Spagna: "caso Bankia", terremoto ai vertici della banca centrale
Piccolo terremoto ai vertici Banca di Spagna. La giustizia vuole capire fino in fondo la responsabilità dell'istituzione nel cosiddetto "caso Bankia" e per questo ascolterà i massimi responsabili della passata gestione e alcuni di quella attuale. Questi ultimi, appresa la notizia che sarebbero stati convocati, hanno rassegnato le dimissioni.
L'accusa è di aver autorizzato - contro il parere degli ispettori - la quotazione in Borsa del gruppo Bankia, nato dalla fusione di sette istituti portata avanti dall'ex ministro dell'Economia Rodrigo Rato. L'operazione si risolse in un danno per i risparmiatori e per l'erario che dovette intervenire a sanare i conti.
Dinanzi ai giudici sfileranno una serie di "ex": il governatore Miguel Ángel Fernández Ordóñez e il vice Fernando Restoy e il presidente della "Consob" spagnola Julio Segura. Il quotidiano "El Mundo" sottolinea che il fatto che "due istituzioni chiave per la vita economica della nazione siano implicati in un processo penale" è un "fatto grave e senza precedenti", ma saluta la decisione degli imputati di rinunciare all'incarico ancora prima di essere condannati. Gli imputati sono innocenti fino a quando non si dimostra il contrario, sottolinea la testata, ma "gli spagnoli hanno diritto a sapere se hanno agito correttamente in in un tristissimo episodio che ha screditato la banca di Spagna e la commissione valori. Ora avranno l'opportunità" di fornire la loro versione e starà alla giustizia decidere de hanno avuto responsabilità penali. Solo così, si potrà capire se quello "di ieri è stato un giorno importante per la rigenerazione della vita pubblica spagnola".
Un processo "efficace, con messi adeguati e una volontà chiara di accertare quanto successo" lo chiede anche "El Pais" secondo cui il rischio maggiore sta proprio nel dare vita a "esami frettolosi, condanne sbrigative e conclusioni senza fondamenta"