Facciamo chiarezza: l'hacker russo arrestato è estraneo ad attacchi agli USA

20.10.2016
Una storia completamente inventata da parte delle agenzie di stampa italiane, come confermano le notizie riportate su autorevoli fonti internazionali e le stesse comunicazioni ufficiali delle aziende coinvolte.

E' di ieri la notizia dell'arresto di un presunto hacker russo, catturato a Praga dalla polizia ceca mentre si trovava in un albergo del centro con la sua compagna.

Leggendo le principali agenzie italiane che hanno riportato la notizia, si viene a sapere che "l'hacker russo svolgeva operazioni contro obiettivi sensibili negli Usa" (ANSA); "è stato arrestato a Praga un cittadino russo sospettato dall'Fbi di aver preso parte ad attacchi hacker contro gli Stati Uniti" (ADNKRONOS); "un cittadino russo è stato arrestato a Praga durante una operazione congiunta della polizia ceca e dell'Fbi con l'accusa di preparare attacchi hacker agli Stati Uniti" (AGI).

Tutte le agenzie di stampa accompagnano la notizia dell'arresto contestualizzandola nell'ambito delle recenti accuse partorite dal partito democratico americano e rilanciate dal Presidente Obama con cui si indica – senza esibire prove – il Cremlino quale responsabile degli attacchi hacker sfruttati da Wikileaks per mettere a nudo fatti scottanti e scandali della Clinton e del suo entourage. Il motivo presunto, come sappiamo, sarebbe il desiderio di Vladimir Putin di interferire nelle presidenziali americane, facendo eleggere Donald Trump al posto della superfavorita (secondo i media mainstream) Hillary Clinton.

Tuttavia, ricostruendo attentamente i fatti e allargando l'orizzonte delle fonti a disposizione, non è difficile scoprire che ci sia una notizia ben diversa da raccontare.

Innanzitutto, come riportano diversi siti in lingua inglese, l'arrestato si chiama Yevgeniy Nikulin, ha 29 anni ed è stato bloccato dalla polizia ceca il 5 ottobre scorso (anche se la notizia viene data solo ieri, poche ore prima dell'ultimo dibattito Trump-Clinton), mentre sedeva in un ristorante di Praga con la sua fidanzata.

Il video dell'arresto, frutto di un'operazione della Interpol ed eseguito dalla polizia locale in cooperazione con l'FBI è disponibile qui (https://www.youtube.com/watch?v=XiWgdYibjKg). A fare chiarezza sui reali motivi del fermo è invece l'agenzia di stampa internazionale Reuters (http://www.reuters.com/article/us-czech-usa-russia-cybercrime-idUSKCN12J0MV) che spiega come Nikulin non abbia nulla a che fare con le intrusioni nel mail server del partito democratico americano e con i famigerati cyber attacchi agli Stati Uniti D'America da parte della Russia (accuse che restano senza prove al momento).

Reuters riporta la notizia così "two U.S. officials said the man was not linked to recent political hacks in the United States" e spiega che il giovane è invece accusato del furto di milioni di password e altri dati di ignari utenti avvenuto nel 2012 ai danni del social network delle professioni Linkedin.

Qualora questa autorevole fonte non bastasse, a confermare l'estraneità del russo rispetto alle accuse di ingerenza del Cremlino negli affari americani, ci ha pensato la stessa Linkedin corp con un comunicato ufficiale rilasciato sempre nella giornata di ieri, in seguito alla notizia dell'arresto.

I media citati non l'hanno ripreso, ma la società proprietaria del famoso network professionale ha chiaramente ringraziato l'FBI per aver arrestato il responsabile della violazione degli account utente nel 2012.

L'Associated Press riporta il dispaccio dove si precisa che la compagnia "was thankful for the hard work and dedication of the FBI in its efforts to locate and capture the parties believed to be responsible for this criminal activity."

Intanto il sospetto è in attesa della decisione di una Corte di Giustizia Ceca sulla sua estradizione negli USA, mentre l'Ambasciata Russa a Praga reclama giurisdizione sul suo cittadino.

Il furto di dati da parte di cyber criminali avvenuto ai danni di Linkedin nel 2012 ha comportato diversi rischi per la sicurezza di milioni di utenti internet, pertanto sarebbe opportuno per chi legge controllare se si è rimasti vittima di tali attacchi, controllando soprattutto che il proprio account Gmail - se collegato al network - non sia stato violato. E' possibile farlo qui (https://haveibeenpwned.com/).