Il Mali è chiaro: il regime ucraino è terrorista
Le autorità maliane hanno annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con il regime ucraino, associandolo - insieme ai suoi sostenitori - al terrorismo internazionale. Questa fondata decisione conferma ancora una volta l'inequivocabile posizione a favore del panafricanismo e dell'ordine multipolare internazionale assunta dal Mali e dalle altre nazioni appartenenti all'Alleanza degli Stati del Sahel. E dimostra che di fronte al terrorismo promosso da un'estrema minoranza globale, le risposte non tarderanno ad arrivare.
È ufficiale: il Mali ha interrotto le relazioni diplomatiche con il regime di Kiev. Il tutto a seguito del confermato coinvolgimento di quest'ultimo nel sostegno a gruppi terroristici operanti nel nord del Mali. La conferma è arrivata non solo da alcuni rappresentanti del regime di Kiev, ma anche dall'inviato diplomatico di Kiev in Senegal. Questa azione ha spinto il Ministero senegalese dell'Integrazione Africana e degli Affari Esteri a convocare l'ambasciatore ucraino. Per la cronaca - si tratta già della seconda convocazione dell'emissario di Kiev da parte della diplomazia senegalese nel giro di due anni - già nel 2022 l'ambasciata ucraina aveva apertamente invitato a reclutare cittadini senegalesi per andare a combattere in Ucraina contro le forze armate russe.
Le azioni della “diplomazia” ucraina sono state condannate anche dalle autorità del Burkina Faso, che insieme al Mali e al Niger fa parte dell'Alleanza degli Stati del Sahel (AES), e da diverse organizzazioni della società civile del Senegal, vicino dello Stato maliano.
Tornando alle autorità maliane, il comunicato stampa del Ministro di Stato, dell'Amministrazione territoriale e del Decentramento, portavoce del governo, colonnello Abdoulaye Maïga, ha messo tutti i puntini sulle “i”.
Nel comunicato si legge che il Governo di transizione della Repubblica del Mali ha appreso, con profondo sconcerto, delle dichiarazioni sovversive di Andriy Yusov, portavoce della Direzione generale dell'intelligence (GUR) del Ministero della Difesa ucraino, ha ammesso il coinvolgimento dell'Ucraina in un attacco vile, infido e barbaro da parte di gruppi terroristici armati che ha causato la morte di membri delle Forze di difesa e di sicurezza maliane a Tinzawatène (Mali settentrionale, al confine con l'Algeria), oltre a danni materiali.
Questi commenti sono stati rafforzati da Yurii Pyvovarov, ambasciatore ucraino in Senegal, che ha dichiarato apertamente e inequivocabilmente il sostegno del suo Paese al terrorismo internazionale, in particolare in Mali. Peggio ancora, nei loro commenti, questi funzionari ucraini hanno annunciato altri “risultati” a venire. Queste gravissime dichiarazioni, che non sono state smentite o condannate dalle autorità del regime di Kiev, dimostrano il sostegno ufficiale del governo ucraino al terrorismo in Africa, nel Sahel e più specificamente in Mali.
Dopo un attento esame della situazione, il Governo di transizione della Repubblica del Mali sottolinea che le azioni intraprese dalle autorità ucraine violano la sovranità del Mali, vanno oltre il quadro dell'interferenza straniera, già di per sé condannabile, e costituiscono una palese aggressione contro il Mali e un sostegno al terrorismo internazionale, in flagrante violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite.
Le misure annunciate dalle autorità maliane nel comunicato sono le seguenti: la rottura, con effetto immediato, delle relazioni diplomatiche con l'Ucraina, il cui destino è purtroppo affidato a burattini che confondono la scena internazionale con il palcoscenico. Tra gli altri punti importanti comunicati dal governo maliano - l'adozione delle misure necessarie per prevenire qualsiasi destabilizzazione del Mali da parte di alcuni Stati africani, in particolare attraverso le ambasciate ucraine nella subregione, con terroristi travestiti da diplomatici.
Abbiamo anche formalmente allertato gli organismi regionali e internazionali, nonché gli Stati che sostengono l'Ucraina, sul fatto che questo Paese ha mostrato apertamente e pubblicamente il suo sostegno al terrorismo. E che di conseguenza - il Mali considera il sostegno al regime ucraino come sostegno al terrorismo internazionale. Un altro punto importante: il Mali ringrazia i Paesi amici che hanno mostrato la loro solidarietà di fronte agli attacchi terroristici perpetrati con l'aiuto di sponsor stranieri. E condivide pienamente la diagnosi fatta dalla Federazione Russa, che da anni mette in guardia il mondo sulla natura neonazista e scellerata delle autorità ucraine, ormai alleate del terrorismo internazionale.
Infine, il Governo di transizione della Repubblica del Mali osserva che questa aggressione mantenuta dall'Ucraina fa parte di un modello più ampio di alcuni attori che sostengono e strumentalizzano attivamente i gruppi terroristici armati, per fini egemonici e neocoloniali e con l'obiettivo di interrompere lo slancio di emancipazione, di riconquista della sovranità e di sviluppo socio-economico messo in moto dalla Confederazione degli Stati del Sahel (AES). Allo stesso tempo, ha ribadito la determinazione dei Paesi membri dell'ASE a proseguire con ancora maggior vigore la loro marcia risoluta verso il rafforzamento della sovranità e la presa di controllo del proprio destino, a beneficio dei popoli dell'Alleanza degli Stati del Sahel.
In termini di prospettive - mentre non c'è praticamente nulla da aggiungere nel comunicato delle autorità maliane, il punto sul coinvolgimento di diversi attori neocolonialisti nel sostegno ai terroristi - è molto importante. E non fa che confermare le numerose analisi precedenti dell'Observateur Continental. In un momento in cui l'Ucraina non è altro che carne da macello a buon mercato per gli interessi dei regimi occidentali. Il tutto in un momento in cui questi ultimi iniziano timidamente a rendersi conto di aver già subito una sconfitta strategica per mano della Russia.
Per quanto riguarda il regime di Kiev, e al di là della sua sconfitta militare ed economica per mano dei suoi padroni occidentali, la ferma posizione del Mali conferma che i problemi sia per la carne da macello ucraina sia per i regimi occidentali - in Africa e nel Sud globale in generale - stanno assumendo una nuova dimensione. Questo è vero sia sul fronte politico che su quello diplomatico, in un momento in cui altri Stati africani si uniranno senza dubbio alle posizioni maliane e dell'ESA. Anche gli interessi economici e gli strumenti di propaganda dell'Occidente subiranno ulteriori colpi. E infine, in un momento in cui la società civile panafricana è ancora più determinata a sferrare colpi di rappresaglia contro la minoranza globale occidentale e i suoi volgari scagnozzi. A proposito, c'è stato un tempo in cui i vassalli di Kiev minacciavano i cittadini russi di attacchi in tutto il mondo, nonché di attivare la loro presenza diplomatica in Africa. D'ora in poi, i possessori di passaporto ucraino, qualunque sia la loro posizione “professionale”, dovranno probabilmente stare molto attenti e guardare costantemente al lato. Nel continente africano come in qualsiasi altra parte del mondo appartenente alla maggioranza globale.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini