GEOPOLITICA DEL RIAVVICINAMENTO CATTOLICO-ORTODOSSO

22.11.2016

Il 12 febbraio 2016 a Cuba si è tenuto uno storico incontro tra il Patriarca Kirill di Mosca e Papa Francesco. Questo è stato il primo incontro tra i due leader religiosi nella storia. Molto importante per entrambe le Chiese, l'evento si è svolto a Cuba, Paese in cui la maggioranza della popolazione si professa cattolica ma in cui le autorità hanno sviluppato rapporti di amicizia anche con la Chiesa ortodossa russa. L’incontro tra i due leader e la firma di una dichiarazione congiunta hanno avuto luogo presso un aeroporto, non in un luogo di culto. Il Patriarca si è recato poi in visita pastorale in Sud America, mentre il Papa è andato successivamente in Messico.

Dopo il crollo del regime ateo nel territorio russo nel 1991, la questione di un incontro tra i sommi rappresentanti delle due Chiese è stata più volte sollevata, ma è stato sempre rimandato in diverse occasioni. Le ragioni di questo rinvio sono state le differenze tra la Chiesa cattolica romana e le Chiese ortodosse russe. La differenza principale è stata imputata all'attività di proselitismo dei cattolici nel territorio canonico della Chiesa russa e all’atteggiamento neutrale o benevolo del Vaticano verso le requisizioni delle chiese ortodosse da parte degli ucraini di fede greco-cattolica. Quest'ultimo fenomeno si è verificato nell’arco degli ultimi 90 anni ed è stato accompagnato da massicce violazioni del diritto e dall'uso della violenza contro l’Ortodossia con la connivenza dello Stato ucraino. Il principale alleato dei greco-cattolici ucraini sono state le formazioni paramilitari nazionaliste ucraine.

Geopolitica del “Grande scisma”

Il grande scisma dell’anno 1054 tra le Chiese ortodosse e i cattolici è stato causato da una combinazione di motivazioni geopolitiche e teologiche. Tra queste c'erano le rivendicazioni del Papa circa la sua primazia sulla Chiesa universale e la creazione nel mondo occidentale di un suo impero (prima con l’Impero carolingio e poi con il Sacro Romano Impero) per sfidare l'Impero bizantino-ortodosso, che a sua volta si considerava unico erede dell'Impero romano.

La Chiesa romana, a causa delle circostanze storiche, è stata l'unica forza politica organizzata ad unire l'Europa occidentale durante tutto il Medioevo. Questo ha portato al naturale rafforzamento del suo ruolo politico e al consolidamento della posizione dominante del Papa nei confronti dei governanti “secolari”, tra cui lo stesso Imperatore del Sacro Romano Impero, che riceveva la “sacra unzione” proprio dal Papa stesso.

In Oriente l'unità politica era assicurata dalle strutture statali dell'Impero mentre  in Occidente era garantita dalla figura dell'Imperatore; la gerarchia ecclesiastica e la figura del Papa si facevano portatori del processo di unificazione. Entrambi i centri della cristianitа - Roma e Bisanzio - sostenevano la propria posizione predominante nei confronti dell’eredità del fu Impero romano una volta unito.

Il principale disaccordo teologico tra cattolici e ortodossi riguardava il dogma occidentale della “processione dello Spirito Santo”, che secondo gli occidentali proveniva non solo dal Padre ma anche dalla seconda persona della Santissima Trinità, cioè il Figlio,  Gesù Cristo, dogma che invece non era preso in considerazione dagli ortodossi (si tratta della cosiddetta disputa sul “Filioque”).

Contraddizioni teologiche

In tutta la storia successiva, le differenze dogmatiche e canoniche tra ortodossi e cattolici sono notevolmente aumentate. Gli ortodossi hanno respinto i dogmi del “primato del Papa”, l'infallibilità papale, l’Immacolata concezione della Vergine Maria e la sua Ascensione corporale, apparsi successivamente nella storia dottrinale della Chiesa romana. Gli ortodossi non prendono in considerazione l'insegnamento del Purgatorio cattolico "le opere di supererogazione” operate dai santi.

I cattolici, a loro volta, respingono l'insegnamento ortodosso sul “calvario” e sulle “energie increate”. I latini e gli ortodossi hanno significativamente diversi punti di vista circa l’ascesi e la vita spirituale, che riguardano anche il differente orientamento delle culture ortodossa e cattolica.

Questi fattori hanno costituito delle differenze decisive tra le due civiltà formatesi sulla comune base religiosa cristiana: quella cristiano-occidentale (cattolici e protestanti) e quella cristiano-orientale-bizantina.

Storia dei conflitti tra le due confessioni

La Chiesa cattolica più volte è stata l'iniziatrice di persecuzioni e aggressioni nei confronti dei Paesi di fede ortodossa. L'evento più famoso è stata la conquista e il saccheggio di Costantinopoli da parte dei Crociati nel 1204. La Chiesa cattolica ha favorito la penetrazione dei Crociati tedeschi in terra russa nei secoli XII e XIII. Su pressione cattolica e della dirigenza della “Repubblica polacca”, nel 1596 a Brest fu pattuita la cosiddetta "Unione", che portò grandi territori abitati da ortodossi a stare sotto il controllo di Roma.

Durante la seconda guerra mondiale i vescovi cattolici croati e quelli greco-cattolici di Ucraina “benedissero” i genocidi operati contro i membri di altre religioni, in particolare quelli ai danni degli ortodossi serbi, ucraini e russi.

In considerazione delle interazioni per lo più negative avute con i cristiani di Roma, tutti i tentativi di riavvicinamento tra cattolici e ortodossi sono spesso stati considerati dai cristiani di fede ortodossa come molto “sospetti”. Essi temono in particolare che ci sia “un'agenda nascosta” da parte dei cattolici per concludere un’altra  “Unione” (sulla fattispecie di quella di Brest, ndt) e per distorcere l'insegnamento ortodosso al fine di stabilire la primazia dell’insegnamento cattolico. Queste sono alcune delle preoccupazioni che sono state espresse prima dell’avvenuto incontro di Cuba tra il Papa e il Patriarca.

La Russia nella geopolitica moderna della Chiesa cattolica

Diversi fattori sono alla base della geopolitica contemporanea della Chiesa cattolica nei confronti della Russia. Il primo di essi è la continuazione della vecchia tradizione del proselitismo, cioè  del tentativo di “conquista” di un spazio di competenza canonica di un’altra Chiesa cristiana: l'attività missionaria (della Chiesa cattolica in territorio ortodosso, ndt) si rivolgeva soprattutto ai fedeli nominalmente ortodossi ma non si accompagnava ad insegnamenti (pubblici) in chiesa rivolti alla maggioranza della popolazione russa e degli altri Paesi dell'ex Unione Sovietica.

Il secondo fattore è il posto speciale occupato dalla Russia nell’escatologia cattolica moderna. Si tratta del cosiddetto "Miracolo di Fatima", un’apparizione mariana che presumibilmente e’ stata oggetto di visione da parte di alcuni bambini portoghesi nel 1917 nella località di Fatima. Una delle apparizioni avrebbe avuto come oggetto il fatto che la Russia, prima della fine del mondo, avrebbe dovuto essere consacrata al Cuore Immacolato di Maria.

Il sostenitore più attivo di questa idea è stato Papa Giovanni Paolo II. Non vi è alcuna comprensione universale circa l’interpretazione di che cosa si intenda per "consacrazione della Russia". Alcuni esperti ritengono che dovrebbe trattarsi di un “atto simbolico speciale”. I Papi, in particolare Pio XII e Giovanni Paolo II, hanno già dichiarato di aver compiuto azioni di questo tipo. Alcune persone credono che per "consacrazione della Russia" si intenda il passaggio del Paese al cattolicesimo o il riconoscimento da parte della Russia della supremazia del Papa.

C'è una terza interpretazione, quella che intende per "Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria" la rinascita del sentimento religioso in Russia e la redenzione delle lotte interne ad opera di Dio. Tale interpretazione è stata portata avanti dal cardinale Joseph Ratzinger, il futuro papa Benedetto XVI, che ha scritto un’interpretazione teologica sul "miracolo di Fatima" nell’anno 2000. In ogni caso, la Russia e la religiosità russa acquistano una particolare importanza per i cattolici contemporanei.

