Una Dixie indipendente e le relazioni con l'America Latina

12.11.2021

Purtroppo, uno dei pochi modi in cui i popoli dell'America Latina vengono presentati ai loro vicini qui negli Stati Uniti è attraverso le azioni malvagie di agenzie federali come la CIA, l'USAID o il Dipartimento di Stato. Basti l’esempio di Ramona Wadi [1]:

“Il mese scorso, il Museo della Memoria argentino (ESMA) di Buenos Aires è stato proposto [2] per essere incluso nell'elenco dei siti del patrimonio mondiale, per l'approvazione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO). L'ESMA, che si trova alla periferia di Buenos Aires, è stata utilizzata in passato dalla dittatura di Jorge Videla, durata dal 1976 al 1981, come centro di tortura e detenzione e luogo in cui gli oppositori della dittatura venivano drogati, legati e preparati per la voli della morte [3]. La pratica di far sparire gli oppositori politici lanciandoli nell'oceano dagli elicotteri, iniziata durante la dittatura cilena di Augusto Pinochet, è stata adottata da Videla come il mezzo più efficiente per coprire le tracce delle uccisioni extragiudiziali da parte dello Stato. Si stima che durante il governo di Videla siano scomparse 30.000 persone. È stato attraverso i documenti rilasciati dagli Stati Uniti nel 2017, che [si è saputo che] i voli della morte sono stati utilizzati non solo come mezzo di sparizione, ma anche di omicidio, dato che alcune delle vittime erano ancora vive quando sono state eliminate [in questo modo] dalla dittatura. Gli Stati Uniti erano anche un fornitore di aerei ed elicotteri per la dittatura di Videla e conoscevano appieno i suoi metodi di sparizione. Su 5.000 persone detenute all'ESMA, solo poco più di 100 sono sopravvissute. In occasione [4] della Giornata internazionale degli scomparsi, la strada in cui si trova l'ESMA è stata ribattezzata "SON 30000" per ricordare il numero di vittime uccise e fatte sparire dalla dittatura di Videla.

Ciò che gli Stati Uniti hanno perpetrato in Argentina è in qualche modo una continuazione di ciò che il Segretario di Stato americano Henry Kissinger ha istigato in Cile. Nel 1975, l'anno prima che Videla prendesse il potere in Argentina, Kissinger incontrò il ministro degli Esteri cileno Patricio Carvajal. "Ho letto il documento informativo per questo incontro e non si trattava altro che di diritti umani", ha deriso Kissinger [5]. "Il Dipartimento di Stato è composto da persone che hanno la vocazione per il ministero. Poiché non ci sono abbastanza chiese per loro, sono andati al Dipartimento di Stato."”

L'Elite di Washington City, però, non rappresenta tutti i popoli degli States, ma solo l'elemento eugenista-tecnocratico, che è per lo più concentrato nel New England e nella West Coast.

La gente tradizionale del Sud, da parte sua, sarebbe felice di tagliare i legami politici con gli Yankee e ricominciare da capo con i Paesi dell'America Latina. A differenza degli Yank, Dixie non cerca di dominare gli altri e ci sono anche alcune somiglianze culturali che unirebbero naturalmente il Sud e l'America Latina.

In primo luogo, il principio di non interferenza nel pensiero geopolitico sudista risale agli albori della neonata federazione di Stati indipendenti. Il presidente George Washington, un sudista della Virginia, nel suo discorso d'addio (1796) disse [6]:

“Osservate la buona fede e la giustizia verso tutte le nazioni. Coltivate pace e armonia con tutti. La religione e la morale impongono questa condotta e può essere che una buona politica non la imponga ugualmente?... La grande regola di condotta per noi nei confronti delle nazioni straniere è estendere i nostri rapporti commerciali, avere con loro il minor legame politico possibile.”

Thomas Jefferson, un altro dei primi presidenti della Virginia, disse:

“La presunzione di dettare ad una nazione indipendente la forma del suo governo è così arrogante, così atroce, che l'indignazione così come il sentimento morale arruola tutte le nostre parzialità e preghiere in favore di una [la nazione indipendente] e le nostre esecrazioni uguali contro l'altra [quella che detta ad altre nazioni]” (lettera del 1823) [7].

