Qui Draghistan, inferno Italia
“Quando chiesero agli spartani perché avessero spade così corte, questi risposero: per essere più vicini al nemico.”
Quanto sono lontane nel tempo queste parole, per noi che oggi viviamo la follia nel Draghistan una volta chiamato “Italia”...
Dal primo febbraio 2022 gli Italiani hanno nuove regole di comportamento. Regole folli.
Se non sei vaccinato, non puoi più entrare in una banca, in un ufficio postale, non puoi ritirare la pensione. Devi essere vaccinato per lavorare e continuare a lavorare nel pubblico impiego. Ma che tu sia un insegnante, un poliziotto, un soldato, un medico, un semplice impiegato o un operaio di qualunque tipo, non importa quale sia il tuo curriculum o da quanti anni presti servizio: se non sei vaccinato finisci sospeso senza stipendio. Perfino un criminale in prigione ha una sua diaria giornaliera e un poliziotto sospeso per motivi disciplinari ha comunque mezzo stipendio per poter provvedere alle necessità di base.
Ma nel Draghistan una volta chiamato “Italia” conta solo che ti devi vaccinare altrimenti sei un “no vax” e la tua vita deve diventare un inferno. Così hanno promesso pubblicamente non molto tempo fa a nome del governo il ministro Renato Brunetta e il senatore Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della salute pubblica. Lo hanno fatto pubblicamente, senza vergogna alcuna ma anzi vantandosene orgogliosi e soprattutto senza che nessuno li rimproverasse per quanto appena detto.
Adesso, se hai più di 50 anni, sei obbligato a vaccinarti, pena una multa una tantum di 100 euro. Più che una misura sanitaria, è una costrizione per fare cassa.
Tuttavia, non è vero che abbiamo vaccini anti Covid tipo Star Trek, come ci viene fatto credere. Non li abbiamo mai avuti. Non è neanche vero che siano efficaci, perché si è scoperto che dopo poco tempo la protezione si attenua rapidamente per poi scomparire e l'effetto pare si inverta, diventando addirittura un qualcosa che può favorire la malattia.
Non è vero che i vaccini siano farmaci definitivamente approvati perché, in realtà, sono tutti sperimentali, autorizzati con procedura d'urgenza e la sperimentazione è ben lungi dall'essere terminata. I loro contratti di vendita sono segreti. Le aziende che producono i sieri hanno un'immunità giuridica assoluta e nemmeno l'evidenza che i dati delle prime fasi della sperimentazione fossero stati truccati è bastato a sollevare dubbi necessari. Soprattutto, non solo sei forzato alla vaccinazione ma devi lo stesso firmare una carta con la quale ti assumi tutti i rischi. Così, come purtroppo hanno già sperimentato alcune famiglie italiane, un giudice può archiviare la causa perché i vaccini non sono formalmente obbligatori e il malcapitato aveva firmato il “consenso informato”.
Non è vero quindi che non ci siano effetti collaterali. Gli effetti collaterali a lungo termine sono ancora ignoti ma, al contrario, sono oramai ben noti quelli a breve termine. Infarto. Ictus. Trombosi. Paralisi. Ti tolgono il fiato. Ti rovinano il corpo e possono trasformarti in un invalido. Ti uccidono. Ogni giorno in Italia c'è uno stillicidio di morti improvvise, nel sonno o durante attività banali. È un’epidemia volutamente ignorata di “malori improvvisi”, dagli esiti fin troppo spesso fatali. Da quando poi la vaccinazione è stata estesa a tutta la popolazione, adulti adolescenti e bambini, nessuno è più al sicuro da questa mostruosa roulette russa.
Non è vero, non è mai stato vero, che il Covid sia la peste del ventunesimo secolo. Soprattutto non è vero che non ci siano mai state cure per gli ammalati e che non potessero essere date ai primi sintomi: ci sono eccome! E chi invece segue il protocollo ufficiale (sic) per scelta o perché costretto, rischia seriamente di finire intubato in ospedale e di morirci, magari pure maltrattato da medici e infermieri dopo che hanno scoperto che non è vaccinato.
E per che cosa poi? I vaccinati si infettano e contagiano a loro volta e diffondono la malattia con estrema facilità grazie alla libertà data dal loro lasciapassare verde. È una cosa sotto gli occhi di tutti anche se molti media e molte persone fanno letteralmente i salti mortali pur di negarlo. L'articolo 32 della Costituzione, a cui si appellano i non vaccinati, protegge allo stesso modo loro e tutti gli altri italiani. È stato pensato dai Padri Fondatori della nostra Repubblica proprio per evitare lo scenario raccapricciante che stiamo vivendo oggi: gli obblighi indiretti che il governo impone con noncurante spietatezza per spingere alla vaccinazione sono in realtà delle estorsioni.
Qui nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, tutto il sistema del Green Pass si è dimostrato totalmente fallimentare sul piano sanitario, come il governo di Mario Draghi che tanto lo ha voluto. Tale sistema è riuscito però nel suo più vero e nascosto intento: deturpare la nostra democrazia e introdurre un sistema di controllo politico.
