Turchia ed Egitto devono passare dall'inimicizia all'amicizia

01.10.2024
Il Presidente turco Tayyip Erdogan e il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi assistono ad una cerimonia di firma dopo il loro incontro ad Ankara, Turchia, il 4 settembre 2024.

La cooperazione tra i due Paesi può interessare la regione del Nord Africa e del Medio Oriente.

 Il 4 settembre 2024, il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha visitato Ankara e ha incontrato il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Si è trattato della prima visita di un Presidente egiziano negli ultimi 12 anni. Sebbene l'attenzione si sia concentrata sulla discussione di Gaza e sulla necessità di coordinare le azioni contro Israele, i ministri dei due Paesi hanno anche firmato 18 memorandum d'intesa sulla cooperazione nei settori dell'energia, della difesa, del turismo, della salute, dell'agricoltura, della finanza, della cultura, dell'istruzione e dei trasporti. Parlando in una conferenza stampa congiunta, Erdogan ha ribadito che la Turchia e l'Egitto vogliono incrementare il commercio annuale da 5 a 15 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Da parte sua, Sisi ha detto che hanno anche discusso della situazione in Libia, per la quale i due Paesi sono da tempo in disaccordo e sostengono fazioni opposte in un conflitto irrisolto.

In precedenza, nel febbraio 2024, Erdogan era stato al Cairo e le relazioni erano state formalmente normalizzate. Le relazioni bilaterali tra i due Paesi si sono deteriorate in modo significativo dopo il rovesciamento del Presidente Mohamed Mursi nella rivoluzione del 30 giugno 2013, poiché era uno stretto alleato della Turchia, che sosteneva i Fratelli Musulmani (vietati in Russia). I media turchi (così come i 'fratelli' locali e in visita che hanno avuto accesso alle piattaforme informative) hanno iniziato a criticare Sisi, ed Erdogan ha ripetutamente menzionato il suo nome nella retorica politica, tracciando paralleli tra Sisi e alcune figure dell'opposizione in Turchia per ottenere sostegno, soprattutto prima delle elezioni.

 L'attuale cambio di rotta nelle relazioni deriva da diversi interessi economici e strategici, che sono influenzati dalla congiuntura geopolitica della regione.

Se parliamo di economia, Turchia ed Egitto sono interessati alla sua ripresa. La Turchia continua a sperimentare una grave inflazione e la svalutazione della lira turca, mentre l'Egitto è tra le prime file dei principali debitori del FMI.

Entrambi i Paesi dovranno adeguare la loro politica estera. In particolare, in Libia, dove la Turchia ha sostenuto il Governo di Accordo Nazionale a Tripoli (a causa della sua vicinanza ideologica ai Fratelli Musulmani), e l'Egitto ha sostenuto l'Esercito Nazionale Libico del Generale Khalifa Haftar. Anche la Russia ha sostenuto Haftar per evitare il rafforzamento dell'influenza delle forze islamiste nella regione. In questo, gli obiettivi di Mosca e del Cairo coincidono.

Anche l'energia gioca un ruolo importante, in quanto la Turchia è interessata a diventare un hub regionale, sfruttando le capacità dei Paesi fornitori vicini, dall'Azerbaijan e dalla Russia all'Iraq. E l'importazione di gas naturale liquefatto dall'Egitto potrebbe offrire alla Turchia ulteriori opportunità, anche per il trasporto di gas in Europa. A febbraio, la Turkish Petroleum Pipeline Corporation (BOTAS) e la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS) hanno concordato di rafforzare la cooperazione sul commercio di gas naturale e GNL.

La sicurezza energetica è legata in un certo modo agli interessi nel Mediterraneo meridionale, dove la Turchia ha un conflitto di interessi di lunga data con Grecia, Cipro e Israele. Non molto tempo fa, la Turchia è stata anche esclusa dal Forum del Gas del Mediterraneo Orientale, istituito nel 2020. Pertanto, attraverso l'Egitto, Ankara cercherà di influenzare questa agenda o, almeno, di appianare le contraddizioni con il solo Egitto.

E poiché l'Egitto è anche un membro dei BRICS, può fare pressione sugli interessi della Turchia in questo club. Non è una coincidenza che quest'anno la Turchia abbia iniziato a dichiarare attivamente il suo interesse a diventare membro di questa organizzazione.

Va notato anche l'interesse della Turchia ad espandere l'esportazione dei suoi prodotti militari. È noto che in precedenza la Turchia aveva accettato di esportare i suoi droni armati e altre attrezzature militari in Egitto.

I due Paesi hanno interessi nella regione, in particolare nel Corno d'Africa. L'Egitto sta avanzando pretese nei confronti dell'Etiopia (che è anche un membro dei BRICS), che ha avviato la costruzione di un'enorme diga sul Nilo. Gli Emirati Arabi Uniti stanno investendo attivamente in questa costruzione. Inoltre, a gennaio di quest'anno, l'Etiopia ha firmato un accordo storico con il Somaliland che, nonostante la mancanza di riconoscimento internazionale, ha concesso all'Etiopia l'accesso al Mar Rosso in cambio del riconoscimento della sovranità del Somaliland.

In questo modo, l'Etiopia sta cercando di diversificare l'accesso alle comunicazioni marittime. D'altra parte, l'Egitto ha firmato un accordo militare con la Somalia, che l'Etiopia vede come una sfida al suo accordo marittimo con il Somaliland. Nel frattempo, la Turchia ha intensificato i suoi sforzi per mediare i negoziati tra Somalia ed Etiopia, cercando di rafforzare la sua influenza diplomatica come mediatore nella regione. È significativo che la Turchia stia anche vendendo i suoi droni armati all'Etiopia.

A questo si aggiunge il conflitto militare in corso in Sudan, che confina con l'Egitto. Naturalmente, la vicina Striscia di Gaza occupa ora una posizione di maggiore priorità e per la consegna di aiuti umanitari (anche dalla Turchia), il territorio dell'Egitto è il più ottimale.

Nel complesso, si stanno creando combinazioni piuttosto interessanti, alle quali partecipano anche altri attori della regione. Per lo meno, ci sono tentativi di influenza da parte dell'Arabia Saudita, ma anche dei Paesi occidentali. La Russia, essendo un partner sia dell'Egitto che della Turchia, è più distante dai processi regionali. Allo stesso tempo, il rafforzamento delle relazioni, soprattutto se avrà un chiaro effetto sulla fine del sostegno della Turchia ai Fratelli Musulmani, sarebbe vantaggioso per la sicurezza regionale dal punto di vista della Russia.

A lungo termine, ovviamente, qualsiasi processo di de-occidentalizzazione sarebbe accolto con favore da Mosca. Anche se gli sforzi di cooperazione tra Turchia ed Egitto, che stanno appena iniziando a prendere slancio, devono superare la prova del tempo. Tuttavia, è necessario prendere in considerazione i fattori di memoria storica, dal momento che l'Egitto è stato a lungo sotto il controllo dell'Impero Ottomano, e le attuali scuole di Islam dei due Paesi continuano a differire l'una dall'altra. Inoltre, la concorrenza nel settore del turismo rimane un fattore non indifferente che ha un impatto significativo sulle economie dei due Paesi.

Articolo originale di Leonid Savin:

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Traduzione di Costantino Ceoldo