La parola “autarchia” è quasi completamente scomparsa dalla nostra vita quotidiana. Negli ultimi tre decenni, ogni tentativo di discutere la possibilità di una transizione della Russia verso un modello di economia autarchica è stato visto come una minaccia alla costruzione di una “economia di mercato” nel nostro Paese.
Tra le grandi tragedie della Seconda guerra mondiale, spesso trascurato nella storiografia occidentale, c'è il danno inflitto dalle forze armate tedesche all'Unione Sovietica e al suo popolo, il peggiore nel 1941 e nel 1942.
Ricordo come l’esercito sovietico fece una campagna afgana. I soldati erano chiamati eroi, le persone migliori sulla Terra. E poi il proprietario cambiò al Cremlino e i soldati sanguinanti e combattenti iniziarono a essere chiamati criminali e carnefici. Vennero colpiti alla schiena con articoli e programmi TV dalla perestrojka.
L’esperienza dell’Isola della Libertà può essere utile per la Federazione Russa.
Finora, non c’è stato un solo studio serio dedicato al fenomeno dell'”esterofilia” [1] occidentalizzante, così come sull’occidentalismo in generale.
Secondo lo studio del gruppo sociologico ucraino "Rating", del settembre 2016, il 35% degli ucraini dagli 18 anni e più si rammaricano del crollo dell'URSS.
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