Quando una lettura della realtà diventa egemone

30.05.2023

Quando una lettura della realtà diventa egemone per via propagandistica e non razionale questo si evidenzia nell'incapacità di rilevare le contraddizioni, nel velamento della realtà.

Così per anni ci hanno insegnato che "sovranità" è una parolaccia, che evocarla è una sorta di atto di insubordinazione al buon gusto, e che "sovranismo" era praticamente un sinonimo di nazismo (nonostante il termine nascesse in Canada per l'indipendentismo del Quebec e fosse un sinonimo di autodeterminazione nazionale)

Siccome la stampa italiana sta alla ricerca della verità come i gatti al nuoto olimpionico, l'opinione pubblica è stata messa in riga e la parola è diventata un improperio.

Poi è venuta la terribile "destra sovranista", che dopo aver raccolto voti rivendicando la tutela dell'interesse nazionale (cosa quanto mai di cattivo gusto per i giornali italiani), grazie al cielo si è sistematicamente accoccolata in grembo all'UE e agli USA, anche quando, dall'Austerity, agli approvvigionamenti dalla Russia, ed ora al Mes, questo risultava suicida per gli interessi italiani.

Se poi rivolgiamo lo sguardo al di fuori dei confini nazionali scopriamo che, curiosamente, tutti i paesi che non hanno ancora capito che la vera felicità sta nell'obbedienza al complesso militare-industriale americano, tutti questi vengono presentati come intollerabili autocrazie.

Poco importa che lì le elezioni ci siano, che siano determinanti, che esista un'opposizione reale e che la partecipazione alle consultazioni sia più alta che da noi, dove oramai vanno a votare solo i parenti dei candidati.

Se rivendicano autodeterminazione e cura dell'interesse nazionale sono manifestamente dei barbari autocratici.

Così Orban è un fascista, Putin è uno Zar, Erdogan è un sultano, Xi Jinping un dittatore, e via deprecando.

Mentre nelle nostre liberaldemocrazie ereditarie, se posti un filmato a supporto di un referendum contro la guerra, YouTube ti cancella perché "potrebbe incitare alla violenza".

Ecco, i punti ciechi si potrebbero moltiplicare, ma per i lettori di Repubblica-Corriere_&C. non cambierebbe nulla: di fronte a qualunque evidenza si inventeranno un epiciclo tolemaico ad hoc, un'eccezione particolare, una scusa straordinaria, un'interpretazione avventurosa pur di mantenere in vita la loro lettura della realtà di mezzo secolo fa.

Ed essendo tolleranti, mica ce la prenderemmo per questa cecità, se non fosse che sono proprio i ciechi a guidare, con mano ferma, la nave di cui noi occupiamo la terza classe, verso gli scogli.

Fonte

Andrea Zhok