Anche l'Ue si sveglia: riconosciuto il genocidio dei cristiani

14.02.2016

Una notizia passata quasi in sordina, quella della risoluzione Ue che riconosce il genocidio dei cristiani per mano dell'Isis, intitolata "sterminio sistematico delle minoranze religiose da parte dell’Isis".

Eppure, la rilevanza di questa nuova decisione del Parlamento europeo non è soltanto simbolica, ma apre la strada a misure preventive e ulteriori azioni per fermare l’incipiente genocidio in corso contro i cristiani, gli yazidi e altre minoranze e comunità etniche e religiose, e per poter perseguire gli autori di tali crimini.

"Accogliamo con grande soddisfazione la risoluzione del Parlamento europeo come significativo passo avanti nel facilitare l’adozione di misure per fermare il genocidio in atto contro i cristiani, gli yazidi e le altre minoranze etniche e religiose in Medio Oriente". Lo ha dichiarato il segretario generale della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), p. Patrick Daly, appena ricevuta la notizia dell’approvazione nell’emiciclo a Strasburgo della "risoluzione sul massacro sistematico delle minoranze religiose ed etniche da parte del sedicente Isis/Daesch", documento che chiama in causa la Comunità internazionale per azioni immediate di contenimento del Daesh.

La risoluzione era stata lanciata dal parlamentare europeo, Lars Adaktusson, (Democratici cristiani, Svezia) ed è stata approvata a larga maggioranza, con un consenso trasversale ai partiti – “cosa rara in Parlamento”, precisa il Comece. Il voto dell’aula di Strasburgo è infatti arrivato al termine di un ampio dibattito avviato il 20 gennaio scorso, al quale ha partecipato anche l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini.

La Comece ricorda poi che Papa Francesco è stato tra i primi a usare la parola “genocidio” per descrivere gli attacchi sistematici, barbari e letali condotti sulle comunità cristiane e su altri gruppi vulnerabili a causa del loro credo religioso. Il 9 luglio 2015, nel corso del viaggio apostolico in Bolivia, il Pontefice ha infatti affermato: “Oggi vediamo con orrore come in Medio oriente e in altre parti del mondo si perseguitano, si torturano, si assassinano molti nostri fratelli a causa della loro fede in Gesù. Dobbiamo denunciare anche questo: in questa terza guerra mondiale 'a rate' che stiamo vivendo, c’è una – forzo il – di genocidio in corso che deve fermarsi”.

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