CONTRO IL MONDO POSTMODERNO
Il male dell’unipolarità
L’attuale ordine mondiale è unipolare, con l’Occidente globalizzato al suo centro e gli Stati Uniti al suo cuore.
Questo tipo di unipolarità ha aspetti geopolitici ed ideologici. Geopoliticamente, è il dominio strategico della Terra da parte della superpotenza nordamericana e gli sforzi di Washington di organizzare l’equilibrio delle forze sul pianeta in modo tale da poterlo governare in accordo con i propri interessi imperialistici e nazionali. Questo è un male perché priva gli altri stati e nazioni della loro vera sovranità.
Quando si lascia una sola autorità a decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e chi dovrebbe essere punito, si ha una dittatura globale. Io sono convinto che ciò sia inaccettabile e che dobbiamo contrastarlo. Se qualcuno ci priva della nostra libertà, dobbiamo reagire. E lo faremo. L’impero americano deve essere distrutto, e presto o tardi lo sarà.
Ideologicamente, questa unipolarità è basata su valori moderni e postmoderni che sono apertamente antitradizionali. Io condivido il punto di vista di René Guénon e Julius Evola, che ritenevano la modernità e le sue basi ideologiche (l’individualismo, la liberal democrazia, il capitalismo, il conformismo, e così via) essere la causa della catastrofe futura dell’umanità, e la dominazione globale degli atteggiamenti occidentali come la degradazione finale della Terra. L’Occidente si sta avvicinando alla sua fine, e noi non dobbiamo lasciare che trascini tutto il resto nel baratro.
Spiritualmente, la globalizzazione è la manifestazione della Grande Parodia: il regno dell’Anticristo. E gli Stati Uniti sono al centro della sua espansione. I valori americani hanno la pretesa di essere valori “universali”. In realtà sono una nuova forma di aggressione ideologica contro la molteplicità delle culture e delle tradizioni che ancora esistono in altre parti del mondo. Io sono decisamente contro i valori occidentali che sono essenzialmente moderni e postmoderni, e che sono promossi dagli Stati Uniti con la forza o con l’influenza (Afghanistan, Iraq, ora la Libia, domani Siria e Iran).
Perciò, tutti i tradizionalisti dovrebbero essere contro l’Occidente e la globalizzazione, così come dovrebbero opporsi alle politiche imperialistiche degli Stati Uniti. Questa è l’unica posizione logica e coerente. I tradizionalisti e i sostenitori dei principi e dei valori tradizionali devono opporsi all’Occidente e difendere il resto del mondo (se il resto del mondo mostra segni di conservazione della Tradizione, in parte o interamente).
Ci possono essere — e ce ne sono davvero — uomini in Occidente e negli Stati Uniti che non accettano l’attuale stato delle cose e che non approvano la modernità e la postmodernità. Sono i difensori della tradizione spirituale dell’Occidente premoderno. Essi dovrebbero unirsi a noi nella nostra lotta comune. Dovrebbero prender parte alla nostra rivolta contro il mondo moderno e postmoderno. Combatteremo insieme contro un nemico comune.
Un’altra questione riguarda la struttura del possibile fronte antiglobalista e antimperialista, e i suoi partecipanti. Penso che dovremmo includere tutte le forze che lottano contro l’Occidente, gli Stati Uniti, la democrazia liberale, la modernità e la postmodernità. La lotta contro il nostro nemico comune necessita di tutti i tipi possibili di alleanze politiche. Musulmani, cristiani, russi e cinesi, esponenti di sinistra e di destra, indù, ebrei, e tutti coloro che sfidano lo stato delle cose presenti, la globalizzazione e l’imperialismo americano, sono potenzialmente amici e alleati. I nostri ideali possono essere differenti, ma abbiamo in comune una cosa molto forte: la realtà attuale, che detestiamo. I nostri ideali si differenziano solo potenzialmente (in termini di specifiche visioni che ognuno di noi vuole raggiungere, qualcosa che ha solo il potenziale di diventare realtà). Ma la sfida che abbiamo di fronte è attuale (in atto). Questa deve quindi essere la base per la nuova alleanza. Tutti coloro che vedono negativamente la globalizzazione, l’occidentalizzazione e la postmodernizzazione, dovrebbero coordinare i loro sforzi nella creazione di una nuova strategia di resistenza a questo male onnipresente. Possiamo anche trovare i “nostri” negli Stati Uniti, tra coloro che scelgono la Tradizione in contrapposizione alla decadenza presente.
Verso la Quarta Teoria Politica
A questo punto dobbiamo farci una domanda molto importante: che tipo di ideologia dobbiamo usare per opporci alla globalizzazione e ai suoi principi liberal democratici, capitalistici e modernisti (post modernisti)? Io penso che tutte le ideologie antiliberali — il comunismo, il socialismo così come il fascismo — non sono più adeguate. Tutte queste hanno cercato di combattere il capitalismo liberale e hanno fallito. Ciò è accaduto in parte perché, alla fine dei tempi, è il male che prevale; in parte a causa delle loro contraddizioni e limitazioni. È giunto quindi il momento di fare una profonda revisione delle ideologie anti liberali del passato. Quali erano i loro aspetti positivi? Il fatto stesso che esse erano anticapitaliste e antiliberali, così come anticosmopolite e antindividualiste. Queste caratteristiche devono quindi essere accettate e integrate nell’ideologia futura. Tuttavia, la dottrina comunista è moderna, atea, materialista, e cosmopolita. Ciò deve essere rigettato. D’altra parte, la solidarietà sociale, la giustizia sociale, il socialismo stesso e un approccio olistico generale alla società sono aspetti positivi. Dunque abbiamo bisogno di separare gli aspetti materialisti e modernisti e rifiutarli.
D’altra parte, nelle teorie della terza via (care, a un certo punto, ad alcuni tradizionalisti come Julius Evola) c’erano alcuni elementi inaccettabili: prima di tutto, razzismo, xenofobia e sciovinismo. Questi erano non solo fallimenti morali ma anche atteggiamenti teoricamente ed antropologicamente incoerenti. La differenza tra etnie non indica superiorità o inferiorità. Tali differenze dovrebbero essere accettate e affermate, senza alcuna pretesa razzista. Non esiste un sistema comune di misurazione per confrontare e valutare diversi gruppi etnici. Quando una società cerca di giudicare le altre, applica i suoi propri criteri, e così facendo commette una violenza intellettuale. Questo stesso atteggiamento è apppunto il crimine della globalizzazione e dell’occidentalizzazione, così come nell’imperialismo americano.
Se liberiamo il socialismo dalle sue caratteristiche materialistiche, ateiste e moderniste, e se rifiutiamo gli aspetti razzisti e strettamente nazionalistici delle dottrine della terza via, arriviamo a un tipo completamente nuovo di ideologia politica. Noi la chiamiamo Quarta Teoria Politica (la prima è il liberalismo, che noi sostanzialmente sfidiamo; la seconda è la classica forma del comunismo; la terza è il fascismo e il nazionalsocialismo). La sua elaborazione inizia dal punto di intersezione tra le diverse teorie politiche antiliberali del passato (il comunismo e le teorie della terza via). Questo ci porta al nazional-bolscevismo, che rappresenta il socialismo senza il materialismo, l’ateismo, il progressismo e il modernismo, così come le teorie della terza via senza il razzismo e il nazionalismo. Ma questo è solo il primo passo. L’addizione meccanica di versioni profondamente riviste delle ideologie anti liberali del passato non ci porta al risultato finale. È solo una prima approssimazione, un approccio preliminare. Dobbiamo andare oltre, e richiamarci alla Tradizione e alle fonti di ispirazione premoderne. Qui abbiamo lo Stato ideale di Platone, le società gerarchiche del medioevo e la visione teologiche del sistema normativo politico e sociale (cristiano, islamico, buddista, ebreo, o indù). Questa fonte premoderne è uno sviluppo molto importante della sintesi nazional-bolscevica. Abbiamo quindi bisogno di trovare un nuovo nome per questo tipo di ideologia, e “Quarta Teoria Politica” è abbastanza appropriato. Non ci dice che cosa è questa teoria, ma piuttosto che cosa non è. È quindi una forma di invito o di appello piuttosto che un dogma.
Politicamente, abbiamo qui una base interessante per la cooperazione consapevole tra sinistra e destra, così come con i movimenti religioni o altri movimenti antimoderni (gli ecologisti, per esempio). L’unica cosa su cui insistiamo nella creazione di una tale cooperazione è, per coloro che partecipano, di mettere da parte i loro pregiudizi anticomunisti così come antifascisti. Questi pregiudizi sono strumenti nelle mani dei liberali e dei globalisti con cui essi mantengono i loro nemici divisi. Dobbiamo respingere con forza l’anticomunismo così come l’antifascismo. Entrambi sono strumenti controrivoluzionari nelle mani dell’élite globale liberale. Allo stesso tempo dobbiamo opporci con forza a qualsiasi tipo di scontro tra le religioni: musulmani contro cristiani, ebrei contro musulmani, musulmani contro indù, e così via. Queste guerre e odi inter religiosi lavorano per la causa del regno dell’Anticristo, che tenta di dividere tutte le religioni tradizionali, al fine di imporre la sua propria pseudo religione, la parodia escatologica.
Abbiamo quindi bisogno di unire la destra, la sinistra, e le religioni tradizionali nella lotta comune contro il nemico comune. Giustizia sociale, sovranità nazionale e valori tradizionali sono i tre principi primari di tale ideologia. Non è facile mettere tutto questo insieme, ma dobbiamo provarci se vogliamo vincere il nemico.
In francese c’è uno slogan: La droite des valeurs et la gauche du travail (Alain Soral) [“la destra dei valori e la sinistra del lavoro”, NdT]. In italiano: La Destra sociale e la Sinistra identitaria.
Possiamo spingerci oltre e cercare di definire il soggetto, l’attore della Quarta Teoria Politica. Nel caso del comunismo, al centro c’era la classe. Nel caso dei movimenti della terza via, al centro c’era la razza o la nazione. Nel caso delle religioni, c’è la comunità dei fedeli. Come potrebbe trattare la Quarta Teoria Politica questa diversità e divergenza di soggetti? Noi proponiamo, come suggerimento, che il soggetto della Quarta Teoria Politica possa trovarsi nel concetto Heideggeriano del Dasein (esser-ci). Si tratta di una nozione concreta ma estremamente profonda che potrebbe essere il comune denominatore per l’ulteriore sviluppo ontologico di questa ideologia. Ciò che è fondamentale qui è l’autenticità o la non autenticità dell’esistenza del Dasein. La Quarta Teoria Politica insiste sull’autenticità dell’esistenza. Pertanto, è l’antitesi di qualsiasi tipo di alienazione: sociale, economica, nazionale, religiosa o metafisica.
Ma il Dasein è un fenomeno concreto. Ogni individuo e ogni cultura possiede il proprio Dasein. Essi si differenziano tra loro ma sono sempre presenti.
Accettando questo, dobbiamo procedere all’elaborazione di una strategia comune nel processo di creazione di un futuro che deve in grado di soddisfare le nostre esigenze e la nostra visione. Quindi, valori come la giustizia sociale, la sovranità nazionale e la spiritualità tradizionale possono servirci come indizi.
Credo sinceramente che la Quarta Teoria Politica, il nazional-bolscevismo e l’eurasiatismo possano essere di grande utilità per i nostri popoli, i nostri paesi e la nostra civiltà. La parola chiave è “multipolarità” in tutti i sensi: multipolarità geopolitica, culturale, valoriale, economica, e così via.
La visione del nous (intelletto), come definito dal filosofo greco Plotino, corrisponde al nostro ideale. L’intelletto è uno e plurimo al tempo stesso, perché contiene tutti i tipi di differenze in se stesso, non uniformi o miste, ma prese come tali, con tutte le loro particolarità. Il mondo del futuro dovrebbe essere noetico in un certo senso: la molteplicità e la diversità devono essere intesi come una ricchezza e come un tesoro e non come un motivo di inevitabile conflitto. Ci dovrebbero essere molte civiltà, molti poli, molti centri, e molti insiemi di valori sul nostro pianeta, nella nostra umanità.
Tuttavia c’è qualcuno che la pensa diversamente. Chi si oppone a un tale progetto? Quelli che vogliono vuole imporre l’uniformità, il pensiero unico, un unico modo di vivere (americano) e un unico mondo. Lo fanno con la forza e con la persuasione. Essi sono contro la multipolarità. Pertanto, sono contro di noi.
Traduttore: Donato Mancuso