A tutti gli Schettino di terra, di mare e dell’aria

14.07.2016

Nel raccomandare lo stanziamento per completare la  Transiberiana, il  conte Stolypin, primo ministro dello Zar Nicola II, ne sottolineò la funzione civilizzatrice: “La ferrovia eleva le zone che  attraversa almeno al livello  di competenze necessario alla sua manutenzione”. Se aveva ragione, dobbiamo  concludere che la civiltà del Sud Italia è ormai abbassata al disotto del livello  necessario per gestire una ferrovia. Sarà opportuno  trasformare la linea Bari-Andria in una pista cammelliera, più adatta al grado della zona che attraversa, ovviamente importando le risorse umane competenti dal Maghreb.

Il pianto mediatico sul “binario unico” è semplicemente ridicolo: il binario unico non è la causa dell’incidente. La causa è la sciatteria unita al menefreghismo di certi “lavoratori”.    Il  binario unico  dovrebbe acuire l’attenzione, la serietà, la precisione e lo scrupolo, di chi ne è responsabile, essere l’ossessione della sua vita professionale,  il fuoco della sua capacità di prevedere. Ma dov’era il responsabile? Guardava la partita? S’era fatto timbrare il cartellino da un collega?  Raddoppiate e triplicate la linea, e darete una scusa in più a questi assenteisti, per non fare il loro lavoro.

Anche l’espressione continuamente ripetuta, “si sospetta l’errore umano”, è insopportabile. Ma quale ‘errore’.  Già   avevamo visto nel caso del comandante Schettino questo tipo di “errore”; stava con la moldava e faceva   il pavore in plancia;  avventata la nave sullo scoglio, ha ordinato macchina indietro, aggravando lo squarcio; ha abbandonato la nave  con i passeggerei dentro;  al processo, ha provato a dare la colpa al timoniere e al secondo. E quando è tornato al paese, i paesani l’hanno festeggiato e  consolato – poveretto…!  E’ l’errore umano ricorrente che fa’ dell’Italia un continuo Otto Settembre. Una falla del carattere che ci appartiene in toto, s’intende; ma che nel Sud è infinitamente più intensa, compiuciuta,   vantata – e  lo  blocca nel sottosviluppo.

Bisognerà   dire ad alta voce  la causa di questa improfessionalità, di questa incompetenza tecnica, di questo pressapochismo; non è impreparazione, non basta a spiegarla. La negligenza e l’incuria poggiano su una falla morale  che ogni nuovo incidente rivela nella “cultura” meridionale, sempre più larga, ormai una voragine. Come definirla? C’è   – salvo eccezioni, ma confermano la regola – la più assoluta mancanza di senso del dovere di chi ha “il posto”. Specie se in qualche modo pubblico, ossia volto al servizio alla collettività.  L’incallita convinzione che lo stipendio non implichi alcun obbligo,  alcuna prestazione da dare in cambio, che qualcun altro ci deve pensare. Ma anche questo non basta a definire la falla morale.  Nella   generale corruzione pubblica e privata, nella furbesca evasione dagli obblighi  “lavorativi”  vedo un disprezzo profondissimo per il prossimo, i concittadini, gli utenti; la diserzione totale dal concetto che la vita comporta dei doveri  verso tutti gli altri. In una parola, mi par di riconoscere  il difetto meridionale in questo:  il più calloso, ottuso,  animalesco egoismo.

Quel testardo, esibito egoismo che ha mostrato l’ex governatore (non a  caso?) della Puglia, Niki Vendola. Spregiante del fatto che un personaggio politico dovrebbe  non sentire certi obblighi   verso la comunità che lo ha eletto,   perché  coi suoi comportamenti dà un esempio che lo voglia o no, subito dopo la pensione (baby), è andato a comprarsi un figlio col suo amante,  affittando  l’utero di una donna per questo pagata; rimbeccando per di più con male parole chi lo criticava.

Dovreste riflettere a fondo, pugliesi, sulla deviazione che ha assunto qui il concetto di “modernità”.   Il “progresso” non sta nei diritti dei sodomiti a fare quel che gli  pare. Non è “moderno”  mostrare che non avete più pregiudizi, al punto che invece di deridere gli invertiti come facevate quando eravate zappatori, adesso li  votate perché vi governino. No, “modernità” è far funzionare  una ferrovia locale a binario unico senza incidenti, con  il quotidiano   rigore che richiede un compito tecnico a cui sono legate le vite di tanti vostri concittadini.

E adesso credete che sia “progresso” non credere più  a niente; nell’essere (vi dicono) “secolarizzati” sareste entrati nella modernità. Invece, sapete cosa teneva insieme la vostra società e a bada il vostro calloso, ottuso egoismo, quando eravate contadini e poveri? Erano  le zie zitelle che pregavano per tutti  voi, erano i cappuccini che venivano alla questua; erano le vecchie parenti che andavano da Padre Pio e ne raccontavano i miracoli. Perso quello, avete perso  la vostra civiltà vera.