Un problema chiamato vaccino?

12.01.2021

Anche l’Italia, come le altre Nazioni del mondo, ha iniziato da pochi giorni una campagna di vaccinazione contro l’infezione da Covid-19 che, almeno per il momento, punta unicamente sul vaccino a RNA messaggero prodotto dalla nota multinazionale Pfizer.

L’impiego di questo vaccino (in realtà tutti i vaccini anti-Covid proposti), ha prodotto la classica e ben nota divisione in tifoserie, che tanto caratterizza la società italiana quando emergono problematiche particolarmente importanti e sentite dalla popolazione.

I due fronti sono nettamente divisi. Uno ha salutato il nuovo vaccino come il vero ed unico salvatore dell’umanità, dimenticando che l’unico e vero salvatore dell’Uomo è il Dio della Croce e non un vitello d’oro in gocce trasparenti. Ma si sa, l’animo umano è debole e la paura della morte è una spinta potente. Ognuno si sceglie le proprie idolatrie, quando l’ultimo modello di smartphone è chiaramente inutile per guarire da un’infezione killer e si dimostra quindi neanche un semplice ed inutile dio minore, che potrebbe forse tornare utile di nuovo per sentirsi “in” con la “bella gente, quella che conta” quando la tempesta sarà passata. Se passerà.

L’altro fronte è quello degli ostili, che sono tali per motivi che potrebbero anche essere condivisibili (per esempio l’uso di cellule da feti abortiti per le linee di sviluppo dei vaccini o la preferenza per una tecnologia innovativa ma chiaramente acerba e dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche per il genere umano) ma che a volte hanno un neanche tanto velato fondo di irrazionalità.

In questi giorni in Italia si parla di rendere il vaccino obbligatorio o di sottoporre a limitazioni coloro che non si vaccinano: licenziamento, se si tratta di impiegati pubblici che lo rifiutino, ma anche impedire l’entrata a cinema, bar, alberghi, viaggi aerei e turismo su lunga distanza per tutti gli altri. È facile obbiettare che, se la situazione economica continua anche solo semplicemente su questa strada, non avremo più bar, alberghi, turismo, viaggi su lunghe distanze ma per una certa classe di persone che vivono l’eterno presente dei bimbiminkia, questo è un aspetto trascurabile.

Quali sono i limiti di legge che il governo italiano e quelli regionali si trovano ad affrontare per convincere o forzare gli ostili a vaccinarsi? Augusto Sinagra, professore di Diritto e avvocato, ha acconsentito una volta di più di rispondere ad alcune domande.

1) Sotto quali condizioni è possibile in Italia il famoso (e famigerato) Trattamento Sanitario Obbligatorio? Si tratta di un trattamento meramente psichiatrico o il termine è più generico?

R) Il TSO può essere disposto su richiesta del Sindaco del Comune o di un suo delegato e sulla base di una segnalazione proveniente da un medico. Richiede una accertata, anche se solo temporanea, incapacità del soggetto di autodeterminarsi. Medicalmente il trattamento è psichiatrico.

2) L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato o no lo stato di "pandemia" per l'infezione da COVID-19?

R) Da quello che mi risulta non sembra che l’OMS abbia mai dichiarato ufficialmente lo stato di pandemia mondiale per l’infezione da Covid-19.

3) Quali articoli di leggi nazionali e trattati internazionali potrebbe eventualmente violare una imposizione governativa della vaccinazione anti COVID-19?

R) Un’eventuale disposizione governativa di generalizzata vaccinazione anti Covid-19, violerebbe la stessa normativa relativa al TSO, come anche l’art. 32 della Costituzione e la Convenzione di Oviedo del 1999. Salvo che ricorra la giustificata esigenza di tutelare la salute pubblica, ma ciò richiederebbe la certezza scientificamente accertata della efficacia anticontagio del vaccino e che questo non comporti danni alla salute della persona. Tale certezza al momento è inesistente.

4) Quale differenza ci sarebbe con le vaccinazioni obbligatorie dell'infanzia?

R) Le attuali vaccinazioni obbligatorie dell’infanzia corrispondono allo scopo di tutelare la salute di tutti, oltre che degli stessi bambini e vengono effettuate con vaccini largamente sperimentati da anni, che corrispondono allo scopo di immunizzazione e non risultano causare alcun danno alla salute.

5) Vaccino obbligatorio, magari indirettamente per accedere a locali pubblici, voli aerei, hotel e per poter continuare a lavorare. Siamo forse di fronte ad una neanche tanto velata campagna intimidatoria?

R) Si tratta di una strumentale campagna intimidatoria. Qualsiasi provvedimento diretto o indiretto, volto a limitare i diritti e le libertà di chi rifiuta il vaccino anti Covid-19, sarebbe radicalmente illegittimo e destinato all’annullamento.