Harrison Pitt

Hegel: L’aldilà rivoluzionario – Parte II

Hegel: L’aldilà rivoluzionario – Parte II
22.02.2023

Abbiamo visto che Hegel ha criticato i rivoluzionari francesi per aver elevato la ragione a scapito della storia. Ha anche avanzato un tipo di pensiero politico sorprendentemente conservatore, particolarmente insolito se visto accanto alla progressivista filosofia della storia che egli considerava come il suo fondamento proprio. Ma Hegel non era certo un conservatore tradizionale, antiquato, men che meno per il suo tempo. In effetti, rimproverava sistematicamente i preminenti pensatori prussiani conservatori dell’inizio del XIX secolo per aver confidato ciecamente, come i burkeani tedeschi, nelle tradizioni della storia e quindi degradando la ragione creativa. Sia il ripudio della storia da parte del rivoluzionario per amore della ragione che l’esclusiva conservatrice adorazione per i suoi tesori trascurando la critica razionale trascuravano il modo in cui, secondo la comprensione di Hegel, la storia non era in conflitto con la ragione, ma alla fine era governata da precetti razionali.

Hegel: Lo spirito conservatore – Parte I

Hegel: Lo spirito conservatore – Parte I
21.02.2023

“La teoria politica di Hegel”, dice il filosofo canadese Charles Taylor, “è del tutto senza precedenti o paralleli. Il tentativo di classificarlo individuando gli shibboleth liberali o conservatori può solo portare a ridicole interpretazioni errate. È vero, il pensiero politico di Hegel resiste alla facile classificazione ideologica, anche se molti dei suoi interpreti, in particolare all’interno dell’anglosfera, ci hanno provato.

“Libertà da” Vs. “Libertà per”: la necessità di una precisa distinzione

“Libertà da” Vs. “Libertà per”: la necessità di una precisa distinzione
02.12.2022

Nel lessico politico non c’è parola più logorata dal tempo, o forse dal destino, di “libertà”. È chiaro che questo è un valore importante. Pochi pensatori politici o attori sulla scena della storia mondiale pretenderebbero di opporsi a questo. Anche i nazisti avevano un’idea perversa di libertà (Freiheit), intesa come la libertà di una “comunità popolare” (Volksgemeinschaft) razzialmente pura di realizzarsi attraverso la gloria conquistata con la forza. I sovietici credevano anche che il loro progetto utopico avrebbe liberato l’uomo da condizioni che sotto il capitalismo servivano solo ad alienarlo e renderlo schiavo. Quindi, come dovremmo intendere correttamente la libertà, uno dei nostri valori più nobili e consacrati?