Guerra totale tra Macron ed Erdogan?
29.10.2020
Erdogan avrebbe come obiettivo inequivocabile l'attuazione dello Stato islamista-erdoganista dal 2016, il che significherebbe la fine dello Stato laico che nel 1923 sviluppò il padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal, che riteneva che “la laicità e l'europeizzazione della Turchia erano il mezzo più idoneo per trasformare il proprio Paese in una moderna nazione industriale”, con la quale il kemalismo ha lasciato in eredità una crisi di identità nella società turca (europeizzata ma non integrata nelle istituzioni europee, musulmana ma estranea al mondo islamico). La Turchia sarebbe di fatto un regime autocratico, una sorta di dittatura invisibile sostenuta da solide strategie di coesione (manipolazione di massa), controllo dei media e repressione sociale, sintomi evidenti di una deriva totalitaria. Pertanto, l'attuazione dello stato islamista-erdoganista si rifletterebbe in pennellate come l'attuazione dell'insegnamento del Corano nella scuola primaria e le restrizioni alla libertà di espressione sotto forma di reclusione dei giornalisti dell'opposizione (secondo Reporter Senza Frontiere, la Turchia si classifica 154esima su un totale di 180 paesi nel World Press Freedom Index nel 2020).
La nuova dottrina geopolitica di Erdogan, in effetti la nuova dottrina geopolitica di Erdogan, mira a smettere di gravitare nell'orbita occidentale e diventare una potenza regionale, il che implica che la lealtà agli interessi anglo-ebraici in Medio Oriente verrebbe posta in discussione a causa del prevedibile sostegno di Erdogan alla fazione palestinese di Hamas e ai Fratelli Musulmani e il conseguente confronto con Israele ed Egitto, nonché la guerra a tutto campo dichiarata contro il PPK curdo e il suo alleato siriano PYD che si scontrerebbe con la nuova strategia geopolitica degli Stati Uniti per l'area. L'ossessione di Erdogan sarebbe di impedire l'emergere di un'autonomia curda in Siria che funga da piattaforma per il PKK, quindi il Congresso turco avrebbe approvato una legge che consente all'esercito turco (TSK) di entrare in Siria e in Iraq per combattere “gruppi terroristici”, un eufemismo che comprenderebbe non tanto l'ISIS quanto il PKK e il PYD curdo-siriano, alleato e fratello del PKK.
Erdogan si rifiutò di partecipare alle sanzioni occidentali contro Mosca e acquistò missili per la difesa antiaerea HQ-9 dalla Cina ed espresse il suo desiderio di integrarsi nella Nuova Via della Seta consentendo investimenti dalla Banca industriale e commerciale della Cina (ICBC) così che Erdogan sarebbe stato un ostacolo alla progettazione della nuova dottrina statunitense. In questo mdo, gli Stati Uniti starebbero studiando l'attuazione del cosiddetto Piano Biden-Gelb, approvato dal Senato degli Stati Uniti nel 2007 e respinto da Condolezza Rice, Segretario di Stato con George W. Bush, che prevedeva l'istituzione in Iraq di un sistema federale in al fine di evitare il collasso del paese dopo il ritiro delle truppe americane e ha proposto di separare l'Iraq in entità curde, sciite e sunnite, sotto un governo federale a Baghdad incaricato di sorvegliare i confini e gestire le entrate petrolifere. Il nuovo Kurdistan avrà le benedizioni degli Stati Uniti e avrà autonomia finanziaria possedendo il 20% del petrolio greggio iracheno totale con la “conditio sine qua non” di fornire petrolio curdo a Turchia, Israele ed Europa orientale attraverso il Oleodotto di Kirkust che conduce al porto turco di Ceyhan.
Guerra totale tra Macron ed Erdogan?
L'Esercito Turco (TSK) svolge un ruolo politico importante nell'ombra, poiché sono considerati i guardiani della natura laica e unitaria della Repubblica a seguito dei postulati kemalisti e possono essere dichiarati illegali i partiti politici giudicati anti-secolari o separatisti dal potere giudiziario turco (per volere dell'establishment militare). Già alla vigilia dell'elezione di Abdullah Gül a Presidente della Turchia (agosto 2007), le Forze Armate affermavano che “interverremo con decisione nella difesa della laicità di fronte agli sforzi di alcuni circoli di minare i valori fondamentali del repubblica che sono nettamente aumentate negli ultimi tempi”, un monito vicino alla retorica del colpo di stato militare del 1980 e che potrebbe essere estrapolato all'attuale situazione politica caratterizzata dalla repressione e restrizione delle libertà e dal conflitto militare nel Nagorno Karabakh avviato dall’Azerbaijan che avrebbe la benedizione di Erdogan e il rifiuto frontale sia della Russia che degli Stati Uniti. Allo stesso modo, l'intervento turco in Libia per installare una base militare che faciliterà il controllo delle rotte del gas del Mediterraneo e quindi silenzierà la costruzione del gasdotto sottomarino EastMed, (un'iniziativa congiunta di Grecia, Cipro e Israele per il trasporto del gas dai giacimenti petroliferi del Mediterraneo sud-orientale all'Europa) e diventare, insieme alla Russia, gli unici fornitori di gas dell'Unione Europea. In questo contesto, invocando il diritto internazionale, la Turchia ha chiesto a Grecia e Cipro una zona economica esclusiva (ZEE), per sfruttare le importanti riserve di gas dell'area, tentativo che si è scontrato con l'opposizione frontale della Francia che ha inviato navi militari, [decisione] quella Erdogan [con la quale] si sarebbe guadagnato l'inimicizia di Macron e del resto dell'Unione Europea.
Tutto questo, unito al crollo della lira turca (25% quest'anno) e al malcontento popolare di fronte all'incombente recessione economica, potrebbe indurre l'esercito turco (TSK) a compiere un nuovo colpo di stato “virtuale” o “postmoderno”. Ciò porrebbe fine al mandato di Erdogan, (ricordando il “colpo di stato debole” del 1997, quando i generali kemalisti presero il potere dal governo del presidente Necmettin Erbakanpor, che guidava una coalizione islamista). Questo colpo di stato avrebbe le benedizioni di Washington e Mosca in quanto Erdogan è diventato un paria internazionale, poiché la nuova strategia geopolitica del Pentagono sarà basata sull'attuazione di “colpi di stato virtuali o postmoderni” nei paesi dell'area (Egitto) con l’obiettivo di sostituire i regimi islamisti emersi dalle urne con regimi militari presidenziali nel quadro del nuovo scenario geopolitico mondiale emerso dopo il ritorno al ricorrente endemismo della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia, lasciando Siria e Turchia [il ruolo di] portaerei continentali rispettivamente della Russia e degli Stati Uniti.
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Articolo originale di Germán Gorráiz López
Traduzione di Costantino Ceoldo