Il terzo fattore alla base dell’atteggiamento geopolitico della Chiesa di Roma verso la Russia è il potere acquisito dalla Chiesa ortodossa russa. Questa rappresenta la più grande tra le Chiese ortodosse nazionali. Si tratta di un alleato naturale di Roma nella tutela dei valori tradizionali cristiani e per opporsi al secolarismo militante della società contemporanea. E le Chiese russa e romana prestano particolare attenzione alla necessità di proteggere i cristiani del Medio Oriente, che soffrono di guerre e persecuzioni a causa degli islamisti radicali.

Gli interessi della Chiesa russa

La Chiesa ortodossa russa è impegnata in dialogo con i cattolici su questi temi. Inoltre è essenziale risolvere il problema legato alla Chiesa greco-cattolica ucraina. Il problema non riguarda solo la requisizione delle chiese ortodosse e il fattore del proselitismo. La Chiesa greco-cattolica ucraina è anche una comunità religiosa che serve come terreno fertile per una propaganda aggressiva in funzione anti-ortodossa e per alimentare il nazionalismo ucraino russofobico. I chierici della Chiesa greco-cattolica ucraina e i suoi vescovi promuovono un nazionalismo di destra e xenofobo, e con le due nazioni contrapposte tra loro più che mai, i rapporti tra le due Chiese sono tutt'altro che positivi in questo momento.

A quale Occidente avvicinarsi?

L'incontro tra il Papa e il Patriarca dimostra la possibilità di riavvicinamento della Russia all'Occidente. Ma non con i liberali e i laicisti, che promuovono iniziative alquanto anti-cristiane. La Chiesa romana, nonostante ci sia una tendenza molto forte alla secolarizzazione all'interno della Chiesa cattolica stessa, è il centro del conservatorismo in Europa e l'ultima istituzione della “cristianità” medievale. La Russia ha recentemente dimostrato di essere uno dei pochi Paesi del continente a difendere i valori cristiani tradizionali. Quindi è del tutto naturale che l'avvicinamento della Russia venga attuata con la parte più conservatrice del mondo occidentale, la cui autorità riconosciuta è il Papa.

La Chiesa romana non è nella migliore posizione al centro della civiltà che essa stessa ha creato. L'Europa moderna è laica e ispirata ad un relativismo assoluto. Il cristianesimo rimane parte dell'identità della popolazione della parte meridionale del continente: l'Italia, il Portogallo e la Spagna, ma anche questi Paesi stanno cominciando a perseguitare i cristiani. Negli altri Paesi occidentali la Chiesa è collocata ai margini della vita pubblica. Metodi repressivi impiantano l’ideologia del “gender” e le regole della "tolleranza", vietando anche i simboli e le feste cristiane. In queste circostanze i  tradizionalisti cattolici europei e occidentali sono interessati ad un'alleanza con la Russia e anche con la Chiesa russa.

Alternative all’ecumenismo

Il laicismo liberale militante e l’islamismo radicale sono due sfide che il mondo cristiano deve affrontare. Allo stesso tempo ci sono serie differenze dogmatiche che non consentono ai cristiani di diverse confessioni di unirsi ancora in una sola Chiesa. La  protestante "teoria dei rami" sotterra la maggior parte dei concetti dell’ecumenismo e contraddice l’ecclesiologia ortodossa. La Chiesa di Roma dal canto suo non può respingere il dogma della supremazia del Papa. Le controversie legate all’ecumenismo ottengono come effetto solo l’indebolimento delle confessioni cristiane, portano ad un aumento delle lotte interne e ai sospetti di tradimento della purezza della fede da parte della gerarchia ecclesiastica.

Allo stesso tempo, vi è un ampio spazio di cooperazione nel settore della protezione dei valori comuni che riguardano i cristiani e le diverse confessioni cristiane. E' significativo che il Patriarca russo e il Papa abbiano deciso di andare insieme in questa direzione. Un'alternativa all’ecumenismo liberale, che offusca le verità dottrinali importanti per i credenti di ogni denominazione, non è un ritiro dalla scena pubblica, ma la cooperazione su vasta scala dei cristiani conservatori che difendono la propria verità, e nel capire contemporaneamente l'importanza della protezione della “casa comune” che unisce tutti sotto lo stesso tetto.

L’inizio di un ravvicinamento di questo tipo ma senza che Roma riveda la sua pretesa di dominio, può portare ad un conflitto con le altre denominazioni cristiane. In caso contrario, le ambizioni della Chiesa di Roma non potranno che indebolire la posizione generale del cristianesimo, che diventerà una religione di minoranza sullo scenario mondiale.