Respinto l'appello del Fronte Polisario contro l'accordo commerciale UE-Marocco
Ieri la Corte di giustizia dell'Unione Europea si è finalmente pronunciata su una questione commerciale che affonda le sue radici nel cuore del conflitto che da decenni oppone il Marocco agli indipendentisti del Fronte Polisario attorno alla sovranità dell'ex colonia spagnola del Sahara Occidentale: ne ha parlato stamattina il quotidiano francese "Le Monde" riferendo che la Corte ha respinto l'appello proposto dal Polisario contro l'accordo di libero scambio concluso nel 2012 tra l'Unione Europea ed il Marocco in materia di agricoltura e di pesca.
Dunque non è valida la sospensione del trattato, decisa nel 2015 dal Tribunale europeo di primo grado, su richiesta appunto del Polisario: la sospensione aveva fatto infuriare il governo del Marocco, che da 1975 ha annesso il Sahara Occidentale nonostante l'opposizione di una parte dei suoi abitanti e che lo occupa in assenza di qualsiasi riconoscimento internazionale.
L'ironia dell'odierna sentenza, ha sottolineato il "Monde", è che per bocciare la richiesta del Polisario di annullare quell'accordo, la Corte basata in Lussemburgo ha fatto riferimento proprio alle ragioni addotte dagli indipendentisti saharawi: e cioè allo "statuto separato e distinto garantito al territorio del Sahara Occidentale in virtù della carta delle Nazioni Unite e del principio dell'autodeterminazione dei popoli"; insomma, l'accordo commerciale Ue-Marocco non può includere legalmente il Sahara Occidentale e quindi il Polisario non può adire la legge per opporsi ad esso. La sentenza della Corte di giustizia europea però non dice nulla circa l'obbligo dell'Ue di verificare che lo sfruttamento da parte marocchina delle risorse naturali della regione contesa non avvenga a detrimento della sua popolazione: facile prevedere che questa contesa vedrà nuovi capitoli.