Bomba a orologeria per l'economia messicana

04.11.2016

Il 14 settembre del 2016 un articolo apparso sull’Huffington Post Mexico, frutto di un’investigazione giornalistica a tutto tondo, ha scoperchiato un vaso di Pandora che potrebbe avere conseguenze imprevedibili sull’economia messicana.

Secondo questo articolo l’attuale governo federale del Messico guidato da Enrique Peña Nieto, in carica dal 1 dicembre 2012, e il precedente di Felipe Calderòn Hinojosa, che ha governato il paese dal 1 dicembre 2006 al 30 novembre 2012, avrebbero distratto fondi fino a raggiungere l’incredibile cifra di 240 miliardi di pesos messicani dalla PEMEX e dalla CFE, due tra le maggiori aziende statali, per farli convergere nelle casse governative tappando così una grossa falla nella finanza pubblica.

Questo incredibile giro di denaro sarebbe avvenuto tra il 2012 e il 2015 e ha avuto come conseguenza una pericolosa mancanza di liquidità per i due colossi energetici messicani, rendendoli scoperti davanti ai loro debitori.

La PEMEX e la CFE sono nate verso la fine degli anni '30 del XX secolo, durante il governo del Presidente Lazaro Cardenas del Rio, per rendere il Messico indipendente dalle società petrolifere ed elettriche straniere che avevano controllato fino ad allora le risorse energetiche del paese. Fu realizzata prima la Comisión Federal de Electricidad (CFE), il 24 agosto 1937, avendo come obiettivo quello di realizzare un sistema completo di generazione, diffusione e vendita di elettricità basato su principi tecnici ed economici senza fini di lucro e con un costo minimo per favorire al massimo gli interessi generali. Il 7 giugno 1938, tramite Decreto del Congresso messicano, fu creata la Petròleos Mexicanos (PEMEX) con la missione di esplorare e amministrare i giacimenti petroliferi presenti sul territorio messicano.

Tra il 2013 e il 2014 sono stati emessi assegni, da parte di queste due aziende pubbliche, a favore del Governo Federale in aeguito alla richiesta di questi versamenti da parte del Sottosegretario alle Entrate per la Segreteria delle Finanze e del Credito Pubblico, Miguel Messmacher, teoricamente spettanti allo Stato in base al concetto politico di sfruttamento generale.

In questo modo il Governo ha ottenuto entrate straordinarie che sono passate inosservate nel pacchetto economico che viene presentato ogni anno al Congresso sotto la voce "Altro" senza ulteriori specificazioni.

Soltanto tra il 2013 e il 2014, dunque, la Pemex avrebbe consegnato 135 miliardi di pesos mentre la CFE tra il 2013 e il 2015 105 miliardi e 518 milioni di pesos. Con Calderòn la cifra che si è recuperata da più parti è stata di 30 miliardi e 522 milioni di pesos.

Per sanare un buco di bilancio, però, se ne sono creati altri molto pericolosi per l’economia del paese latinoamericano causati dalla opacità delle finanze pubbliche che non sempre rendono nota la provenienza dei fondi statali, come il caso PIMEX-CFE dimostra ampiamente.

Si sono create così le premesse per un crollo economico che rischia di avere un effetto domino su diverse economie, in primis quella del vicino nordamericano. Basti pensare che al 30 settembre 2016 il debito pubblico di PEMEX, determinato anche dalla sottrazione di liquidità degli ultimi governi, è arrivato a 1 trilione e 913miliardi  e 100 milionidi pesos equivalente al 13,38% del PIL del Messico.