John C. Calhoun (morto nel 1850), uno dei più grandi statisti del Sud, originario della Carolina del Sud, aggiunse questo durante la guerra messicano-statunitense in un discorso al Senato degli Stati Uniti [8]:

“…Il corso della politica che dovremmo seguire nei confronti del Messico è uno dei maggiori problemi nelle nostre relazioni estere. La nostra vera politica, secondo me, è non indebolirlo o umiliarlo; al contrario, è nostro interesse vederlo forte, rispettabile e capace di sostenere tutti i rapporti che dovrebbero esistere tra nazioni indipendenti. Ritengo che ci sia una misteriosa connessione tra il destino di questo Paese e quello del Messico; tanto che la sua indipendenza e capacità di sostentarsi sono essenziali per la nostra prosperità e il mantenimento delle nostre istituzioni quasi quanto lo sono per esso. Il Messico è per noi il frutto proibito; la pena di mangiarlo sarebbe sottoporre le nostre istituzioni alla morte politica… Quando ho detto che c'era una misteriosa connessione tra il destino del nostro Paese e quello del Messico, ho fatto riferimento al grande fatto che vi eravamo in tale relazione che non dovremmo disporre in alcun modo del Messico, come suddito o nazione conquistata, o ciò si rivelerebbe disastroso per noi… Avete già guardato nella Storia e conoscete troppo bene gli effetti fatali che i grandi possedimenti provinciali hanno mai avuto sulle istituzioni degli Stati liberi per aver bisogno di una prova per convincervi di quanto sarebbe ostile alle istituzioni di questo Paese, il tenere il Messico come provincia suddita. Non c'è un esempio registrato di uno Stato libero che detenga una provincia della stessa estensione e popolazione, senza anche conseguenze disastrose.

Ma prima di lasciare questa parte dell'argomento, devo entrare nella mia solenne protesta, come uno dei rappresentanti di uno Stato di questa Unione, contro l'impegno di protezione a qualsiasi governo stabilito in Messico sotto la nostra approvazione o incoraggiamento. Sarebbe inevitabilmente rovesciato non appena le nostre forze si ritirassero. E saremmo costretti, in adempimento di una fede dichiarata, implicita o espressa, a restituire e ripristinare tale governo al potere, che verrebbe nuovamente rovesciato e nuovamente ripristinato, fino a quando non saremo costretti a prendere il governo nelle nostre mani, proprio come il gli inglesi sono stati costretti a fare ancora e ancora nell’Hindostan, in circostanze simili, finché ciò non ha portato alla sua intera conquista… Devo dire che non riesco a vedere come una repubblica libera e indipendente possa essere stabilita in Messico sotto la protezione e l'autorità di suoi conquistatori. Posso facilmente capire come possa essere un'aristocrazia o un governo dispotico, ma come possa essere stabilito un governo repubblicano libero, in tali circostanze, è per me incomprensibile. Ho sempre pensato che un tale governo dovesse essere il desiderio spontaneo del popolo, che deve emanare dal cuore delle persone, ed essere sostenuto dalla loro devozione ad esso, senza sostegno da fuori. Ma sembra che queste siano nozioni antiquate - idee obsolete - e che i governi popolari liberi possano essere fatti sotto l'autorità e la protezione di un conquistatore.”

Il Sud preferirebbe vedere i Paesi elaborare le proprie idee politiche ed economiche senza interferenze esterne, proprio come vorrebbe fare esso stesso.

Ma le buone relazioni tra Dixie e l'America Latina si basano su qualcosa di più di questo solo principio. Prima della Guerra di Aggressione del Nord che distrusse l'autocoscienza del Sud e la assorbì nell'aggressivo Impero Americano Yankee, è possibile vedere che la visione del Sud dell'America Latina era già abbastanza positiva. Abbastanza spesso nella letteratura del Sud, ci sono descrizioni gentili della vita nei Paesi dell'America Latina, come questa di Cuba, per esempio, nel romanzo Silverwood della signora Margaret Junkin Preston del 1856:

“Non potevo fare a meno di pensare a come Sepha avrebbe battuto le mani alla vista delle strane allegre carrozze che affollano le strade ogni sera, piene di senoritas dagli occhi neri e dai capelli neri, senza cuffie in testa, ma invece con ghirlande di fiori, somigliando a tante regine di maggio. Non c'è niente che possa essere chiamato inverno qui, sai, così che i fiori e il fogliame sono in abbondanza lussureggiante, anche se è quasi dicembre. I pennacchi delle palme, i filari di melograni, i campi di ananas ricoperti di aloe, le piantagioni di caffè e tante altre cose, ci fanno sentire come se fossimo molto più lontani di quanto siamo realmente, dalla nostra propria terra familiare. Pensaci, Eunice... tu che stai curando con tanta cura il cactus scarlatto che hai portato fin qui da B…; pensa alle siepi formate dalle più splendide varietà!” [9].

