Referendum, le Ragioni del No. Intervista a Stefano Caldoro: "E' una riforma che spacca il paese e penalizza il Sud"

29.10.2016
Prosegue il nostro viaggio tra le "Ragioni del No" alla Riforma Renzi-Boschi su cui gli italiani saranno chiamati ad esprimersi il 4 dicembre con il Referendum Costituzionale. Stavolta abbiamo intervistato l'on. Stefano Caldoro, ex Viceministro all'Istruzione all'Università e alla Ricerca, ex Ministro per l'attuazione del Programma di Governo con Silvio Berlusconi, ex Governatore della Regione Campania, più volte Deputato alla Camera ed attualmente dirigente di Forza Italia e Capo dell'Opposizione nel consiglio regionale della Campania.

Onorevole Caldoro, la campagna per il referendum costituzionale entra nel vivo e il Premier Renzi lo presenta come uno spartiacque fondamentale per la storia italiana. Oltre ogni retorica e personalizzazione lei cosa ne pensa?

Una occasione persa. Al Paese servono riforme coraggiose e vere.

Io avrei scelto il presidenzialismo. Avrei sciolto queste regioni per lavorare su macroaree e non avrei lasciato questo bicameralismo.

Sul Senato un pasticcio, nascerà un rapporto conflittuale fra le due Camere ed un Senato, composto da consiglieri regionali e sindaci, non garantirà velocità e risultati efficaci, il rischio è quello di bloccare il Paese. Se poi mi guardo intorno non posso che esprime preoccupazioni per un Senato che vedrà protagonisti molti cacicchi, molti personaggi che alimenteranno solo scontri personali. Vedo molte regioni ed esprimo questa preoccupazione

Lei è tra i più attivi nella campagna referendaria a favore del NO alla riforma cercando di evitare demagogie e polemiche inutili, ma entrando nel merito e soprattutto a favore delle ragioni del Sud. Potrebbe chiarirci perché i cittadini del Sud devono votare No? Quali sono i rischi per il Meridione in caso di una vittoria del "Si"?

La Riforma spacca il Paese e penalizza il Sud.

Le modifiche all'articolo 119 della Costituzione sanciscono di fatto la differenza tra nord e sud, il rischio è l'aumento del divario. Se analizziamo le modifiche all'articolo nel testo è previsto che 'con legge dello Stato sono definiti indicatori di riferimento di costo e fabbisogno che promuovo condizioni di efficienza nell'esercizio delle medesime funzioni'. Una disposizione di finanza regionale, una modifica che sancisce costituzionalmente la differenza tra Nord e Sud. Una differenza in base alla quale costi e fabbisogni del Nord diventano punto di riferimento. Una parte del Paese manterrà risorse in danno di altre. Così non cresce l'Italia, non si favorisce la competitività.

Anche l'articolo 116 penalizza il Sud. Il meccanismo individua regioni virtuose che saranno avvantaggiate rispetto alle altre.

Per il legislatore le regioni virtuose saranno quelle che hanno goduto di maggiori trasferimenti, di migliori condizioni strutturali e non quelle che mettono in campo buone pratiche amministrative.

Cosa manca a suo giudizio alla classe dirigente del Sud, nel suo complesso, per portare avanti con successo la difesa e la tutela degli interessi del meridione?

Maggiore consapevole dei problemi, molto spesso incapacità di fare squadra. Certe battaglie vanno condotte insieme. Questa del Referendum ad esempio
Per denunciare le ingiustizie che si vogliono introdurre e per mettere in campo un altro Sud. Quello che punta sulla competitività e che non ha lo logica del cappello in mano. Quello della responsabilità e non dei cacicchi

Sembra evidente che la politica italiana sia in un periodo di profondo cambiamento che si manifesta soprattutto nella ridistribuzione del corpo elettorale e in un profondo astensionismo. Sfiducia, demagogia e rassegnazione sembrano farla da padrone. Come se ne esce? Il centrodestra può riorganizzarsi?

Rilanciando sui temi e sulla buona politica.

Bisogna mettere insieme il mondo moderato e riformista, con la centralità di Forza Italia.

Io sono fiducioso perché il futuro non può essere nella sinistra conservatrice e nelle istanze populiste. Non serve l'elenco dei problemi, serve la capacità di risolvere problemi e costruire proposte