E' scontro tra Francia e Germania sulle agevolazioni alla Grecia
E' scontro aperto tra Francia e Germania sulla decisione dell'Eurogruppo di ritirare le misure accordate appena pochi giorni prima alla Grecia per alleggerire il colossale carico di debito che grava sul Paese ellenico.
A causare la marcia indietro dei ministeri delle Finanze Ue era stata la decisione del primo ministro greco, Alexis Tsipras, di versare una tantum da 300 euro alle pensioni minime e di concedere sgravi fiscali, non concordati con i creditori, alle isole dell'Egeo investite dagli ingenti flussi di richiedenti asilo.
Ironicamente, i pensionati greci avevano protestato contro il versamento, bollandolo come "noccioline". Anche di fronte all'emergenza rifugiati ha prevalso quindi il partito dell'austerita', guidato da quella stessa Germania che per allontanare i migranti dalle porte d'Europa aveva stretto, di sua iniziativa, un accordo con la Turchia di Erdogan da tre miliardi di euro (che secondo Ankara non sarebbero stati ancora saldati del tutto).
La scelta, comunicata ieri dall'Eurogruppo, di negare ad Atene agevolazioni come una parziale moratoria sugli interessi e l'allungamento di alcune scadenze era stata però tutt'altro che unanime, come aveva riconosciuto lo stesso portavoce di Jeroen Dijsselbloem, il ministro delle Finanze olandese che presiede l'organismo.
A rivendicarlo è lo stesso ministro delle Finanze transalpino, Michel Sapin, che oggi ha sottolineato come "dichiarazioni individuali non equivalgano a comunicati collettivi dell'Eurogruppo", esternazione che segue l'appello del presidente Francois Hollande affinchè la Grecia "venga trattata con dignita'".
Hollande è stato finora l'alleato piu' stretto di Tsipras in Europa e ne ha spesso sostenuto le posizioni nel tentativo di opporre una politica di investimenti a favore della crescita a quella di austerita' che vede i suoi portabandiera in Germania e Olanda, due Paesi alle prese il prossimo anno con delicatissime elezioni parlamentari.
La partita' è infatti squisitamente politica: sia il governo di Berlino che quello di Amsterdam devono fare i conti con un'opposizione anti-establishment che, in campagna elettorale, oltre che sui temi dell'immigrazione, puntera' sul tormentone del denaro dei virtuosi contribuenti mitteleuropei dilapidato dai presunti spendaccioni del 'Club Med' (a prescindere dal fatto che questi ultimi, come nel caso dell'Italia, possano essere contribuenti netti).
La polemica ha poi subito un ulteriore escalation con l'intervento a gamba tesa dell'uomo di Parigi a Bruxelles, il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, il quale ha dichiarato oggi alla France Presse che le misure varate da Tsipras non contraddicono i termini in base al quale erano state concesse le agevolazioni.
Il commissario agli Affari Economici che contraddice in maniera esplicita il presidente dell'Eurogruppo: una frattura politica dalle conseguenze potenzialmente dirompenti.
Tsipras, da parte sua, si è detto fiducioso di poter giungere a un accordo "senza ricatti e nel rispetto della sovranita' di ogni Paese" e ha scritto in una nota che "chi chiede una sospensione della decisione dell'Eurogruppo sta violando l'accordo", ovvero i termini del nuovo piano di prestiti da 86 miliardi di dollari concesso alla Grecia da Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea. E non finisce qui: secondo un altro comunicato diffuso da Atene, Moscovici avrebbe riferito a Tsipras che a costringere l'Eurogruppo a fare marcia indietro è stato il veto di un solo Paese. E tutti gli indizi puntano verso la Germania.