BANCHE: Deutsche Bank ad un passo dal baratro
I regolatori finanziari amano scagliare invettive contro i pericoli del rischio finanziario sistemico, ma divengono sospettosamente silenziosi quando finiscono per incarnare quella fonte di rischio: è questo il caso, secondo il "Wall Street Journal", dell'attacco dei regolatori statunitensi a Deutsche Bank, con una richiesta di risarcimento da 14 miliardi di dollari, che questa settimana ha gettato scompiglio tra i titoli bancari europei. Da quando il "Wall Street Journal" ha riportato per primo la notizia della sanzione, lo scorso 15 settembre, le azioni del colosso bancario tedesco si sono deprezzate sino al 20 per cento. La sanzione supera di gran lungo le capacità di pagamento effettive della banca, dato che quest'ultima capitalizzava 18 miliardi di dollari prima che la vicenda divenisse di pubblico dominio. Una sanzione di importo superiore a 3 miliardi di dollari, avverte il quotidiano, metterebbe in ginocchio la banca, che deve fare i conti con altre controversie giudiziarie; inoltre, ha già sborsato miliardi di dollari per chiudere contenziosi in merito alle accuse di manipolazione dei tassi di interesse: è questo il caso, sottolinea il quotidiano, degli 1,9 miliardi sborsati nel 2013 "in merito alla bizzarra accusa statunitense secondo cui numerose banche avrebbero in qualche modo ingannato gli squali di Fannie Mae e Freddie Mac", protagonisti della crisi immobiliare del 2007. Non è improbabile, avverte la direzione del "Wall Street Journal", "che questo fiasco possa tramutarsi in qualche modo in una grave crisi sistemica". Con un bilancio da 1.800 miliardi di euro spesso contestato per la sua opacità, Deutsche Bank faticherebbe a recuperare il capitale agli attuali prezzi di mercato. Il problema di uno dei più colossali istituti bancari europei non fa che alimentare le paure dei mercati connesse ai rischi del settore bancario e all'incertezza politica. Deutsche bank, nonostante la tanta polvere spazzata sotto il tappeto, è riuscita a reggere sinora lo scrutinio dei mercati e delle autorità europee; l'assalto scagliato dagli Stati Uniti, conclude il quotidiano, è uno sviluppo dalle conseguenze imponderabili, e le sanzioni multimiliardarie comminate dalle autorità statunitensi "poggiano sulla dubbia teoria che i procuratori e i governi sappiano meglio degli investitori quanto gli asset sarebbero dovuti essere prezzati dieci anni fa, in un fase di assoluta euforia di mercato"