La primavera di Crimea
Il 13 ottobre 2014 l'Associazione culturale Lombardia Russia ha accompagnato il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini nella Crimea da pochi mesi tornata a far parte della madrepatria russa.
La decisione del popolo crimeano venne dichiarata in maniera democratica, attraverso un referendum esattamente due anni fa senza sparare neppure un petardo, a differenza di quanto accaduto a Kiev nel febbraio dello stesso anno, quando l'allora presidente Yanukovich venne costretto alla fuga da una rivolta armata finanziata da potenze straniere.
La delegazione italiana era la prima in assoluto che visitava la Crimea russa e non più ucraina. Ricordo lo stupore di Salvini nel vedere come la vita a Sinferopoli, la capitale di Crimea, fosse assolutamente tranquilla: bambini che tornavano dalla scuola, gente che rincasava dopo la giornata di lavoro, manifesti che pubblicizzavano un concerto di musica presso il teatro centrale, ristoranti e locali pieni di gente la sera che cenava e si rilassava chiacchierando davanti ad una birra. “Da come veniva presentata dai nostri giornali credevo che qui ci fosse il coprifuoco”, disse poi il leader leghista al presidente della Repubblica di Crimea Aksenov, che ci avrebbe ricevuto il giorno successivo al palazzo presidenziale. Tutto falso, come al solito quando il giornalismo non fa il suo mestiere ma esclusivamente quello degli interessi mondialisti.
Ricordiamo con piacere quei due giorni passati tra Sinferopoli e Sebastopoli, tra incontri politici e culturali, conferenze stampa e visita al porto militare dove è stanziata la flotta militare russa. E ricordiamo la splendida ospitalità delle famiglie Kuznetsov e Voron, che l'ultima sera ci hanno accolti in una cena privata come fossimo amici da sempre, anche se era la prima volta che li incontravamo.
Commossi e felici di poter vedere degli stranieri che, alla faccia della disinformazione internazionale, si erano recati in Crimea per rendersi conto della felicità della popolazione che finalmente aveva riabbracciato la “madrepatria” russa.
Gianluca Savoini
lombardiarussia.org