Ma l'amicizia tra i due va oltre il mondo letterario al mondo in carne ed ossa. Dopo la guerra con gli Stati del Nord, molti meridionali partirono per destinazioni in America Latina per cercare di continuare la vita come l'avevano conosciuta, piuttosto che sottomettersi alla cultura aliena degli Yankee. Ecco il resoconto di un insediamento in Brasile:

“Quando la Confederazione americana perse la guerra civile nel maggio 1865, 10.000 sudisti fuggirono dagli Stati Uniti per una piccola città in Brasile, dove avrebbero potuto ricostruire le loro vite e portare avanti le loro tradizioni. Ora, 150 anni dopo, la loro storia è stata apparentemente cancellata dai libri di storia. Ma nel cuore del Brasile, i discendenti di questi espatriati confederati si riuniscono ogni anno per celebrare la loro controversa storia e mantenere le loro tradizioni e cultura. Nel 2015, Mimi Dwyer di Vice ha partecipato al festival [10] e ha rivelato com'è la vita nella città chiamata Americana.

Ogni anno, la piccola città brasiliana di Americana organizza una grande celebrazione per commemorare i 10.000 confederati fuggiti dal Sud americano dopo che la loro parte ha perso la guerra civile. Si stabilirono ad Americana, nello Stato brasiliano di San Paolo, che rimane una sorta di enclave per i discendenti degli espatriati morti da tempo.”

Il resto può essere letto in questa pagina di Business Insider [11].

La base di questa buona volontà, riteniamo, risiede nella comune cultura di fondo dei due: entrambi sono radicati nelle forme più tradizionali di cristianesimo e nell'amore per la creazione – di fatto, un timore reverenziale davanti alla misteriosità della creazione – e nella stile di vita agricolo. Questa mentalità pre-moderna porta ad una deliberata lentezza nella vita, in modo che possa essere goduta, in un atteggiamento più amichevole verso gli altri, piuttosto che nella visione frenetica, utilitaristica e snob degli Yankee.

Ma non c'è niente che accomuna quanto l'esperienza condivisa della sofferenza e anche qui il Sud condivide con molti popoli latinoamericani l'esperienza del soffrire militarmente ed economicamente per mano degli Yankees, sempre così determinati ad espandere il loro impero. Nelle parole del presidente della Confederazione, Jefferson Davis:

“La lussuria dell'impero li ha spinti [gli Yankee] a condurre una guerra di sottomissione contro i loro vicini più deboli [il Sud].” [12]

Il Sud e l'America Latina sono fratelli per una serie di ragioni. Speriamo che il Venezuela, il Nicaragua e il resto della loro stirpe capiscano che gli squadroni della morte, le sanzioni economiche e altri mali di questo tipo non sono la via del Sud, che ha infatti sofferto lo stesso genere di cose per mano di Washington City proprio come loro. I due dovrebbero, quindi, camminare insieme nel futuro, sostenendosi a vicenda.

[1] https://www.strategic-culture.org/news/2021/10/03/taking-argentina-collective-memory-to-international-recognition/

[2] https://www.telesurenglish.net/news/Argentinas-Memory-Museum-Nominated-For-UNESCO-Heritage-Site--20210930-0008.html

[3] https://www.cels.org.ar/especiales/megacausaesma/en/

[4] https://batimes.com.ar/news/argentina/human-rights-groups-rename-street-at-ex-esma-for-disappeared.phtml

[5] https://nsarchive2.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB437/

[6] https://www.ourdocuments.gov/doc.php?flash=false&doc=15&page=transcript

[7] James and Walter Kennedy, “Yankee Empire: Aggressive Abroad and Despotic at Home”, Shotwell Publishing, Columbia, SC, 2018, pag. 140.

[8] https://www.abbevilleinstitute.org/review/john-c-calhoun-anti-imperialist/

[9] Margaret Junkin Preston, “Silverwood: A Book of Memories”, Forgotten Books, London, England, 2015, pag. 197.

[10] https://www.vice.com/en_us/article/welcome-to-americana-brazil-0000580-v22n2

[11] https://www.businessinsider.com/photos-us-confederacy-americana-brazil-2017-5

[12] Yankee Empire, p. 342.

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Articolo originale di Walt Garlington:

https://www.geopolitica.ru/en/article/independent-dixie-and-relations-latin-america

Traduzione di Costantino Ceoldo