Verso il Mondo Multipolare: la sfida del 2024

01.01.2024

“Il mondo multipolare è una alternativa radicale al mondo unipolare.”

— Aleksandr Gel’evič Dugin

Il 2023 “geopolitico” sarà certamente ricordato, in primo luogo, per il prosieguo delle ostilità nell’Est Europa e per la recrudescenza dello scontro in Medio Oriente.

Due situazioni da un lato potenzialmente sempre più esplosive e dall’altro che certificano un cambio significativo dello scacchiere geopolitico internazionale.

Un cambio che il 2024 continuerà sicuramente a certificare.

Infatti, l’architettura globale unipolare sorta dalla dissoluzione dell’URSS 1989 – 1991 è in forte crisi sia per la “rinascita” di potenze globali che per lo sviluppo di potenze regionali nei vari angoli del mondo.

L’umanità si trova dunque in mezzo al guado, fra due “titani” che aspirano ad un’organizzazione globale opposta: Unipolarismo vs Multipolarismo.

Del primo insieme ne fa parte il c.d. “Occidente collettivo”, con gli USA e il braccio armato “NATO” che guidano il gruppo, mentre il secondo è un composto più eterogeneo ma tenuto insieme da un obiettivo ben definito: ridimensionamento dell’influenza occidentale sul globo.

Del secondo gruppo ne fanno parte potenze globali come Russia e Cina, oltre a Nazioni con una capacità di proiezione più regionale come ad esempio l’Iran, la Turchia “neo – ottomana”, il Venezuela chavista, il Brasile, Cuba socialista, il Sud Africa alacremente impegnato nei BRICS+ (organizzazione che mira in primo luogo alla dedollarizzazione di una parte significativa dell’economia mondiale) e vari Paesi africani recentemente convertitisi espellendo dal loro territorio la secolare presenza francese.

Nessun Paese al mondo è immune da tale situazione, così come tutti gli esseri viventi ne sentono e ne sentiranno sempre più le conseguenze.

A tal proposito, molto chiare sono state le parole del Presidente venezuelano Maduro nel maggio del 2023: “Il Sud America non può rimanere indietro nella costruzione del mondo multipolare”.[1]

Così come quelle del “filosofo del multipolarismo”, Aleksandr Gel’evič Dugin: “Il conflitto in Ucraina è il Primo Conflitto Multipolare”.[2]

Una situazione di confronto fra Potenze che non accenna a placarsi e che anzi va ad intensificarsi sempre più, in quanto si confrontano due visioni che non possono trovare punti di contatto e di compromesso significativi.

O vince l’uno o vince l’altro.

Mentre però uno a due possibili strade per vincere, l’altro ce ne ha solamente una (e non è certamente auspicabile):

  • Multipolarismo: la formazione di un mondo multipolare può passare da un confronto armato fra grandi potenze oppure dall’accettazione da parte della potenza occidentale di riferimento (gli USA) che il suo ruolo nel mondo sia ridimensionato.
  • Unipolarismo: il ristabilimento di un mondo pienamente unipolare presuppone forzatamente un confronto diretto fra grandi potenze. Da escludere infatti la possibilità che Cina, Russia, Iran e altri Paesi del globo accettino di propria spontanea volontà di tornare agli anni ’90 del ‘900 (a meno di rovesciamenti politico – militari interni).

E come ebbe a scrivere l’illustre pensatore italiano Antonio Gramsci decenni orsono, dunque: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro (possono nascere) i mostri.” Dico “possono” e non “nascono” (mi perdonerà Gramsci) perché più questo conflitto unipolarismo vs multipolarismo va avanti con sempre minore dialogo fra le grandi potenze nucleari e più il rischio di un’escalation militare globale si fa concreto.

Per l’ “Orologio dell’Apocalisse – 2023” il mondo è a 90 secondi dal baratro, indicando con ciò la vicinanza al conflitto nucleare.[3]

Un’escalation, dunque, che forse non priverebbe il globo di ogni forma di vita su di esso ma certamente non ne rimarrebbe in abbondanza.

Un 2024, dunque, all’insegna della grande sfida geopolitica del Nuovo Millennio: Unipolarismo vs Multipolarismo.

Di Alessandro Fanetti per ComeDonChisciotte.org

NOTE

[1] https://www.la-razon.com

[2] https://www.geopolitika.ru

[3] 2023 Doomsday Clock Statement.

Fonte