Staminali che funzionano

11.01.2017

Chi chiede la liberalizzazione della ricerca sugli embrioni vuole  “il bene del progresso e della ricerca”, “per curare e sconfiggere le malattie”, soprattutto attraverso le cellule staminali (embrionali). E perciò centinaia di migliaia di bambini (allo stato embrionale), congelati, sono destinati a morte certa e sono comunque sacrificati.
Ma la scienza vera e la cruda realtà dei fatti attestano l’inutilità di detto sacrificio.

Contro le 60.000 persone che ogni anno ottengono cure efficaci con trattamenti a base di staminali adulte, non c’è nessuno (nessuno, cioè zero) che riceve beneficio da cure con  le staminali embrionali.

Queste dopo più di 30 anni di ricerca e di piccoli dimenticati omicidi, fino ad oggi non hanno dato alcun risultato: per loro stessa natura, hanno una tendenza a incessante alla crescita che provoca la formazione di tumori. Quindi mettono in pericolo la vita del malato, anziché curarlo.

I ricercatori di Stanford che hanno ottenuto un’ottima risposta dall’iniezione di cellule staminali adulte, provenienti da midollo osseo,  nel cervello dei pazienti con ictus, che hanno recuperato sorprendenti funzioni motorie. La ricerca è stata condotta solo su 18 pazienti perché si mirava a valutarne la sicurezza più che l’efficacia. E i risultati cominciano a minare la certezza dei neuroscienziati che finora erano convinti che certi danni cerebrali da ictus fossero permanenti e irreversibili. I risultati, pubblicati sulla rivista Stroke, offrono una speranza concreta per coloro che hanno subito un trauma cranico, lesioni del midollo spinale o per chi soffre del morbo di Alzheimer, se questi test vengono confermati su vasta scala.

Anche alcuni fautori della ricerca sulle cellule staminali embrionali cominciano ad ammettere il fallimento. Il California Institute for Regenerative Medicine, che ha speso circa 3 miliardi di dollari di dollari dei contribuenti inutilmente, per la ricerca sulle staminali embrionali e la clonazione umana (che è il vero motivo per cui si vuole fare esperimenti sugli embrioni), ha chiesto di recente il finanziamento per lo studio sulle cellule staminali adulte, non-embrionali, perché solo su quel fronte potranno mostrare qualche risultato ai contribuenti stessi.

Le staminali adulte oggi, poi, possono essere ricavate da qualsiasi parte del corpo dello stesso soggetto che ha bisogno del trattamento e non danno, perciò, problemi di rigetto. Sono cellule iPS (cellule staminali pluripotenti indotte), cioè cellule adulte – per esempio della pelle – che vengono fatte regredire a livello tale che possono essere impiegate anche in altre parti del corpo umano, come fossero embrionali.

Il nostro dottor Paolo Macchiarini, professore presso il Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, è riuscito a rigenerare intere nuove trachee per almeno otto pazienti con cancro o altri problemi tracheali, partendo da staminali del midollo osseo degli stessi pazienti.

Al Cedars-Sinai Hospital di Los Angeles hanno utilizzato le staminali prelevate dal cuore dei pazienti, coltivate in laboratorio e le hanno iniettate di nuovo nel cuore dei pazienti stessi, riparando i danni dell’infarto. Gli scienziati di Yale con le staminali del midollo osseo di una ragazza hanno riparato un suo problema cardiaco congenito. E i medici del Texas Heart Institute di Houston hanno ottenuto risultati probanti analoghi.

Gli scienziati della University of Pittsburgh School of Medicine hanno dimostrato che le cellule staminali adulte prelevate dai muscoli di topi giovani sono in grado di migliorare la salute e di prolungare la vita dei topi anziani.

In Francia hanno dimostrato che un paio di cellule staminali adulte potrebbero essere utilizzate per far crescere in laboratorio i globuli rossi sufficienti per una trasfusione.

E per vedere tanti altri successi ottenuti con le staminali adulte per gli occhi, il Parkinson, le lesioni alla colonna vertebrale, la paralisi cerebrale, malattie ai reni, lupus, sclerodermia e altro ancora potete visitare il sito www.stemcellresearchfacts.org  e il portale del Lozier Institute.