Banche: Draghi pronto ad intervenire fornendo altra liquidità al sistema
Mario Draghi ha deciso che la Bce manterrà ancora un livello di sostegno monetario significativo per proteggere la zona euro da pericoli. E questa volta, ancora una volta, il pericolo viene dall’Italia e dai suoi connazionali. Lo ha spiegato un approfondimento del quotidiano tedesco "Der Spiegel" in cui si sottolinea come in gioco oltre al referendum costituzionale, ci sia molto di più: la permanenza nell’Unione monetaria, dal momento che il debito italiano è al 133 per cento sul Pil e il suo sistema bancario è malato.
Gli investitori finanziari, secondo "Der Spiegel sarebbero molto nervosi per la possibile vittoria del “no”. Secondo l’economista di Harvard Carmen Reinhart c’è un parallelo con quanto successe in Grecia nella primavera del 2015. Al momento l’aiuto della Bce ha impedito il crollo del sistema bancario italiano. Un prolungato periodo di instabilità politica in Italia costituirebbe “il peggior scenario per il mercato, e interrompere il programma di riforme sarebbe destabilizzante per le banche”, ha detto l’esperto britannico Stuart Graham. In particolare per la situazione del Monte dei Paschi di Siena (Mps).
In realtà il vero problema dell'Italia per il quale la BCE sarà costretta ad intervenire è la situazione in cui versa il sistema bancario. Le regole dell’Unione fanno sì che non si possano salvare le banche prima del loro crollo e che lo possano fare solo gli azionisti, i creditori e i depositanti. Ma c'è una scappatoia: nell'ambito di una cosiddetta “capitalizzazione precauzionale” il governo, in determinate condizioni, può fare un passo in avanti con il denaro, per scongiurare danni al sistema finanziario. Questo può avvenire solo previo accordo con la Commissione europea. Ma questa è un’operazione impopolare, perché coinvolge i possessori delle obbligazioni bancarie stesse.
Anche UniCredit ha problemi e deve trovare fino a 13 miliardi nelle prossime settimane. Altri anelli deboli della catena sarebbero le banche in Spagna, Portogallo e Grecia. Il rischio è grande dunque e la Bce dovrebbe intervenire per coprire il 95 per cento dei buchi finanziari. Per stabilizzare le banche italiane occorrerebbero 33 miliardi di euro. Il timore di Joerg Kraemer, capo economista di Commerzbank, è che la Bce si faccia carico della debolezza degli istituti di credito e acquisti massicciamente le obbligazioni bancarie. Le banche hanno bisogno di bassi tassi d’interesse per i titoli di Stato italiani. L’Italia è una polveriera che potrebbe far saltare l’eurozona, ma la Bce è pronta con l’estintore.