L'impatto delle nuove relazioni russo-turche sul mercato dell'energia europeo

09.12.2016

Questa settimana, il parlamento turco ha ratificato l'accordo su Turkish Stream con la Russia e Gazprom.

Il premier russo Dmitrij Medvedev e l'omologo turco Binali Yildirim, in visita ufficiale a Mosca, hanno anche siglato il via libera per il Fondo di investimento congiunto, che dovrebbe diventare operativo il prossimo anno. Questi accordi suggellano il nuovo stadio delle relazioni fra Mosca e Ankara: ottime, dopo la crisi siriana e l'abbattimento di un aereo russo da parte della Turchia, l'anno scorso.

Il patto su Turkish Stream ha enormi implicazioni per il mercato europeo dell'energia.

Partiamo dal presupposto che il mercato dell'energia, come dimostra il cartello Opec, non può essere un mercato di concorrenza perfetta. Negli ultimi dieci anni, la strategia principale da parte delle correnti euroatlantiche di Bruxelles era "ufficialmente" di ridurre la dipendenza energetica dell'Europa dalla Russia, attraverso l'apertura di una nuova rotta anatolico-caucasica. In pratica, la Commissione puntava a liberare l'Ucraina da questo elemento di condizionamento esterno, per spingere Kiev verso la Ue, dato che il gas russo passava di lì. Obiettivo, per raggiungere il quale, si sono utilizzate tutte le tecniche non convenzionali possibili e immaginabili, come le varie procedure di infrazione aperte dalla Commissione - organo giudiziale e politico! - avverso South Stream, che all'epoca era il gasdotto russo che avrebbe bypassato l'Ucraina.

La realtà, quindi, è che non c'entravano nulla l'apertura dei mercati, dato che affiancare al gas russo quello azero o iraniano non significava creare concorrenza, né lo status di autocrazia imputato da Bruxelles a Mosca, visto che quasi mai facciamo affari con le democrazie e l'Iran teocratico non è sicuramente più liberale della democrazia presidenziale di Putin. La verità rilevante è che una strategia di attacco europeo agli interessi di Mosca e alla sua area di influenza geopolitica ha causato più danni che benefici agli europei. Soprattutto considerando che Mosca non voleva perseguire i suoi interessi contro la Ue, ma saldandosi a un pezzo di Europa, come dimostrava il dato che il partner principale di South Stream era Eni.

In questo momento, i vecchi progetti antagonisti Nabucco e South Stream sono stati superati: allo stato attuale, si costruiranno due nuove pipeline, una trans Caucaso e Anatolia, il Tanap e un'altra che attraversa il Mar Nero, Turkish Stream. E si tratta di due progetti che non saranno alternativi. Attraverso l'instaurazione di buoni rapporti con Ankara, infatti, la Russia potrebbe spuntare anche un ricongiungimento di Tanap e Turkish Stream, ma c'è di più. Lo stesso gas che Turkish Stream "pescherà" avrà "ottimi rapporti" con Mosca. Quello azero, del giacimento di Shaz Deniz, dell'azera Socar, ma dove ha una compartecipazione anche la russa Lukoil. Quello iraniano - dato che Mosca e Teheran hanno riaffermato una partnership che punta a condurre ad un consolidamento di Assad in Siria -, e quello dell'Asia centrale: anche Turkmenistan e Kazakistan stanno reiterando i loro accordi commerciali con Mosca. Per giunta, portandosi dietro anche la Cina. La nuova via della seta voluta da Pechino passerà per il Caucaso e arriverà proprio in Serbia, altro paese chiave nella geopolitica russa.

In definitiva, dopo i conflitti in Ucraina e Siria, gli euratlanisti non sono riusciti nel loro intento: non solo la posizione di Mosca è rafforzata, in Turchia ma anche in Libia e in Egitto, dove Haftar e Al Sisi si sono spostati sulle posizioni di Putin. Ma la stessa Nato ha visto incrinare la posizione di Ankara, partner strategico. Al punto che Erdogan ha praticamente mandato a quel paese Bruxelles sulla questione migranti, seccato da questa pantomima di Palazzo Berlaymont che deve decidere se la Turchia è degna di entrare nella Ue o meno. In questo momento è la Ue che ha bisogno di Ankara, non viceversa. E sarebbe meglio che a Bruxelles si dessero una mossa, se non vogliono spingere Erdogan ancora di più fra le braccia di Mosca. Che, all'italiana, giocando in contropiede, per ora sembra aver vinto.