COSA SALVERÀ L’EUROPA?

27.11.2019

Due sono le teorie principali nelle relazioni internazionali: liberalismo e realismo. Ma c’è una terza via. E oggi essa rappresenta l’ultima possibilità rimasta all’Europa.

Il liberalismo dichiara che la sovranità dei governi nazionali deve essere ridotta a zero cedendo il potere alle organizzazioni sovranazionali e, infine, al governo mondiale. Il governo mondiale non è una cospirazione, ma una nozione classica della teoria liberale nelle relazioni internazionali. L’unico dibattito è se si tratterà di un governo o piuttosto di una governance (quest’ultima costituisce un sistema normativo morbido: «sei libero, ma ti correggeremo per essere come vogliamo che tu sia»).

Il realismo, per contro, proclama quanto segue: il realismo non tramonterà, l’umanità continuerà a vivere negli Stati nazionali e la giurisdizione si continuerà a basare su un equilibrio di potenza.

La terza via (né liberalismo né realismo) è la teoria del mondo multipolare [1].

Il mondo multipolare si configura come una triplice concezione: il liberalismo corrisponde all’egemonia (capitale globale, mondo unito ecc.), il realismo corrisponde al cesarismo (sovranità, capitalismo confinato ai limiti nazionali, mercantilismo), mentre la teoria del mondo multipolare corrisponde alla contro-egemonia. Essa non si riduce semplicemente al realismo: è l’idea di resistenza contro l’aggressione del liberalismo dal punto di vista delle fondamenta civilizzazionali, non da quello degli interessi pragmatici.

L’attore principale (in contrasto con il realismo) secondo la teoria del mondo multipolare non è lo Stato nazionale, ma la civiltà. La molteplicità delle civiltà non implica immediatamente la guerra o la pace. Le civiltà hanno un’inclinazione al dialogo, ma sono preparate al conflitto in casi eccezionali.

Il soggetto del mondo multipolare è la civiltà, unita in una grande Politeia. Ad esempio, non è la Francia di per sé a costituire un soggetto del mondo multipolare ma l’Europa; non la Russia, ma lo spazio eurasiatico, e così via. Il realismo è, dopo tutto, vincolato dagli Stati nazionali e dalle loro coalizioni, e questa è una strada senza uscita. Dopo aver smantellato l’Unione europea, saremo tornati alle condizioni originarie, ma in un quadro peggiorato, con una crescita del nazionalismo e una multiforme disintegrazione.

«Liberalismo o realismo» è un falso dilemma, laddove esiste una terza via.

Oggi l’Europa offre un interessante campo di possibilità. Certo, in generale domina la democrazia, ma i suoi giorni sono contati. Si profila però una scelta importante: se l’Europa mantiene la sua unità, riaffermando la sua identità civilizzazionale sulla base di radici comuni (fonti greco-romane), ha la possibilità di diventare un polo del mondo multipolare.

Anche la Russia si sta adoperando a favore dell’integrazione: ma forse è necessario adottare un approccio ancor più radicale, non basato su un principio residuale. Abbiamo bisogno di un’opposizione intellettuale sistematica all’egemonia, e il realismo e il cesarismo non sono sufficienti per questo scopo.

La teoria del mondo multipolare non è di interesse attuale solo per noi, ma anche per gli altri, tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente. E per l’Europa in questo preciso momento ha un’importanza cruciale.

[1] Cfr. Aleksandr Dugin, Teoria del Mondo Multipolare, AGA Editrice, 2019. http://www.orionlibri.net/negozio/teoria-del-mondo-multpolare/

Traduzione di Donato Mancuso