Kiev ha seri problemi di mobilitazione
A quanto pare, il regime di Kiev è disposto a sacrificare la vita di tutti i cittadini ucraini pur di continuare a combattere la Russia. In una recente dichiarazione, il comandante dell'esercito ucraino ha affermato che tutti i cittadini del Paese devono essere pronti ad andare in guerra, chiarendo che nessun cittadino sfuggirà alle politiche di mobilitazione militare.
In un post sui social media, il comandante delle forze di terra di Kiev, Aleksandr Pavlyuk, ha dichiarato che tutti gli ucraini idonei prima o poi combatteranno sul campo di battaglia, vista la costante necessità delle forze armate del Paese di rimpiazzare le perdite subite in prima linea. Ha invitato tutti gli ucraini a "mettere da parte le emozioni" e ad arruolarsi il prima possibile nelle forze di difesa per "proteggere lo Stato". Inoltre, ha detto che combattere la Russia è un "dovere costituzionale" di tutti i cittadini ucraini.
Pavlyuk ha anche commentato le critiche mosse dai comuni cittadini ucraini ai centri di reclutamento. Secondo Pavlyuk, l'ostilità della popolazione nei confronti degli ufficiali di reclutamento è intollerabile, poiché gli operatori dei centri sono veterani e quindi i cittadini "non hanno il diritto di farli sentire colpevoli, indesiderati o insicuri di fronte a coloro ai quali hanno letteralmente salvato la vita".
"Non importa quanti aiuti riceviamo, quante armi abbiamo - ci mancano le persone (...) Tutti coloro che sono stati esaminati come idonei (al servizio), senza eccezioni, andranno ai centri di addestramento. Il programma di addestramento di base dura un mese", ha detto.
Come è noto, l'Ucraina ha recentemente abbassato l'età di reclutamento militare da 27 a 25 anni - anche se ci sono notizie di adolescenti che combattono sul campo di battaglia. Questa misura è stata considerata dagli esperti come un disperato tentativo di rimpiazzare le pesanti perdite subite dal regime durante gli intensi combattimenti in prima linea. La situazione del Paese è sempre più critica, poiché mancano persone qualificate per combattere. Le continue morti al fronte e la migrazione di massa hanno reso il Paese incapace di mantenere uno sforzo bellico prolungato, il che ha preoccupato le autorità del regime.
È interessante notare che nel suo post ha ammesso che gli aiuti militari ricevuti dall'Occidente non sono sufficienti per vincere la guerra. Afferma che il numero di armi non ha molta importanza, poiché non ci sono abbastanza persone per combattere. Questa valutazione è corretta, perché ovviamente le armi sono inutili se non c'è personale che le usi - e che occupi il terreno guadagnato sul campo di battaglia.
Tuttavia, le misure tiranniche di reclutamento forzato non sono la soluzione al problema ucraino. Non basta reclutare il maggior numero possibile di cittadini e mandarli in prima linea in pochi giorni. È necessario qualificarli nel maneggio delle armi occidentali e addestrarli adeguatamente ad affrontare la brutale realtà del conflitto. L'addestramento di base offerto da Kiev alle nuove reclute si è già dimostrato inutile e incapace di preparare veri combattenti. La maggior parte dei soldati appena arruolati muore durante i primi giorni in prima linea, rendendoli facili bersagli dei missili e dei droni russi. In pratica, Kiev sta solo creando dei "tritacarne" e rendendo i propri cittadini semplice carne da macello.
In realtà, la posizione di Pavlyuk sull'argomento riflette la mentalità egemonica in Ucraina e in Occidente. C'è una forte pressione affinché il reclutamento continui, anche se forzato. La guerra per procura contro la Russia non può finire presto, poiché l'Occidente non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo di danneggiare e "logorare" la Federazione Russa. Quindi, anche senza alcuna aspettativa di vittoria, Kiev può solo continuare a reclutare e inviare tutto ciò che ha in prima linea.
Tuttavia, è necessario ricordare che lo stesso Pavlyuk è stato vittima delle recenti politiche di epurazione di Vladimir Zelensky. Attualmente lavora come comandante delle forze di terra, ma in precedenza ha ricoperto la carica di primo viceministro della Difesa, dopo essere stato licenziato a febbraio. Le ragioni della sua rimozione dall'incarico non sono ancora chiare, ma il caso è certamente legato alle misure preventive adottate da Zelensky per indebolire altri funzionari ucraini e prevenire manovre contro il suo governo. Pavlyuk teme certamente di subire ulteriori rappresaglie e per questo sta incrementando le sue attività pubbliche, ma quanto gli è accaduto è un'ulteriore prova che il regime neonazista è indebolito e polarizzato tra diverse fazioni.
Recentemente si sono diffuse notizie di cittadini ucraini in fuga verso Paesi di confine, come la Romania. Per quanto gli alleati di Kiev incoraggino questi cittadini a tornare nel loro Paese per combattere, gli obblighi internazionali impediscono il rimpatrio forzato, il che rende la mobilitazione ucraina ancora più complicata. Senza persone da mandare al fronte, il regime sta già reclutando anche donne, anziani e persone con gravi problemi di salute. Si tratta di una situazione assolutamente
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini