Massacro Giudiziario a Torino
Tornando al tema che ci interessa oggi, ci troviamo di fronte ad una ingiustizia verso il bambino Alessandro Digiorgio. il quale è stato sottratto dalla famiglia in modo bestiale. Un sistema micidiale, poiché non sta sottraendo solamente i bambini e causando i danni recuperabili in Italia, ma al momento centinaia di migliaia bambini al mondo soffrono lontano dalle loro famiglie, in quanto i pubblici ufficiali stanno facendo un business sulla pelle dei nostri figli. Analizziamo gli elementi in nostro possesso, riguarda al caso di piccolo Alessandro.
Dalla consulenza durante la causa di divorzio non è infatti emersa né una situazione di abbandono, né di violenza o maltrattamento fisico o psichico né abusi sessuali sul minore, soli fatti che possono portare ad un allontanamento del minore. Non si può d"altronde fare a meno di sottolineare come la collocazione in comunità di Alessandro sia avvenuta sulla base di motivazioni del tutto fragili, al "fine di chiarire gli aspetti dubbi in una condizione di non influenza familiare" come specificato dalla psicologa, il che, peraltro, non è sufficiente a giustificare l’allontanamento dai genitori. Dalla consulenza e dalla documentazione in atti non emerge comunque alcun atto pregiudizievole posto in essere dalla madre nei confronti del piccolo Alessandro. Il bambino è molto contento di vedere la madre e ne sente la mancanza, come emerso anche nelle relazioni dei servizi sociali. Dalla stessa consulenza non sono emerse patologie a carico della madre ma solo una mancanza di collaborazione. Precedentemente la signora si è dimostrata molto collaborativa con la scuola del figlio e con il servizio sociale, rendendosi disponibile a tutti i colloqui e le visite domiciliari.
Soltanto nei casi peggiori un bambino viene portato via dai genitori, qualora si verifichi che un bambino sia vittima di sevizie o maltrattamenti da parte dei genitori, altrimenti viene affidato ai nonni, oppure all’altro genitore. Inoltre, prima di portare un bambino in comunità, se deve verificare se i nonni o i parenti possono ospitarlo per il tempo necessario, affinché venga effettuata la ctu. Il distacco di un minore dalla famiglia d'origine comporti uno strappo emotivo e una forte sofferenza. Secondo il CTP la misura di allontanamento del minore adottata in corso della consulenza, appare eccessiva e tale da poter avere ripercussioni negative sullo sviluppo psicofisico di Alessandro. Non c'è una motivazione legittima per la sua ulteriore permanenza in comunità.
La Corte Europea aveva già affermato che prima dell'allontanamento dei bambini dai propri genitori devono essere prestate tutte le forme possibili di aiuto. Risulta che questo non è stato fatto e che il caso non sia stato seguito e gestito come avrebbe dovuto essere gestito e come è sancito dal codice deontologico degli assistenti sociali.
Mediazione linguistica e culturale nei confronti della famiglia di Alessandro mai stata proposta.
Dopo l'allontanamento dalla madre e il collocamento in comunità, gli educatori raccontano del bambino che piange e vuole tornare a casa, che presenta evidenti problemi con il cibo e che arriva agli incontri con la madre con l'aspetto non curato.
Si imporrà le autorità prendere con attenzione il programma alimentare nelle comunità per il motivo che molti bambini presentano sottopeso. I genitori di questi bambini lanciano l'allarme: alcuni bambini nelle comunità soffrono di malnutrizione quasi cronica, un terzo dei bambini è gravemente sottopeso, compreso il piccolo Alessandro. Tale situazione presenta nelle diverse regioni d'Italia. La riduzione del peso corporeo dei bambini può essere causata dallo stress e/o di un apporto calorico limitato. Lo stress del distacco dalla famiglia di origine e le preoccupazioni sono questi recenti incidenti traumatici che possono causare una temporanea perdita di appetito e di peso.
I servizi sociali assieme con gli educatori cercano violare tutti i diritti fondamentali del bambino e della madre. Il che vuol dire, in sintesi, disconoscono tutte le libertà possibili di autodeterminazione, di movimento, di decisione, di organizzazione compatibile con la presenza degli educatori.
Il diritto del minore a vivere nella propria famiglia di origine rappresenta un diritto fondamentale, riconosciuto come tale dalle Convenzioni internazionali e dal diritto italiano.
Parliamo dei veri motivi di questa causa e dei danni al nucleo familiare. Il distacco del minore dalla famiglia d'origine comporti uno strappo emotivo e una forte sofferenza. L'alontanamento ha causato danni irrimediabili alla famiglia, ma sopratutto ad Alessandro.
Spesso i provvedimenti giudiziari, le relazioni dei servizi sociali o psicologi sono concepiti o attuati in modo discriminatorio per motivi di razza, religione, nazionalità, interesse.
La magistratura europea incivilita si basa sempre più spesso per i suoi giudizi su sentenze della Corte dei diritti dell'uomo.
Si domanda: "Quando l'Italia ospiterà la giustizia e la civiltà?"