Cyber Warfare: gli hacker oscurano la Costa Est degli Stati Uniti

22.10.2016
Gli ultimi aggiornamenti sulla cyberguerra in atto. La situazione si fa sempre più frizzante

E' in corso da ieri mattina un enorme cyber attacco che ha oscurato siti web americani di notevolissima importanza economica, mediatica, politica.

Per alcune ore, durante la giornata, sono risultati inaccessibili veri e propri colossi come Paypal, Visa, Amazon, Ebay, ma anche Twitter, Spotify, Air BnB e media online quali Netflix, Cnn, New York Times, Boston Globe, Financial Times, The Guardian, HBO Now, Soundcloud e il sito della BBC.

Si tratta di un attacco senza precedenti che ha preso di mira la DYN uno dei più grossi host DNS che per i comuni mortali significa che si tratta di un'azienda specializzata nell'assegnazione e gestione dei DNS, grazie ai quali, in poche parole, è possibile raggiungere il server che ospita un sito web quando digitiamo www.nomedelsito.it.

L'intero World Wide Web è accessibile a milioni di utenti proprio grazie a questo sistema di assegnazione, altrimenti l'alternativa per raggiungere i siti dai nostri dispositivi, sarebbe quella di ricordare e digitare complesse serie numeriche.

Il tipo di attacco non è nuovo in ambito hacker, ma quello che spaventa gli addetti alla sicurezza sono la mole, la portata e la "violenza" senza precedenti con cui è stata messa in atto questa azione di pirateria.

La tecnica è definita attacco DdoS e consiste nel puntare un server inondandolo con un flusso di migliaia e migliaia di richieste in contemporanea al server, mandandolo così in sovraccarico e provocando i rallentamenti e i disservizi.

Le autorità americane e la stessa DYN hanno annunciato l'apertura di un'inchiesta per stabilire con certezza quanto accaduto, ma resta lo sconcerto per l'elevato grado di vulnerabilità di questi colossi mondiali del web.

Intanto, senza precedenti, almeno per l'India, dove oggi le autorita' del governo e della Banca centrale di New Delhi erano al lavoro per minimizzare gli effetti di una frode informatica in base a cui si teme che i dati sensibili di 3,2 milioni di carte di debito di banche pubbliche e private indiane siano stati catturati grazie all'inoculazione di "malware" informatici a diversi sportelli automatici (ATM). Secondo gli esperti, scrive l'agenzia di stampa Pti riportata da Ansa, si tratterebbe della più importante violazione della sicurezza subita fino ad oggi dal sistema bancario indiano.

Non se la passa bene nemmeno la NSA americana, visto che dallo sviluppo delle indagini sull'arresto del suo ex contractor Harold Martin III, emerge un caso di fuga di documenti e codici top secret, se non pari a quello di Edward Snowden, addirittura di maggiore gravità sia per la sicurezza nazionale statunitense che per l'immagine del Governo USA.

Infatti, sembrerebbe che dai documenti trafugati da Harold Martin, risultato in forze alla stessa azienda da cui proveniva lo stesso Snowden, risulterebbe chiara la capacità acquisita dagli americani di introdursi con operazioni di "hackeraggio di Stato" nei sistemi informatici di Russia, Cina e Iran, come anticipavano alcune fonti giornalistiche qualche mese fa, senza fare riferimento alla notizia di una seconda probabile talpa. Per provare a unire i puntini si consiglia la lettura di questo articolo http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/usa_hacker_codici_nsa-1915343.html di agosto 2016.

Insomma, ieri è stato un venerdì nero per la sicurezza online, seguiranno sicuramente altri aggiornamenti sulle vicende trattate: gli sviluppi sono imprevedibili, gli intrecci geopolitici ancora poco chiari, ma intanto le attività di cyber warfare si fanno sempre più frizzanti.