Fabrizio Luciolli (Comitato Atlantico): la vittoria di Trump è una grande opportunità per l'Italia
Secondo Fabrizio W. Luciolli, presidente del Comitato Atlantico Italiano, "l'Italia ha una straordinaria opportunità da giocarsi con l'amministrazione statunitense di Donald Trump". Lo ha spiegato in un'ampia intervista rilasciata oggi ad Agenzia Nova.
"I paesi che hanno la possibilità di avere un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, con questa amministrazione, sono sicuramente il Regno Unito e l'Italia, che ha delle carte straordinarie", ha fatto notare Luciolli. "Non vi è paese - ha ricordato Luciolli - che possa, come l'Italia, favorire un dialogo costruttivo tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa. Allo stesso tempo, non vi è paese che abbia una sensibilità particolare, come l'Italia, per i problemi che provengono dal Sud, dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. Non vi è paese, come l'Italia, che abbia più basi americane piuttosto che Nato nel quadrante europeo. Se l'Italia saprà far valere bene queste carte - ha osservato Luciolli - potrà giocare un ruolo fondamentale per quel che riguarda sia il rapporto con l'Est, sia il rapporto con il fianco sud".
"Però ho l'impressione - ha molto opportunamente evidenziato Luciolli, con evidente riferimento alle esternazioni di vari rappresentanti del governo Renzi ed all'atteggiamento dei media - che siamo in ritardo nell'acquisire consapevolezza di questa straordinaria opportunità".
Proseguendo la sua riflessione Luciolli ha evidenziato come Trump possa essere "una straordinaria occasione per entrambe le sponde dell'Atlantico. Per la Nato e l'Unione europea è un'occasione per rafforzare in maniera più equilibrata la loro collaborazione e partenariato strategico. Per la Nato questo significa compiere un ulteriore adattamento, attraverso un riequilibrio non solo degli oneri finanziari ma anche con una migliore condivisione dei rischi nei diversi teatri strategici. Quello che sostengo è che, oggi, nessuna società composta da ventotto azionisti possa funzionare in maniera equilibrata quando uno solo di questi ultimi si fa carico del 73 per cento del budget". Questa ricerca di un miglior equilibrio nella condivisione degli oneri, ha affermato Luciolli, "è qualcosa che dagli anni Novanta in poi hanno richiesto tutti i presidenti e tutte le amministrazioni, democratiche o repubblicane. E' probabile che il background manageriale di Trump guardi più concretamente a questi aspetti e cerchi quindi di far sì che l'Europa si faccia carico di maggiori responsabilità".
Questo, secondo Luciolli, dal punto di vista dell'Europa farebbe sì che "l'Ue, dopo aver adottato la Strategia globale, possa finalmente diventare adulta anche nella dimensione di sicurezza e difesa. Il prossimo Consiglio europeo di dicembre avrà un ruolo molto importante, perchè si occuperà proprio di difesa, e ci sta arrivando con una Dichiarazione congiunta e un impegno rinnovato da parte sia dell'Unione europea che della Nato".
Per quanto concerne la Russia, invece, "ciò che possiamo prevedere è che, più che un disimpegno, ci sia un impegno di tipo diverso. Quindi un coinvolgimento della Federazione Russa - ha sottolineato Luciolli - per quanto riguarda la soluzione di alcuni problemi cruciali dello scenario internazionale, in particolar modo per quanto concerne il quadrante mediorientale, la Siria, l'Iraq e la lotta al Daesh".
Per Luciolli, dunque, "la politica della nuova amministrazione sarà più pragmatica. Ciò che occorre oggi - ha proseguito Luciolli nell'intervista rilasciata a Nova - è recuperare un rapporto di cinquant'anni fa, il rapporto Harmel, il quale prevedeva che alla deterrenza e alla difesa, misure adottate di recente nel corso del vertice di Varsavia, dovesse corrispondere anche un'apertura al dialogo con l'Unione Sovietica di allora. Credo che la filosofia che fu disegnata con successo nel 1967 dall'allora ministro degli Esteri belga (Harmel), possa essere adattata anche all'attuale scenario internazionale".
Concludendo il suo dialogo con Nova Luciolli si è detto convinto che il presidente eletto Donald Trump "si muoverà in questa direzione. Non penso ci sarà un arretramento nelle misure di difesa e di rassicurazione per i paesi del Baltico e del fronte orientale, bensì un tentativo di avere un approccio più costruttivo e pragmatico, soprattutto per risolvere problemi prioritari per Trump, come la lotta al Daesh e la Siria. La nomina del generale Flynn (Michael; nominato consigliere per la sicurezza nazionale) va nella direzione di un atteggiamento più deciso nella lotta al Daesh".