L’India sta introducendo un modello unico di de-dollarizzazione
L’India e il Bangladesh hanno concordato di de-dollarizzare parzialmente il loro commercio secondo un modello unico che potrebbe diventare lo standard globale nel prossimo futuro. Tutti i 2 miliardi di dollari di esperti del Bangladesh verso l’India saranno de-dollarizzati, mentre l’India farà altrettanto de-dollarizzando un livello equivalente delle sue esportazioni verso il Bangladesh, del valore di circa 13,69 dollari. In altre parole, tutte le esportazioni del partner più piccolo in una data coppia saranno de-dollarizzate, mentre il partner più grande corrisponderà con le proprie esportazioni.
Questa politica pragmatica garantisce la circolazione di una quantità di valuta nazionale sufficiente a soddisfare le esigenze minime del commercio bilaterale, mantenendo al contempo una quantità di dollari in circolazione per facilitare gli scambi con altri Paesi che si sentono ancora più a proprio agio nell’utilizzare il biglietto verde. È così semplice che qualsiasi coppia di Paesi potrebbe facilmente emulare il modello di questi due, se ne avessero la volontà politica, cosa che un numero crescente di essi fa, dopo che gli Stati Uniti hanno armato il dollaro contro la Russia l’anno scorso.
All’insaputa della maggior parte degli osservatori che si concentrano esclusivamente sul ruolo dello yuan nei processi di de-dollarizzazione, la politica del commercio estero dell’India, recentemente presentata, mira ufficialmente a internazionalizzare la rupia, una valuta estremamente promettente per il ruolo del paese come quinta economia mondiale. Non è una coincidenza che l’India abbia scelto di introdurre il suo modello unico di de-dollarizzazione nella regione, poiché spera di diffondere l’uso della rupia in Asia meridionale prima di farlo nel resto del Sud globale
Questo fa parte del desiderio dell’India di stimolare maggiormente il commercio intraregionale, parallelamente alla sua ascesa come Grande Potenza di rilevanza globale. La Banca Mondiale stima che si tratti di soli 23 miliardi di dollari, un misero 5% rispetto al 25% dell’ASEAN. Ricordando le statistiche citate in precedenza, secondo le quali il livello del commercio bilaterale tra India e Bangladesh è di poco meno di 16 miliardi di dollari in totale (anche se altre fonti sostengono che sia superiore a 18 miliardi di dollari), ciò significa che almeno due terzi del commercio intraregionale dell’Asia meridionale coinvolge solo questi due Paesi.
Ha quindi perfettamente senso che l’India sveli il suo modello unico di de-dollarizzazione prima con il Bangladesh, per perfezionare il tutto prima di diffondere questo approccio in tutta l’Asia meridionale e oltre. Altri Paesi farebbero bene a prendere in considerazione l’idea di seguire l’esempio dell’India per quanto riguarda la parziale de-dollarizzazione del commercio con il loro partner regionale più vicino. Questo modello pragmatico merita di essere impiegato dal maggior numero possibile di Paesi, poiché ha le maggiori possibilità di accelerare il multipolarismo finanziario.
Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini