USA: via libera del Pentagono a vendita armi ad Arabia Saudita, Emirati, Marocco e Qatar
L'Agenzia Usa della Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione (Dsca, che si occupa delle vendite nel settore militare) ha approvato i contratti per la vendita di armi a quattro paesi arabi, Arabia Saudita, Emirati, Marocco e Qatar, per il valore di oltre 7 miliardi di dollari. Lo riferisce la stampa araba e internazionale, segnalando che il via libera della Dsca è arrivato nonostante le polemiche per il coinvolgimento di Arabia Saudita ed Emirati nella guerra dello Yemen, iniziata nell'estate del 2014. Le autorità marocchine, da parte loro, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Nova, hanno espresso soddisfazione per l'approvazione dei contratti che riguardano la vendita di armi di ultima generazione e di attrezzature militari, come aerei e elicotteri.
La luce verde del Pentagono rappresenta una manna per il produttore di aerei Boeing, così come altre grandi aziende statunitensi specializzate in attrezzature militari. Il contratto più grande prevede la vendita all'Arabia Saudita, per 3,51 miliardi di dollari, di 48 elicotteri da trasporto CH-47F Chinook e di elicotteri con motori di riserva e mitragliatrici. Boeing e Honeywell Aerospace sono le compagnie che hanno ottenuto questo contratto. Circa sessanta addetti del loro personale dovranno trasferirsi in Arabia Saudita per la manutenzione degli aeromobili. Gli Emirati Arabi Uniti spenderanno invece 3,5 miliardi di dollari per 27 elicotteri da combattimento Apache AH-64e, prodotti da Boeing e Lockheed Martin.
Da parte sua, il Qatar ha ordinato otto aerei da trasporto C-17 e parti di ricambio per 781 milioni di dollari. L'ordinativo minore, ma politicamente altrettanto importante, è quello approvato per il Marocco che comprerà 1.200 missili anticarro Tow 2A prodotti da Raytheon, per 108 milioni di dollari.
Se il Dipartimento di Stato ha dato il via libera a questi contratti previa consultazione con il Pentagono, il Congresso, controllato dai repubblicani, ha sempre la possibilità, in teoria, di bloccare la loro attuazione anche se gli analisti arabi ritengono che una cosa di questo tipo sia improbabile.