Sui laboratori biologici del Pentagono in Ucraina
Nonostante gli accordi internazionali che regolano le attività nel campo della ricerca biologica, su questo tema, così come in materia di armi chimiche, gli USA restano gli States dai doppi standard. Non è noto in modo affidabile che tipo di ricerca, in particolare la ricerca relativa a virus mortali, venga condotta dall’esercito americano o dove.
Dopo gli attacchi terroristici di New York nel settembre 2001, le minacce biologiche sono state usate per spaventare l’America. La situazione con l’invio di lettere contenenti polvere con spore di antrace è stata portata al livello dell’isteria pubblica. È accaduto circa una settimana dopo gli attentati al World Trade Center di New York, che hanno creato l’illusione che ci fosse un legame tra i due eventi, accomunati dal tema della minaccia del “fondamentalismo islamico”. Dieci anni dopo, nel 2011, documenti dell’FBI declassificati hanno mostrato che le spore dell’antrace sono state sviluppate presso l’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito Americano.
In dieci anni il numero di laboratori americani impegnati nello sviluppo di modalità di protezione contro il bioterrorismo, secondo la versione ufficiale, è passato da 20 a 400. Centri biologici segreti sono comparsi in Africa e in America Latina e, sono stati aperti laboratori biologici di funzione sconosciuta in Ucraina e Georgia, ed è prevista anche l’apertura di un centro biologico in Kazakistan nel 2015. La maggior parte di queste attività è supervisionata dal Pentagono.
Nel 2002 è stato firmato un accordo tra gli Stati Uniti e la Georgia “Sulla cooperazione nell’area della prevenzione della proliferazione di tecnologia, agenti patogeni e competenze relative allo sviluppo di armi biologiche”. Nel 2004 è stato deciso di costruire un “Laboratorio di riferimento per la salute pubblica” nel villaggio di Alekseevka vicino a Tbilisi. Alla cerimonia di apertura ufficiale del 18 marzo 2001 ha partecipato l’Assistente Segretario alla Difesa per i programmi di difesa nucleare, chimica e biologica, Andrew Weber.
In termini di sviluppo della ricerca biologica, l’Ucraina è di particolare interesse per l’esercito americano. Immediatamente dopo la vittoria della prima rivoluzione colorata, è stato firmato un pacchetto di accordi tra il Ministero della Salute dell’Ucraina e il Ministero della Difesa degli Stati Uniti sul rinnovamento delle strutture biologiche in Ucraina. Nel 2008 è emerso un piano per la fornitura di aiuti statunitensi al ministero della Salute ucraino e nell’ottobre 2009 è stato presentato un concetto di sviluppo per un “programma di riduzione delle minacce biologiche”.
Con il sostegno degli Stati Uniti, il 15 giugno 2010 è stato aperto il primo centro biologico in Ucraina nell’ambito del Mechnikov Anti-Plague Research Institute di Odessa alla presenza dell’ambasciatore statunitense John Tefft. Al centro di Odessa è stato assegnato un livello che consente di lavorare con i ceppi utilizzati nello sviluppo di armi biologiche. In Ucraina, lo stoccaggio decentralizzato di agenti patogeni pericolosi è una pratica comune. A questo proposito, sorge la domanda: potrebbe esserci un nesso tra i lavori in corso in questo centro e l’omicidio di massa di persone presso la sede sindacale di Odessa il 2 maggio 2014? Un certo numero di attivisti locali e organi di stampa ha dichiarato che una sostanza sconosciuta è stata usata quel giorno per uccidere un gran numero di persone.
Solo nel 2013 in Ucraina sono stati aperti biolaboratori a Vinnytsia, Ternopil, Uzhhorod, Kiev, Dnepropetrovsk, Simferopol, Kherson, Lviv (tre laboratori contemporaneamente in questa città!) e Lugansk con il sostegno degli Stati Uniti.
Oggi i biolaboratori del Pentagono sono posizionati attorno alla Russia in semicerchio.
Nel 2012 è stato effettuato l’ammodernamento di un biolaboratorio in Azerbaigian, anche con il supporto degli USA. Anche la creazione di centri simili in Uzbekistan e Kirghizistan figura nei piani dell’America. Ci sono prove che Ken Alibek, ex microbiologo militare sovietico e ora cittadino statunitense, dopo essere emigrato in America all’inizio degli anni ’90 e aver passato agli americani informazioni segrete sul programma biologico-militare dell’Unione Sovietica, sarà incaricato del centro biologico in Kazakistan. Da quando è tornato in Kazakistan nel 2010, Alibek è stato a capo di un dipartimento dell’Università di Nazarbayev; allo stesso tempo, è anche CEO del National Medical Holdings JSC.
Il focus delle attività statunitensi sulla creazione di centri biologici negli stati confinanti con la Russia è evidenziato dal fatto seguente. Nel 2010 è stato istituito a Turku il Centro Transeuropeo per il Rilevamento di Agenti di Biominaccia (TECDOBA) sotto la guida del Laboratorio di Biotecnologia congiunto finlandese-russo (JBL). A differenza della Georgia e dell’Ucraina, il lavoro del Centro è stato pianificato in collaborazione con la Russia e il progetto è stato approvato dal governo finlandese. Fu presto però chiuso, senza alcuna motivazione. Da fonti private si è saputo che il progetto era stato chiuso su ordine diretto di Washington proprio mentre gli Stati Uniti si preparavano ad aprire un biolaboratorio in Georgia.
Non sono solo il Pentagono e i dipartimenti speciali degli Stati Uniti ad essere coinvolti in questa guerra biologica segreta, ma anche le corporazioni membre dell’Alleanza per la Biosicurezza. Questo gruppo di società comprende Bavarian Nordic, Cangene Corporation, DOR BioPharma Inc., DynPort Vaccine Company LLC, Elusys Therapeutics Inc., Emergent BioSolutions, Hematech Inc., Human Genome Sciences Inc., NanoViricides Inc., Pfizer Inc., PharmAthene, Siga Technologies Inc. e Unither Virology LLC. Fanno tutti parte della cosiddetta “Big Pharma”. Questo termine si riferisce a una struttura ramificata in cui gli interessi dei membri del Congresso degli Stati Uniti sono intrecciati con gli interessi delle industrie farmaceutiche e militari americane.
Traduzione di Alessandro Napoli
Fonte: strategic-culture.org