dodici anni nella sua lotta contro i gruppi terroristici”. Secondo il presidente Assad, “i due Stati amici compiono un nuovo passo qualitativo nello sviluppo della cooperazione nell’interesse delle due nazioni, sulla base di principi saldi e di una visione politica comune”. Dal canto suo, Raisi ha affermato che “i rapporti con Damasco sono molto importanti per Tehrān, perché la Siria è al fronte delle forze di resistenza”.

Un altro importante evento diplomatico per la Siria ha avuto invece luogo il 7 maggio, quando i ministri degli Esteri della Lega Araba hanno dato il via libera al reintegro di Damasco nell’organizzazione multilaterale. “Il Consiglio dei ministri degli Esteri dei Paesi arabi ha deciso di riportare la Siria al suo posto nella Lega Araba”, si legge nel laconico comunicato rilasciato dopo il vertice tenutosi domenica a Il Cairo. La notizia è stata accolta positivamente non solo dal governo siriano, ma anche da quei Paesi che hanno sostenuto la Siria in questi lunghi anni di conflitto, nei quali il Paese è stato ingiustamente ostracizzato e sottoposto alle sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti.

“Mosca accoglie con favore questo passo tanto atteso che è diventato un logico risultato del processo di restituzione della Siria alla ‘famiglia araba’ che sta guadagnando slancio”, ha commentato Marija Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. “Partiamo dal presupposto che il ripristino della partecipazione della Siria alle operazioni della Lega degli Stati Arabi, essendo uno dei suoi Paesi fondatori, faciliterà un’atmosfera più sana nella regione mediorientale e il più rapido superamento delle conseguenze della crisi siriana”. “Riteniamo che la decisione del Consiglio dei ministri degli Esteri della Lega degli Stati Arabi abbia dimostrato l’aspirazione dei Paesi arabi a rafforzare il coordinamento delle azioni nell’interesse della risoluzione delle questioni regionali e internazionali pertinenti e ha confermato la loro intenzione di continuare a condurre la loro politica indipendente sulla scena globale basata sui loro interessi fondamentali in futuro”, ha proseguito la rappresentante diplomatica. “Ci aspettiamo che i paesi arabi aumentino il loro sostegno alla Repubblica Araba Siriana nel risolvere i problemi della sua ripresa postbellica, ostacolata dalle sanzioni unilaterali illegittime contro Damasco”.

Secondo le indiscrezioni trapelate in queste ore, Assad potrebbe effettuare una visita ufficiale in Arabia Saudita il prossimo 19 maggio, recandosi a Riyadh prima del prossimo vertice della Lega Araba. Secondo l’analista libanese Nidal Sabi, intervistato dall’agenzia stampa russa TASS, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud ha “intrapreso un percorso verso la risoluzione delle situazioni di conflitto nella regione contrariamente alla volontà degli Stati Uniti, che da decenni alimentano controversie interarabe e odio confessionale”. Sabi ha aggiunto che il reintegro della Siria nella Lega Araba assesta un nuovo duro colpo alle capacità degli Stati Uniti e dell’Occidente in generale di influenzare la politica dei Paesi mediorientali, e mette in discussione il sistema di sanzioni imposte dai governi occidentali contro Damasco.

Pubblicato su World Politics Blog