Terremoto: il dramma degli allevatori

Giovedì, 3 Novembre, 2016 - 16:15

A causa del sisma, che ha interrotto diversi collegamenti viari, specie verso le frazioni più isolate in altura, tra gli allevatori c'è chi è costretto a buttare via il latte che va necessariamente munto a mucche e pecore. Motivo: le cooperative e i consorzi caseari non riescono a raggiungere coi loro mezzi i pascoli e le vicine stalle.

Casi limite, ma è questa una delle criticità che la Coldiretti ha raccolto al punto di ascolto di Norcia da parte degli allevatori.

Il territorio è ricco di allevamenti di animali, da carne e da latte. Quelli da latte, in particolare, "vanno lavorati ogni giorno ma il prodotto in alcuni casi deve essere buttato se non viene ritirato", hanno spiegato i produttori.

Le lamentele dal mondo agricolo - che è parte centrale dell'economia locale - sono anche altre: chi ha avuto le stalle danneggiate dal sisma non sa dove ricoverare il bestiame e al momento è difficile individuare alternative. Non solo: l'Appennino è popolato da lupi e tenere gli animali domestici all'aperto è rischioso. A Norcia si è parlato pure di attacchi di predatori gia' avvenuti, ma al momento non c'è riscontro.

Per aiutare gli allevatori si è mobilitato anche il Soccorso alpino. Stamani una squadra ha raggiunto allevamenti di bovini, ovini e cavalli sopra Castelluccio, con migliaia di capi. Ne hanno portati a valle, in transumanza, alcune centinaia. Non è stato un itinerario agevole soprattutto per gli agnellini: poichè le strade ordinarie sono ostruite da massi e i sentieri sterrati alternativi minacciati da frane, si sono dovuti percorrere dei tratti di campagna difficili, con pendii scoscesi dove si dove evitare di ferire gli animali. Nell'intervento di stamani il Soccorso alpino ha trasferito a valle circa 600 capi, oltre a dare assistenza laddove ci sono persone isolate e a cui mancano farmaci, cibo, energia elettrica.