La sfida della “decolonizzazione” e la necessità di una ridefinizione globale del neocolonialismo [2]
Nel 1960, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la “Dichiarazione sulla concessione dell’indipendenza ai Paesi e ai popoli coloniali” su impulso dell’Unione Sovietica, era chiaro a tutti i partecipanti ai processi internazionali quali fossero i territori in questione, ovvero le terre dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina e delle isole del Pacifico, sottomesse e sfruttate da europei e americani. Si trattava di territori d’oltremare, di norma stranieri ed etnicamente estranei alla metropoli, che venivano sfruttati come mercati o fonti di materie prime necessarie alla metropoli.