La Bielorussia e il multipolarismo

07.08.2023
Discorso alla 1° Conferenza globale sul multipolarismo del 29 aprile 2023

Прывитанне, паважаныя сябры.

La Bielorussia si trova al centro dell'Europa. Si trova al crocevia delle civiltà occidentali e orientali. Per secoli la nostra terra ha sperimentato i vantaggi della sua posizione: essere lo snodo, il centro della famosa rotta commerciale "dai Varangi ai Greci", che ha giovato allo sviluppo del commercio e al dialogo tra le culture. Tuttavia, questi vantaggi sono stati seriamente compensati dal fatto che la nostra terra è diventata il centro di scontri storici, culturali e geopolitici.

La terra bielorussa è nata come uno dei centri della civiltà slava orientale e ortodossa. Tre cattedrali di Santa Sofia - a Kiev, Novgorod e Polotsk - erano i centri del nostro primo impero. San Cirillo, il vescovo di Turov, tenne sermoni che ancora oggi sono considerati a buon diritto dei capolavori di elocuzione, filosofia e teologia: sono diventati il fondamento della nostra visione del mondo.

Eppure, nel corso dei secoli, siamo sempre stati i primi ad affrontare l'espansione culturale, economica e, spesso, militare dell'Occidente. La potente Polonia cattolica è stata per molti secoli il fuoco e la spada dell'Occidente e il tramite delle sue idee verso l'Oriente. Il primo colpo di queste espansioni è sempre stato inferto dalla popolazione ortodossa delle terre bielorusse. Questo ha portato il nostro popolo a identificarsi deliberatamente come "la gente del posto". Quando l'élite tradì la propria fede ancestrale a favore delle libertà della nobiltà szlachta, queste stesse persone conservarono la propria identità nelle confraternite ortodosse e nei costumi e riti popolari. Questo particolare temperamento nazionale ci ha aiutato a fare la scelta giusta nei tempi che cambiano. Vi ricordo che quando il globalismo ha trionfato, quando le forze delle tenebre erano all'apice del loro potere, siamo stati i primi a scegliere la strada della vera indipendenza e dell'opposizione al globalismo, dell'alleanza con la Russia, quando solo i pigri non la deridevano. È successo quando abbiamo eletto il Presidente della Repubblica di Bielorussia Alexander Grigoryevich Lukashenko. Siamo stati allora i primi in Europa, abbiamo cacciato Soros e tutte le sue strutture, distrutto completamente la rete di influenza americano-britannica e innalzato la bandiera dell'antiglobalismo nella nostra regione. Nel maggio 2021, il nostro Presidente ha definito la nostra posizione geopolitica come l'avamposto della Nuova Eurasia. La prima fortezza che ostacola il nemico. Da tre decenni svolgiamo il ruolo di frangiflutti nelle circostanze più difficili, sotto una raffica di ripetuti tentativi di rivoluzione cromatica che coinvolgono l'intera gamma delle capacità psicologiche, informative e tecnologiche occidentali. Per questo sono convinto che l'esperienza bielorussa di nation building sia non solo utile, ma essenziale per il nostro mondo sempre più multipolare.

Vorrei ricordarvi il modo in cui il modello bielorusso si è dimostrato durante la pseudo-pandemia orchestrata dai globalisti. Sotto una pressione colossale non abbiamo fermato una sola fabbrica, non abbiamo rinchiuso una sola persona nel suo appartamento, non abbiamo fatto vaccinazioni forzate, non abbiamo imposto un "regime di museruola", la nostra Chiesa non ha sbarrato le porte delle chiese, cosa che è stata percepita come una sfida dall'élite globalista che ha cercato di distruggerci.

Siamo stati coerenti nel sostenere l'operazione militare speciale della Federazione Russa a livello informativo, diplomatico e di altro tipo.

Il Presidente della Bielorussia dice: "Fate come me". Possiamo vedere l'immensa forza dello Stato bielorusso nel preservare le tradizioni del nostro popolo, dando priorità all'economia pianificata dallo Stato e alla volontà incondizionata del nostro leader. Ha detto: "Il mondo è stanco del cappio americano". Toglieremo questo cappio dal collo dell'umanità, le idee del male, della morte dell'uomo e dell'umanità, il fascismo e il suo culto dell'omicidio e della crudeltà non possono prosperare nel mondo di Dio, e la Repubblica di Bielorussia rimarrà un'indistruttibile fortezza di Brest che si frappone a queste forze oscure.

Che la memoria degli assassinati Daria Dugina, Maxim Fomin e degli altri martiri ed eroi attuali dell'esercito di Dio possa vivere per sempre.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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