DIFESA: USA E ISRAELE AD UN PASSO DAL NUOVO ACCORDO
Nei prossimi giorni Stati Uniti ed Israele firmeranno il nuovo accordo relativo al settore Difesa. Lo ha dichiarato Dan Shapiro, l'ambasciatore americano in Israele, durante una conferenza stampa che si è svolta ieri, 11 settembre presso il Centro interdisciplinare di Herzliya. Shapiro ha spiegato che l'accordo garantirà le necessità difensive di Israele fino al 2029 e prevede il maggior trasferimento di risorse finanziarie mai concesse dagli USA ad un paese straniero per l'assistenza alla difesa. Quelle di Shapiro sono state le prime dichiarazioni pubbliche rilasciate su questo argomento da un rappresentante di Washington nel corso delle ultime settimane.
All'inizio del mese di agosto sembrava che tutti i dettagli dell'accordo fossero stati concordati e che la firma fosse questione di giorni. Da allora, però, sono trascorse settimane e l'accordo deve ancora essere firmato. Secondo quanto riferisce il quotidiano israeliano "Times of Israel", il valore degli aiuti statunitensi ammonterebbe a circa 3 miliardi di dollari l’anno. Gerusalemme, tuttavia, ha chiesto che questa cifra venga aumentata fino a raggiungere i 3,7 miliardi di dollari. Le fonti citate dai media israeliani parlano, inoltre, di una quota extra di aiuti economici, pari a circa 300 milioni di dollari, destinati alla difesa missilistica. In totale, quindi, Israele chiede che i finanziamenti al settore Difesa ammontino complessivamente a 4 miliardi di dollari.
Washington ha già contribuito allo sviluppo dei sistemi missilistici israeliani Iron Dome (intercettori di breve raggio), David's Sling (medio raggio) ed Arrow (lungo raggio). Secondo i precedenti rapporti, un punto oggetto di discordia sarebbe la richiesta statunitense di spendere una quota maggiore dei finanziamenti nella strumentazione militare prodotta dagli Usa. Attualmente Israele può spendere il 26,3% degli aiuti ricevuti dagli Usa per l'acquisto di strumenti costruiti dalle proprie aziende operanti nel settore Difesa. Un alto funzionario israeliano ha spiegato il ritardo nella firma citando "problemi di natura tecnica" ancora irrisolti. Il quotidiano statunitense "Washington Post" attribuisce, invece, il ritardo ad altro: la Casa Bianca, infatti, sarebbe disponibile a firmare l'accordo sino a quando non ne riconoscerà i meriti anche il senatore conservatore Lindsey O. Graham. Il nuovo accordo dovrebbe in ogni caso portare alla cifra di 3,3 miliardi di dollari gli aiuti annui concessi dagli Usa alla Difesa israeliana.
Tanto Israele quanto gli Stati Uniti vorrebbero formalizzare l'accordo il prima possibile, e certamente prima della fine del secondo mandato del presidente statunitense Barack Obama. La Casa Bianca, però, ritiene di non avere a disposizione garanzie sufficienti affinchè il Congresso non apporti modifiche sostanziali all'accordo mediato dai due paesi. Graham, presidente della sottocommissione per le Appropriazioni del Senato, responsabile delle spese connesse all'esercizio della politica estera, ha già firmato un disegno di legge che aumenterebbe ulteriormente i fondi destinati alla difesa israeliana, portandoli a 3,4 miliardi di dollari annui. Lo scorso 4 agosto, fonti ufficiali del governo di Gerusalemme hanno fatto sapere che Israele e Stati Uniti hanno fatto progressi "significativi" nei negoziati per i fondi decennali che Washington destinerà al programma di difesa missilistica del paese mediorientale. Dopo tre giorni di colloqui a porte chiuse a Washington, "sono stati fatti dei progressi e le divergenze sono state colmate", ha dichiarato una fonte diplomatica israeliana. "Israele e Usa sperano di giungere presto ad un accordo", ha precisato la stessa fonte che ha confermato le notizie circolate in ambienti statunitensi.
Anche funzionari statunitensi avrebbero espresso il loro ottimismo per il raggiungimento di un accordo. Secondo quanto riferisce il quotidiano "Haaretz", la maggior parte dei punti controversi riguarda aspetti tecnici. I colloqui tra i funzionari israeliani e statunitensi sono iniziati il primo agosto, a Washington. La delegazione inviata da Gerusalemme era composta da Yaacov Nagel, presidente del Consiglio nazionale della sicurezza, dal generale Amikam Norkin, comandante della direzione per la pianificazione delle Forze di difesa (Idf) israeliane, da funzionari del Tesoro e da Ron Dermer, ambasciatore israeliano negli Usa. Il team statunitense incaricato di concludere i negoziati era composto, invece, da Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, Yael Lampert, consigliere israeliano alla Casa Bianca, Dan Shapiro, ambasciatore Usa in Israele, e da altri funzionari del dipartimento di Stato, della Difesa e del Tesoro.
I negoziati per la conclusione dell'accordo decennale di aiuti militari che Washington riconoscerà a Gerusalemme sono stati caratterizzati in passato da diverse tensioni, tra cui l'ammontare degli aiuti Usa e l'opposizione israeliana all'accordo sul nucleare iraniano raggiunto nel luglio del 2015. Secondo il governo di Gerusalemme, infatti, l'accordo raggiunto tra sei potenze mondiali con Teheran rappresenterebbe una minaccia esistenziale per Israele. L'ufficio del primo ministro ha detto alla fine di luglio scorso che Israele "attribuisce grande valore alla prevedibilità e all'affidabilità dell'assistenza militare che riceve dagli Stati Uniti ed al rispetto degli accordi bilaterali".
Lo scorso 29 luglio, un gruppo bipartisan di senatori statunitensi che includeva il candidato alla vicepresidenza di Hillary Clinton, Tim Kaine, ha chiesto al Congresso di aggiungere 320 milioni di dollari per la difesa missilistica israeliana alla versione del disegno di legge in Senato sugli stanziamenti per la difesa. In una lettera ai presidenti delle commissioni Forze armate 36 senatori si sono dichiarati d'accordo ad aumentare la cooperazione con Israele. "In mezzo a crescenti minacce di razzi e missili in Medio Oriente, è prudente per gli Stati Uniti e Israele avanzare e accelerare la cooperazione bilaterale in materia di tecnologie di difesa missilistica", si legge nel testo. L'aumento proposto del National defense authorization act 2017 comprenderebbe tre programmi di difesa missilistica Stati Uniti-Israele e altri acquisti dei sistemi Iron Dome.