Terrorismo di Stato
L’annuncio pubblico dell’attentato sventato a Margarita Simonyan, caporedattore a Russia Today e alla sua collega Ksenia Sobchak ci ha permesso di conoscere alcuni dettagli dell’ultimo di una serie di atti terroristici che il letame nazista di Kiev mette in atto, a volte riuscendoci, a volte fallendo.
È il tentativo vano di cambiare gli esiti della guerra che Kiev era destinata a perdere fin dall’inizio e, agli occhi di chi la guarda da lontano, è evidente che questo piano è solo la vendetta dei perdenti e non otterrà nulla di quello che i suoi ideatori si prefiggono.
Molti di noi piangono ancora adesso la morte tragica di Daria Dugina, che ha perso la vita al posto di suo padre, nell’auto fatta esplodere con un comando a distanza da un agente ucraino. Alekandr Dugin è considerato dall’Occidente come il Rasputin di Putin e poco importa che non lo sia: la Nato, Washington, sono convinti del contrario e tanto è bastato per decretarne la morte.
I tentativi di uccisione di filosofi, giornalisti, blogger, attori e scrittori, tutte persone accumunate dall’amore per il proprio Paese, ricordano tristemente l’assassinio del filosofo italiano Giovanni Gentile eseguito il 15 aprile 1944. Gentile fu condannato a morte dagli americani per un suo articolo in cui incitava alla resistenza contro i barbari sbarcati in Sicilia: i suoi assassini furono dei partigiani comunisti, appaltatori golosi dei desiderata d’oltre oceano.
Istintivamente sentiamo che giornalisti, blogger, attori e scrittori, tutte persone accumunate dall’amore per il proprio Paese, dovrebbero essere come sospesi in un terra di mezzo, e non diventare bersagli prioritari di una feccia che non può mirare mirare più in alto.
Proprio perché intellettuali e non capi militari, le loro parole dovrebbero poter circolare liberamente anche in tempo di guerra senza che le loro vite siano in pericolo.
Riconosciamo l’ingenuità di una simile idea, soprattutto adesso che la “controffensiva” di Kiev mostra tutti i suoi inevitabili e prevedibili limiti e soprattutto la sua impossibilità di successo. Ora che l’ex comico di Kiev, colui che sa suonare un pianoforte con il proprio pene e ha una preferenza spiccata per la cocaina, è riuscito a trasformare tutto il fronte dei combattimenti in un tritacarne umano dove i suoi connazionali vengono mandati al macello, ora ci aspettiamo invero un aumento di simili codardie.
Anche l’artista italiano Jorit è nel mirino: l’aver dipinto a Mariupol un murales dedicato ai bambini dei Donbass gli è valso finire su Myrotvorec’, la lista di morte dei “nemici dell’Ucraina”. Qualcuno ha per caso sentito il governo italiano protestare? L’ambasciatore ucraino è stato convocato dal governo di Giorgia Meloni?
Ringraziamo Jorit per il suo impegno e la sua sensibilità e manifestiamo a Margarita Simonyan e a Ksenia Sobchak tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto per lo scampato pericolo. Questa volta è andata bene e i servizi segreti russi sono riusciti a salvare due vite agendo per tempo.
Per quanto ci riguarda, la guerra può finire solo in un modo: con la vittoria di Mosca e la sconfitta dei piani di Washington e della NATO, così che una volta liberata l’Ucraina, anche l’Europa possa esserlo.