La nostra Patria, tuttavia, non ha bisogno di un sistema di credito sociale, utile solo ed esclusivamente ad una piccola cricca di prepotenti, avidi ed affamati di potere, che hanno in odio la democrazia perché la ritengono inutile.
Voglio ricordare ancora una volta le parole del Senatore Richard Black [1]:
“Chi deve mostrare un Green Pass per vivere ogni giorno non è libero.”
No, non lo è, Senatore: lei ha perfettamente ragione. Come ha perfettamente ragione il filosofo Byung-Chul Han, metà coreano metà tedesco, che ha coniato il termine “società palliativa”: la nostra società occidentale rifugge la sofferenza, è priva di eroismo, si accomoda nella tranquillità garantita della sopravvivenza. Ma la gente, el pueblo que unido jamás será vencido, tiene la testa nella sabbia e preferisce non vedere. Sia mai che debba accettare il fatto che è stato ingannato e che all’opera c’è un piano diverso da quello così tanto sbandierato pubblicamente.
Purtroppo, accadono cose orribili qui nel Draghistan una volta chiamato “Italia”, dove non basta più essere sani ma bisogna certificarlo oltre ogni dubbio.
Per esempio: a Mestre, vicino Venezia, una madre di 80 anni ha preso a martellate la figlia di 57 [2]: “Volevo ucciderla”, ha confessato alla polizia arrivata per arrestarla. Motivo: era esasperata dalla figlia non vaccinata che lavorava da casa in smart working.
L'esasperazione è nata dalla paura del contagio e dall'aver interiorizzato, sotto la spinta di una ossessiva propaganda terrorizzante, che il nostro prossimo, sia esso un estraneo o un membro della nostra stessa famiglia, è un potenziale untore assassino perché non vaccinato o perché non segue regole igieniche insensate.
A Torino, poco giorni fa, alcuni studenti delle superiori hanno provato a manifestare la loro opinione sugli stage lavorativi in azienda, che sono diventati prassi nella nostra scuola superiore. Il motivo è stata la morte di un loro compagno, avvenuta per un tragico incidente proprio l’ultimo giorno di uno stage in fabbrica, uno stage forse perfino inutile. Speravano ci fosse qualcuno ad ascoltarli. Magari qualcuno proprio della scuola, dell’università o di quella “società civile” che tanto piace alla “Sinistra progressista” italiana. In effetti qualcuno c’era: la polizia, a manganellate, preoccupata più per le regole anti covid che per i morti in fabbrica [3].
In vita mia non ho mai visto un mafioso con la faccia spaccata e sanguinante ma, come è noto, anche i poliziotti hanno famiglia ed è più facile fare i duri con chi non può difendersi piuttosto che con chi la famiglia te la può invece ammazzare.
Bene ha scritto pochi giorni fa l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nella sua lettera ai nostri poliziotti [4]:
“...In questi due anni, come tutti i cittadini, avete assistito ad un colpo di stato globale, progettato e realizzato col pretesto di una pandemia, nel quale i più elementari principi del diritto, della scienza e dell’etica professionale sono stati calpestati impunemente da persone che, come voi, avevano giurato: i governanti e i magistrati, di rispettare le leggi naturali e positive per il bene della Patria; i medici, di curare i malati e adoperarsi per salvare loro la vita; i giornalisti, di divulgare la verità. Dinanzi a quanto vediamo accadere in tutto il mondo, comprendiamo quanti abbiano tradito il giuramento prestato, quanti abbiano rinnegato gli impegni assunti, quanti si siano dimostrati corrotti e asserviti al potere.”
E soprattutto:
“...Il silenzio, l’obbedienza cieca-pronta-assoluta, il rispetto delle regole per quieto vivere o per paura di ritorsioni non può costituire una giustificazione al protrarsi di una situazione ormai insostenibile. Ricordatevi di Norimberga, e di quanto sia valso ai condannati il giustificarsi con «eseguivo gli ordini».”
Ecco, Norimberga. Ancora Norimberga. Purtroppo, nel Draghistan una volta chiamato “Italia” e dove noi tutti oggi viviamo, molti, troppi, si sentono privilegiati, intoccabili, impunibili.
La prossima volta che un nostro ignorante e buono a nulla ministro degli esteri vola a Mosca e chiede pubblicamente ai russi di rispettare i “diritti umani”, il vecchio Sergej Lavrov potrebbe mostrargli la foto di uno studente con la faccia spaccata e ridotta a maschera di sangue e potrebbe poi chiedere all'incauto imbecille italiano quanto valga in Italia il rispetto dei diritti umani se una madre cerca di uccidere a martellate la figlia non vaccinata, se studenti che manifestano pacificamente vengono malmenati brutalmente dalla polizia, se qui da noi tutti possono sempre rifiutare un vaccino sperimentale ma poi perdono lavoro e stipendio per ordine del loro stesso governo.
[1] https://www.geopolitica.ru/it/article/liberta-pericolo
[2] Per esempio:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/madre_figlia_finita_martellate-6473464.html
[3] Per esempio:
[4] Per esempio: