Russia: Putin vara la nuova Dottrina sulla Sicurezza delle Informazioni

06.12.2016

La Dottrina sulla Sicurezza delle informazioni, introdotta oggi in Russia con un decreto del presidente Vladimir Putin, crea un quadro concettuale nel campo dell'informazione internazionale. E' questo il parere espresso dal presidente della Commissione parlamentare temporanea per le relazioni con i media, il senatore Aleksej Pushkov.

"I paesi occidentali, che hanno avuto per molto tempo un monopolio sulle informazioni in tutto il mondo, stanno ora cercando di introdurre una censura globale, tuttavia, la Russia ha sviluppato i propri mezzi per fornire informazioni sulla scena internazionale, e la dottrina è stata progettata per creare un quadro di riferimento in tal senso", ha dichiarato il senatore, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa russa "Tass". Pushkov ha aggiunto che attualmente le informazioni influiscono sulla sicurezza pubblica. "Attraverso i media e l'influenza sull'opinione pubblica è possibile raggiungere determinati obiettivi politici, che non possono essere raggiunti in altri modi", ha affermato il parlamentare russo. A questo proposito, a suo parere, l'emergere della dottrina delle informazioni è di grande attualità.

Secondo la dottrina emanata oggi da Putin, uno dei principali fattori che influenzano lo stato di sicurezza delle informazioni è l'emergere in un certo numero di paesi esteri della possibilità tecnologica di influire sulle infrastrutture informative russe per scopi militari. Il miglioramento del sistema di sicurezza delle informazioni delle Forze armate russe è una delle direzioni per la nuova Dottrina sulla sicurezza delle informazioni.

"In conformità con la politica militare della Federazione Russa, le direzioni principali della sicurezza delle informazioni nel settore della difesa sono: il miglioramento del sistema di garanzia della sicurezza delle informazioni delle Forze armate della Federazione Russa, degli altri corpi, formazioni militari, compresi i mezzi e le risorse della guerra dell'informazione", si legge nel testo normativo, diffuso attraverso il sito web per le informazioni legali. Il decreto, che entra in vigore al momento della firma, sostituisce il precedente atto del presidente emanato in data 9 settembre 2000.

Di recente il governo russo ha già mosso passi nella direzione del rafforzamento della sicurezza delle strutture di potere rispetto a fughe di notizie o infiltrazioni di informazioni. Dal prossimo aprile i dipendenti delle istituzioni pubbliche saranno tenuti a fornire ai superiori informazioni relative ai propri account personali sulle pagine web e sui blog in social network e forum. L'innovazione, ancora non applicata, è stata introdotta dal punto di vista normativo a luglio, con l'aggiunta di un nuovo articolo alla legge "sul servizio dello Stato Civile". La declassificazione dei propri account su Internet sarà obbligatoria, pena il licenziamento.

Il nuovo quadro normativo si inserisce in un contesto internazionale nel quale i principali attori si accusano a vicenda di utilizzare in modo aggressivo il mondo delle informazioni. Di recente il portavoce del presidente russo, Dmitrij Peskov ha espresso preoccupazione per l'atteggiamento dell'Occidente nei confronti dei media russi e le restrizioni sulla libertà di parola. "Certo, genera grande preoccupazione la tendenza ad attacchi contro i media, la restrizioni di fatto delle libertà dei media, della libertà di parola. E ciò, naturalmente, contraddice il senso comune di democrazia, la libertà di ricevere informazioni. Naturalmente, si tratta i tentativi di limitare il pubblico in alcuni paesi occidentali nel proprio diritto di ricevere informazioni alternative rispetto a quello che è considerato come fonte unica di verità. Ciò è soggetto, naturalmente, ad una discussione seria", ha dichiarato Peskov, in risposta ad una domanda dei giornalisti su eventuali azioni di Mosca in merito alla risoluzione adottata il 23 novembre dall'Europarlamento sulla "propaganda della Russia e delle organizzazioni islamiche contro l'Ue". La risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo 304 voti a favore, 179 contrari e 208 astensioni, accusa la Russia di ricorrere alla propaganda e alla disinformazione per "distorcere la verità, creare paura, provocare dubbi e dividere l'Unione europea".